Il Ministro dell'ambiente Stefania Prestigiacomo, intervenendo il 19 luglio ad un seminario di Symbola, subito dopo aver definito gli enti parco nazionali "poltronifici", ha detto: «Dobbiamo ripensare alla gestione di queste aree. Non dico privatizzare i parchi: la proprietà deve essere pubblica, il controllo deve restare pubblico, ma si può discutere della gestione privata, ad esempio per fare la vigilanza, poichè gli enti riescono a stento a pagare gli emolumenti. Pensiamoci: si possono trasformare i parchi in fondazioni, in modo anche da dare alla popolazione una maggiore possibilità di fruire le aree protette, dove troppo spesso si fa solo salvaguardia. Su questo farò una proposta di legge. Altra questione riguarda il fatto che a volte si entra in un parco senza accorgersene nemmeno: per questo io credo che ci voglia un biglietto d´ingresso, come negli Stati Uniti: una piccola cifra (per esempio 5 euro), che contribuisca all´obiettivo per i parchi di rendersi autosufficienti». Poi ha aggiunto infastidita che «con tutti questi enti si rischia, come ministero, di doverci trovare a litigare con gli enti locali o di inviare commissari».
Quindi il ministro cancella con un colpo di spugna tutta la politica sui parchi di questi ultimi anni e fa balenare come cosa buona e giusta quel parco "turistico", chiuso e a pagamento che il centro-destra ha agitato all'Elba e nell'Arcipelago come uno spauracchio per molti anni.
E' evidente che il ministro Prestigiacomo non conosce la situazione di parchi e/o ne è stata male informata, a cominciare dal fatto che nei parchi "poltronificio" gli unici scranni retribuiti sono quelli del Presidente e del vicepresidente e gli altri 11 Consiglieri del Direttivo non prendono un euro, ma quel che di più grave traspare dalle parole dell'esponente del governo è che pensa che i parchi siano luoghi dove attualmente non si può accedere e vivere liberamente, una specie di enorme riserva integrale, per questo, crede di ovviare con una tassa, che all'Elba, al Giglio e Capraia, per esempio, si tradurrebbe probabilmente in un ticket da 5 euro da mettere sul biglietto dei traghetti.
Ma proviamo a mettere virtualmente in atto la ricetta proposta dalla Prestigiacomo sul territorio del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano.
1) La Fondazione, evidentemente pensata sotto il controllo centrale "pubblico" del ministero, sostituirebbe il Direttivo del Parco e soprattutto la "fastidiosa" Comunità del Parco, l'organo "politico" nel quale sono rappresentati i Comuni, la Comunità Montana, le Province e la Regione (e che elegge 5 rappresentanti nel Direttivo e il vicepresidente)
2) Nei Parchi "fortunati" come quello dell'Arcipelago Toscano che sono riusciti ad approvare il Piano del Parco prima dell'arrivo del nuovo ministro, le fondazioni dovrebbero gestire questo strumento sovraordinato di pianificazione ambientale ed urbanistica e discuterne (non si capisce con quali strumenti tecnici) le scelte con i comuni; negli altri Parchi le Fondazioni il Piano dovrebbero addirittura farlo, accompagnandolo con il Piano pluriennale di sviluppo economico e sociale che oggi fa la Comunità del Parco. Sarebbe quindi un Ente privato, e non lo Stato attraverso l'Ente Parco, a dire (non si capisce bene attraverso quali meccanismi paritari di confronto) alle amministrazioni comunali, cosa si può o non si può fare in buona parte del loro territorio e le Fondazioni dovrebbero anche occuparsi di salvaguardia della biodiversità e di sviluppo sostenibile. Ci chiediamo se alla stessa Fondazione, libera dai fastidiosi impacci dei rapporti con i Comuni, spetterebbero anche i nulla-osta e le deroghe, che pensiamo si autoconcederebbe più che generosamente per realizzare i propri fini economici.
3) Nell'Arcipelago Toscano sarebbero quindi interamente gestiti da una fondazione di fatto privata le isole di Gorgona, Montecristo, Pianosa e Giannutri, una quarantina di isolotti, il 53% dell'Elba, il 70% di Capraia e il 40% del Giglio e 60.000 ettari di mare protetto nel bel mezzo del Santuario internazionale Pelagos dei mammiferi marini, istituito grazie ad un accordo tra Italia, Francia e Principato di Monaco . Che poi non si comprenda come una Fondazione possa gestire, normare e sorvegliare (e con quali rapporti "gerarchici" con le forze dell'ordine interessate) frazionatissime proprietà private di altri, il demanio forestale regionale e quello statale marittimo e terrestre, Zone di protezione speciale e Siti di interesse comunitario che lo stesso ministero dell'Ambiente ha istituito su tutte le isole in accordo con l'Unione Europea e Important Bird Areas che lo Stato italiano ha concordato nell'ambito di Natura 2000, per la Prestigiacomo non sembrano nemmeno dettagli da prendere in considerazione, tanto le Fondazioni" dovrebbero dotarsi di vigilantes privati.
4) Per quanto riguarda il biglietto di ingresso (sacrosanto per luoghi come Pianosa) è evidente che il Ministro dell'ambiente pensa che i Parchi siano aree esclusivamente selvagge (in questo senso è illuminante il suo paragone con gli Stati Uniti e le loro grandi aree protette praticamente disabitate). Ma mettiamo il caso che un turista venga all'Elba, che ha quasi tutti i centri abitati fuori dal Parco (esclusi Marciana e Poggio), che farà dovrà pagare il biglietto per andare a Monte Perone a fare il pic-nic o ci sarà un vigilantes della fondazione ad ogni curva del complicato perimetro del parco per far pagare il ticket? Oppure il biglietto di ingresso si pagherà a Piombino e toccherà anche a chi del Parco non gliene frega niente e va solo in spiaggia e in discoteca? Anche per andare a Poggio e Marciana bisognerà pagare il ticket?
L'estemporanea e mal ponderata proposta del ministro Prestigiacomo sembra l'avveramento dei peggiori incubi sul parco che il centro-destra elbano e dell'Arcipelago sbandierava e volantinava solo una dozzina di anni fa: ticket di ingresso, eliminazione dei comuni da gestione e controllo, governo centralizzato dell'Area protetta attraverso una "Fondazione", "esproprio" dei terreni privati, vincoli gestiti dall'esterno… il problema è che a proporre dopo 12 anni queste cose, per volerle realizzare davvero, è un esponente del governo di centro-destra.
Sarebbe bene che da quella parte politica (e non solo quella) venisse una parola contro quello che credevano di combattere anni fa e che oggi rischia di diventare realtà.
Come crediamo che soprattutto da parte delle associazioni di categoria ed imprenditoriali elbane sia necessaria una parola di saggezza per far capire al ministro Prestigiacomo che la strada dei ticket generalizzati a beneficio di fondazioni, della privatizzazione dell'ambiente e dell'esclusione delle istituzioni e delle comunità locali dalla gestione del Parco non è la strada dello sviluppo sostenibile delle nostre isole.
Umberto Mazzantini
Responsabile Isole Minori di Legambiente
IL PARCO DEI TICKET E DELLE FONDAZIONI DEL MINISTRO
Autore: di Umberto Mazzantini, responsabile Legambiente Arcipelago
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