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Siccome una donna lapidata
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SICCOME UNA DONNA LAPIDATA

L’avete visto tutti, alla televisione e sui giornali, l’avete sentito tutti anche alla radio, quant’è facile morire: sequestrati, aggrediti, per strada, magari per infarto, come Pino Daniele.

La morte ch’è comune e ci fa eguali, e tutti ci affratella, come ha pur scritto Totò nella Livella.

Però, s’è pure vero che tutti han da morì, in casa o altrove, come si muore e dove, non è la stessa cosa.

Li avete visti tutti gli assassini e ben li avete uditi gridare a squarciagola, che Allah è grande, e che Maometto, il suo “lodato, che fondò l’Islam, “Sottomisione”. è stato vendicato.

Ebbene, il sottoscritto, ch’è pieno di paura, già prima d’iniziare, paura che mai sfiorò i “vignettisti“ di Rue Nicola-Appert, votati alla satira più bella, quella contro il Moloch del Fondamentalismo che, per convertire, asservire e sottomettere, s’alimenta di morte e distruzione, nel mentre discrimina ed assale la donna come tale, confessa d’avere, con fatica, letto una buona parte del Corano (l’altra l’attende), senza trovar che regole di vita, postulati di fede amore verso Iddio, solidarietà verso gli orfani ed i miseri, precetti di comportamento e di preghiera, fuorché la donna, giammai fonte d’amore, sempre subordinata ed obbediente scambiata come “oggetto”, quand’è vedova, ripudiata, nonché destinata ad esser, nell’insieme, terreno da arare, seminare e soddisfare l’uomo e i suoi bisogni, siccome non si dice di lei nel Paradiso, che attende, invece, l’uomo virtuoso o martire, per fede, con Urì, sempre vergini, e ruscelli scorrenti di fresco latte e miele.

Chi sono, dunque, questi? Questi esaltati che uccidono a man bassa, che violentano, seviziano e sgozzano “l’infedele”? A quale religione si rifanno? a quale credo attingono la loro perversità, e la loro farneticante esaltazione?

A quella del Demonio certamente, che, quale Angelo “cacciato”, s’esalta attraverso il male e la vendetta.

E allora, Basta! Basta! Basta! Insorgiamo tutti come un sol’uomo, contro questi Himmler, questi Goebels, questi Hitler dannati. Questi Ustascia, che tanto mi ricordano Ante Pavlevic, che, dai suoi scherani, esigeva ceste colme d’occhi partigiani.

E tutte le nazioni, civili e democratiche, che credono nella libertà nell’uguaglianza, nella giustizia e nel libero pensiero (di cui, tra l’altro, Parigi è stata tappa primaria), senza distinzioni di razza o di fede, che facciano la guerra, (guerra reale, non solo di parole), alle loro “accolte” ovunque, nel mondo, esse si trovino o s’accingano a fuggire ed insediarsi. Non si dia tregua alcuna, finché anche l’ultimo assassino non venga sopraffatto, catturato e condotto in giudizio ond’esser condannato per il male che ha compiuto, nel suo ruolo. Per le stragi perpetrate e per quelle che s’accinge a perseguire od ordinare.

Non ci si può certo sottomettere a un Dio ch’è “Male assoluto”. Un Dio che conosce e rispetta solo la violenza, praticata o subita, non fa differenza, io non lo voglio.

Cosa, dunque, s’aspetta ad agire per la salvezza della dignità dell’uomo, in tutti i sensi, prima d’essere sopraffatti dai carnefici?

L’avete visto? Avete visto Il poliziotto islamico ferito sulla strada di “Charlie-Hebdo”? L’avete visto implorare, inerme, la pietà? Avete visto come il jihadista, l’ha abbattuto, indifferente, senza quasi guardarlo, e se n’è andato via?

M’è parso, in quel momento, come una donna lapidata, perché s’è data ad altri, che non fosse il suo “padrone”, che chiedesse, invano, la clemenza.

Cosa s’aspetta, dunque? D’esse’ schiavi?