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Cd "Vola Gabbiano": il dono ad un figlio
L'amore di una mamma per il proprio figlio si manifesta attraverso molteplici e svariate sfaccettature. Oggi mamma Rosalia palesa questo suo amore al figlio Cesare regalandogli un pezzo delle più belle tradizioni della nostra isola, il cd "Vola Gabbiano", accompagnato da una dolcissima dedica che di seguito pubblichiamo.
"Questo è un pezzo della mia isola ... la nostra isola ... leggilo, ascoltalo ora, più in là, seduto in poltrona con le cuffie e magicamente sarai a fare una cantinata, davanti a Scipione ... Ti riconoscerai, sentirai la tua voce assieme a quelli che, come te, hanno fatto epoca. Scoprirai e forse capirai che la musica è sempre esistita sin dalle origini dell'isola. I ricordi sono ieri ma anche oggi, la vita continua, potrai rifare anche le cantinate ma soprattutto mi auguro che le rivivrai attraverso gli occhi dei tuoi figli ... Ringrazio di cuore tutti coloro che si sono adoperati alla realizzazione di questo bellissimo cd per avermi emozionato e fatto riemergere ricordi indelebili."
Caro Angelo, anche se l'avevo sospettato, non essendo sicuro che tu fossi tra i protagonisti che hanno realizzato l'"opera", assai meritoria, del Cd "Vola gabbiano", per timore di fare una gaffe a danno di altri, riconoscendoti un merito, che, magari, in questa occasione non ti spettava, mi sono ben guardato dal complimentarmi, siccome avrei dovuto, con te, caro cugino (acquisito) di secondo grado. Lo faccio, quindi, oggi, prendendo atto del fatto che ne sei, quantomeno, uno degli autori, con l'augurio che presto potrai darci altre interessanti "produzioni", fra le tante che i Gigliesi, nel corso degli anni, hanno saputo “sfornare”. Inoltre, poiché, la copertina si rifa' al grande amico e pittore Bruno Caponi, purtroppo, “scomparso, di seguito, voglio ricordarlo con la “replica” d‘una mia poesia, scritta, in suo onore, qualche anno fa. P.S. PER FAVORE, SALUTAMI BARBARA
NATURA MORTA
Ah, che fluidità,
che movenze,
che armonia
quell’Agave sisalana,
fatta per sacchi,
ma da te dipinta
come un’icona,
Bruno Caponi.
Un’ Agave
“concepita” di notte.
Anzi, meglio,
sott’acqua,
in balia di correnti
e vortici avvolgenti,
tra sconcigli e gorgonie,
tra mitili e coralli,
agitati dal mare.
Una sequenza di flussi
e riflussi di spatola
e pennello,
che t’ammaliano
e ti cullano
per farti, poi,
assopire
e … sognare.
Ah, quanto
sei diventato bravo,
Bruno Caponi,
ben più,
(ed eri già il più bravo
di Maremma),
di quando t’ho visto,
sembrano cent’anni,
l’ultima volta
al Giglio.
Sei così bravo Bruno
che il tuo quadro
potrebbe averlo “fatto”
anche Picasso,
tra le dune assolate
dell’Andalusia,
in un “teatro di dossi,
ebbri e calcinati”
siccome vide
Pasolini l’Appennino.
Quando le cose
erano solo cose,
i sentimenti
solo sentimenti,
le femmine
abbondanti
e flessuose
come Modigliane,
e l’amore
solo e soltanto
amore,
limpido e impetuoso,
intrepido e carnale,
e non già i mostri
stralunati
di Guernica,
quali le donne
sezionate dei cubisti
o le maschere viziose
e debosciate
di George Grosz.
E poi la luna,
una malinconica luna,
assai lontana,
che, ormai compiuta,
con la sua luce lieve
domina superna
la notte sulla sabbia
e su corpi sfiniti
di passione,
mentre, compiaciuta,
occhieggia
tra i tentacoli
d’un polpo rovesciato
che tenta, invano,
di carpirla.
Sa di piombo fluente
ogni singola foglia
di quel cespo di braccia,
che sembra carezzarmi.
Tant’è che vorrei
farmi abbracciare.
Ma veggo troppe spine
e non sarebbe amor,
ma sofferenza!
Ringrazio Rosalia per le belle parole , sia a titolo personale , sia a nome di tutti quelli che hanno contribuito alla realizzazione di questo lavoro. Così come ringrazio tutti e sono stati tanti, quelli che lo hanno fatto di persona. Da quasi tutte le persone mi sono sentito dire " si sente che è stato fatto con il cuore ". Bene, questo era quello che, insieme a tutti coloro che hanno partecipato, volevamo che si percepisse a lavoro finito, quando abbiamo iniziato a registrare nel febbraio del 2015. Angelo Stefanini