Si parla da anni di aree marine protette per le quali, intendiamoci, sono a favore quando il rispetto non è solo per l'ambiente ma anche per chi ci vive.
Situazioni particolari come le isole, o parti di costa, devono essere preservate affinché ci siano sempre luoghi dove la possibilità sia della riproduzione che della sopravvivenza di molte specie animali sia garantita, tutto ciò non deve diventare un sancta sanctorum.
La pesca industriale indiscriminata potrebbe essere regolata istituendo nuovamente i fermo pesca biologici obbligatori, specie nei periodi di riproduzione.
Le soluzioni hanno spesso la cattiva abitudine di avere molte controindicazioni, riuscire a trovare un equilibrio diventa quasi impossibile, potremmo anche sospendere la pesca industriale per almeno 3/4 anni, giusto per dare un tempo minimo a molte specie di riprodursi, certo un compenso per il lavoro perso dovrà essere percepito da coloro che svolgevano tale attività, alcuni potrebbero essere addirittura impiegati nel controllo delle varie zone messe sotto tutela, altri potrebbero avviare attività simili in nuovi impianti di acquacultura, ma molti di questi si troverebbero disoccupati, e l'indotto che gira intorno alla pesca subirebbe un crollo che porterebbe altra disoccupazione.
Mi riferisco ai retifici, ai venditori di motori, ai cantieri navali, meccanici e tante altre piccole attività che risentirebbero di questa situazione.
Spesso di fronte a certe dichiarazioni, di alcune persone, sembriamo tutti indifferenti all'ambiente, non è così, il dialogo è importante, valutare e decidere insieme può essere costruttivo, non l'imposizione gettata dall'alto.
Non sono delle scelte del passato, e vorrei sapere quali sono, parlando soggettivamente e sicuramente con molta ignoranza, che hanno mantenuto pulito il mare che ci circonda, ma la fortuna di correnti marine che rendono l'Isola del Giglio uno dei più meravigliosi angoli del nostro arcipelago.

Sempre aperta al confronto.
Distinti Saluti
franca melis