Articoli pubblicati sulla stampa locale nelle precedenti settimane di settembre hanno richiamato l'attenzione sui problemi che affliggono l’isola di Giannutri, primo fra tutti quello della spazzatura e dei rifiuti speciali. Tra le notizie pubblicate però sono finite anche affermazioni sullo stato di degrado, abbandono e assenza di controllo della villa romana, recepite forse con scarsa attenzione al grado di veridicità e attendibilità della fonte. Per dovere di corretta informazione mi sembra quindi opportuno intervenire, con documentazione di prima mano, perché per obblighi istituzionali conosco e lavoro sulla villa di Giannutri da un trentennio, soprattutto dopo aver letto come sono state riportate alcune notizie, sollecitatemi dalla stampa locale, evidentemente di difficile comprensione per la loro natura tecnica. Quindi, con lo stesso garbo usato nel corso del bell’evento sul relitto del Campese il 27 luglio scorso, per il quale erano state diffuse con un comunicato stampa, notizie fuorvianti e inesatte (perché di natura tecnica o scientifica) cercherò di correggere il tiro delle affermazioni circolate sugli articoli citati.

La villa di Giannutri non è, come si è letto, "abbandonata": interventi diretti dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici si sono susseguiti dal 1988 al 2006 con finanziamenti straordinari e cospicui del Ministero per i Beni Culturali per restauro e manutenzione (un resoconto appare in apposita pubblicazione curata dalla Soprintendenza e quindi di pubblico dominio); dal 2007 al 2012 con i soli contributi per la manutenzione ordinaria (in media ogni anno 3.500 E)  e per il recente parziale  rifacimento del tetto del criptoportico a Cala Maestra (circa 20.000 E, nel 2011), già locale adibito negli anni Settanta e Ottanta a pizzeria. Unico neo: si tratta di interventi non visibili al pubblico e ovviamente non pubblicizzati al di fuori delle sedi istituzionali (Notiziario della Soprintendenza). A questi vanno aggiunti gli interventi di restauro relativi al Progetto europeo Prodomea (2003-2005), con sito Internet tuttora attivo. In conclusione la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana è l’unica Istituzione presente continuativamente dagli anni Ottanta con studi, iniziative, interventi di restauro, scavo e (soprattutto) finanziamenti.

La villa romana non è sepolta dall’immondizia, semmai è “circondata”, visto che l’area delle stutture antiche è separata e delimitata da una recinzione, seppure danneggiata e piena di buchi. Chi entra nella villa comunque contravviene al divieto di accesso imposto dal Ministero dell’Ambiente (che attualmente ha in consegna e si occupa dell'ala residenziale), perché l’area non è in sicurezza. Inoltre all’interno della villa romana, contrariamente a quanto potrebbero far credere i recenti titoli sensazionalistici, ci sono rifiuti, ma si tratta di residui vegetali strappati o portati dal vento e, sulla scalinata d’accesso al peristilio, dei resti di una scala di legno, purtroppo ormai perduta per la caducità del materiale e la carenza di fondi,  comunque ordinatamente accantonati dopo l’annuale intervento di manutenzione. Rifiuti dunque che hanno un'incidenza relativa sulla natura e sul territorio e che non inquinano, ma hanno semmai un indubbio impatto per l'estetica del monumento.

Infine è bene fugare alcuni timori espressi anche da esponenti politici: la villa fa parte del patrimonio inalienabile dello Stato (essendo gravata di vincolo archeologico) e come tale non può essere venduta né a privati né a enti pubblici; può essere affidata in uso a enti pubblici o privati che offrano le necessarie garanzie per conservazione, valorizzazione, gestione ecc. adeguate, con precise contropartite per gli eventuali benefici che possono derivare dalla sua utilizzazione, tutti aspetti che devono essere stabiliti attraverso accordi formali tra i soggetti citati e gli organi territoriali del Minstero per i Beni e  le Attività Culturali.

In ogni caso al momento la situazione della villa, che si compone di più nuclei di strutture è complicata: le strutture demaniali della villa romana sono infatti suddivise tra Ministero dell'Ambiente e Ministero per i Beni Culturali, ma è in corso una procedura che dura da tempo, per riunire i due blocchi e consegnarli a quest'ultimo Ministero. La conclusione di questo procedimento dovrebbe facilitare le possibilità di intervento e gestione, anche in collaborazione con altri enti. Restano ancora in proprietà privata alcune parti meno estese e settori degli approdi.

Infine alcune precisazioni di dettaglio per la tranquillità della pubblica opinione: di recente non si sono verificati crolli di strutture, anche perchè è stata predisposta un'azione di stabilizzazione delle strutture e per i piccoli episodi c'è in corso un monitoraggio per un eventuale intervento globale; su quelli consistenti del passato la Soprintendenza è già intervenuta, ripristinando l'originario aspetto; i mosaici sono ormai sotto controllo: quelli semplici a fondo bianco con fasce nere sono stati oggetto di interventi di "stabilizzazione", quelli figurati (come il famoso labirinto con Teseo e il Minotauro) non sono stati distrutti o trafugati, come spesso si sente dire, ma semplicemente staccati e restaurati dalla Soprintendenza e presentati al pubblico in due distinte mostre a Grosseto e Firenze (2003 e 2004-2005); né ovviamente sono all'asta nel sito apposito di Ebay (come ha riportato la stampa locale!), in cui è in vendita solo il pieghevole a stampa pubblicato in occasione della citata mostra di Firenze (a cura della Soprintendenza, che può fornirne ancora alcune copie, gratuitamente).

Quanto alle "pressioni sul recupero della villa" il Sindaco Ortelli sa bene che prima di qualsiasi intervento diretto, che comunque richiede uno sforzo progettuale, finanziario e gestionale di tutto rispetto, debba essere risolta la complicata situazione giuridico-amministrativa della villa, ormai in fase di definizione come già detto, grazie alla disponibilità di Agenzia del Demanio e Ministeri coinvolti.

E comunque, al di là delle due manifestazioni organizzate nel 2007 e 2009 (30/6/2007, conferenza "Archeologia a Giglio e Giannutri"; 27/9/2009, Giornate del Patrimonio, presentazione del libro "I monumenti antichi dell’Isola di Giannutri"), vale la pena di ricordare che il Comune di Isola del Giglio, ogni volta che la Soprintendenza ha chiesto di riunire un tavolo di concertazione per la villa romana di Giannutri, in risposta alle sue "pressioni", non ha dato alcun concreto riscontro, probabilmente per la necessità di affrontare problemi più urgenti o prioritari. Forse oggi dovremmo evitare strumentalizzazioni e puntare ad una vera sinergia tra enti, perché tutti coloro che lavorano per Giannutri sanno che questo è l'unico modo di affrontare i problemi di questa isola  e della sua villa romana.

Paola Rendini