Già la scorsa estate vidi affisso in giro, per i bar ed i vari negozi, un manifesto che annunciava un nuovo servizio di trasporto su strada che collegava Porto Santo Stefano con Roma Stazione Tiburtina.
Due settimane fa mi trovavo sull'isola per un ultimo week-end prima di prendere un volo che mi ha portato lontano e mi ci terrà ancora per un po'. Il sabato, ragionando su quale fosse il modo più veloce e meno scomodo con 2 valige al seguito per raggiungere Roma, mi capitò sott'occhio nuovamente quel volantino che pubblicizzava la linea autobus P.S.Stefano-Roma.
Il volantino pubblicizzava il servizio dando gli orari dei collegamenti:
P.S. Stefano-Roma
ore 10.30 e 19.30, con coincidenza con le navi traghetto, durata del viaggio 2 ore e 30 minuti.
Costo del biglietto: 20 €.
Partenze: davanti ai traghetti.
Dunque pensai di prendere il traghetto Toremar delle ore 9:30 per poi approfittare del nuovo servizio. Essendo molto vago il riferimento per il punto di partenza del bus, già all'entrata del porto di arrivo mi recai sul ponte della nave per scrutare il bus: non c'era nessun bus.
Scendo dal traghetto con le mie 2 valige (peso totale 37,5 kg) e mi guardo intorno, ma ancora nessun bus. Essendo la partenza in coincidenza con la nave, ho pensato di non avere molto tempo trovarlo ed ho chiesto informazioni alla biglietteria Toremar, dove la signora che stava facendo i biglietti mi dice che sa dell'esistenza del servizio, ma non sa dove siano le partenze e mi rifila una brochure pubblicitaria (molto simile al volantino affisso sull'isola) con il numero di telefono della biglietteria e con su scritto che la partenza è "sul lato molo", indicazione ancora più vaga di quella letta sul volantino gigliese. Chiamo il numero della biglietteria e risponde un ragazzo, dalla voce direi abbastanza giovane, che dopo la mia interrogazione sul punto di partenza del bus mi rilegge le informazioni della brochure e dice di non sapere niente di più, ma mi informa che il biglietto non si può fare a bordo ma va preso alla Tabaccheria ***, che però non sa dove si trovi. Lo ringrazio, lo saluto e mi metto alla ricerca della tabaccheria con i miei 37,5 kg sulle spalle. Essendo stato a P.S. Stefano solamente per prendere i traghetti e non conoscendo niente di quel luogo, se non il porto ed i bar che vi si affacciano, entro nella prima tabaccheria che trovo, accanto alla stazione dei Carabinieri, e trovo ancora quel volantino (che con il passare dei minuti ho cominciato ad odiare). Chiedo quindi un biglietto, ma la signora, una signora di una gentilezza tale che poche poche persone ormai conservano, mi dice di avere i volantini ma non i biglietti, ma mi sa dire dove si trova la Tabaccheria ***, in piazza Vittorio. Essendo visibilmente affannato dal caldo e dalla corsa che stavo facendo con le valige (sempre 37,5 kg) per non perdere la coincidenza, mi offre di poter lasciare i bagagli nel suo negozio. Accetto l'offerta, la ringrazio cento volte e corro alla piazza (che si trova in fondo al Corso), dove trovo il tabacchino che vende i biglietti. Una ragazza, alla mia richiesta del biglietto, prende un pacco di fotocopie formato A4, mi chiede nome e cognome e l'ora a cui voglio partire: le fornisco le informazioni, mettendole una certa fretta causa la coincidenza, e lei comincia a compilare con una penna blu uno di quei fogli, recante il numero 00001, sul quale c'era un modulo da compilare in triplice copia. Finito il suo compito, le consegno 20€ e lei strappa in tre pezzi il foglio, che ho scoperto poi essere il biglietto: due pezzi di carta finiscono a me ("uno per lei ed uno per il conducente") ed uno lo tiene lei. Fortunatamente la signorina sapeva da dove partono i bus: davanti al cantiere navale, subito accanto alla rotonda in ingresso al paese. Con il sudato pezzo di carta scritto a mano e strappato in 3 - biglietto corro indietro all'altra tabaccheria, riprendo le valige e mi avvio verso il cantiere: ore 10.50.
Al piazzale del cantiere non c'era un paletto o un foglio che segnalasse la fermata. Essendo passati 20 minuti dall'orario previsto e temendo che il bus fosse partito, richiamo la biglietteria ("sono il ragazzo si prima") e risponde sempre lo stesso ragazzo, che mi dice che la domenica l'orario del bus è posticipata alle 11:45, secondo i nuovi orari dei traghetti.
Bene. Avrei potuto prendere il traghetto successivo (Maregiglio 10:45) e dormire un'ora in più, ma poco male: mi avvio per una colazione ed alle 11:30 ritorno al cantiere navale, con il sole sulla testa e la certezza di non poter arrivare a Roma nell'ora in cui avevo previsto il giorno prima.
11:45: nessun bus.
11:50: nessun bus.
Richiamo la biglietteria, ormai sono amico con il ragazzo, e chiedo se questo servizio esiste realmente, dato che non esiste nessuna indicazione che lo materializzi nello spazio ed avendo in mano solamente due pezzi di carta scritti mano e strappati recanti il numero 00001 che avrei potuto scrivere io stesso. Il povero ragazzo non mi sa dare spiegazioni, mi dice che proverà a contattare i dirigenti e mi chiede di lasciargli il numero di telefono così mi avrebbe richiamato lui ocn le informazioni che chiedevo a portata di mano.
12:05: nessun bus, nessuna chiamata, il sentore di essere stato fregato, il sole in testa, 37,5 kg di valige appresso.
Richiamo il ragazzo, che mi dice di non essere riuscito a contattare i responsabili e di non poter entrare in contatto con l'autista del bus.
12:20: nessun bus, la certezza di essere stato fregato, il sole in testa, 37,5 kg di valige appresso da portare sul bus per Orbetello Scalo e poi sul treno e poi sul bus urbano per la Stazione Tiburtina.
Prendo le mie valige e con la poca pazienza rimastami in corpo mi avvio alla fermata RAMA. Alla fine prendo il treno delle 13:57.
(i) il servizio offerto è in coincidenza con i traghetti, ma parte ad un orario vago da un posto ancora più vago. Tutt'ora sul sito della compagnia (http://www.satabus.it/) c'è scritto che l'orario della domenica mattina è le 10:30;
(ii) non è possibile fare biglietti a bordo, i biglietti vanno fatti in una tabaccheria dall'altra parte del paese, mettendo così a rischio la coincidenza;
(iii) il biglietto in realtà è un foglio A4 fotocopiato strappato in tre fasce e compilato a mano;
(iv) il biglietto costa 20€;
(v) ho regalato 20€ alla compagnia, o alla tabaccheria, non lo so;
(vi) il servizio non esiste;
(vii) il biglietto, che ancora ho, reca il numero 00001 e questo mi informa che probabilmente sono stato il primo (e spero l'ultimo) ad essere stato fregato.
Domenica, dopo esservi rilassati sull'isola, fate buon viaggio verso casa.
Da Limoges con affetto,
Federico Danei.

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