Riceviamo dalla sezione Arcipelago Toscano del WWF questo comunicato che di seguito pubblichiamo :
“Le isole dell'arcipelago toscano non sono adatte all'eolico, nel senso che il gioco non vale la candela. Chi ha firmato un patto con le società elettriche per riempire le isole italiane di torri altissime, che raggiungono i 70 ed a volte i 100 metri, in cima ai monti, ciascuna con la sua strada, che faranno rumore e che si vedranno da tutti i lati, ha firmato un patto col diavolo.
L'idea delle torri eoliche sui crinali elbani è come se qualcuno spingesse per fare un ospedale sulla punta di Fetovaia : non neghiamo certo l'utilità di un ospedale: è il posto che sarebbe semplicemente sbagliato .
Il clima ed i suoi problemi non si pongono in un ambito nazionale, e nemmeno continentale. Sgombriamo il campo da un equivoco: il clima si studia ed evolve a livello planetario, e di livello pure planetario devono essere le soluzioni. Quello che farà o non farà l'Elba, su tale scala sarà del tutto insignificante.
Chi vuole l'eolico all'Elba su base industriale lo fa nella migliore delle ipotesi per sventolare una bandiera e sottacendo il rovescio della medaglia. Ecco perché il WWF non si sente per niente impegnato dagli accordi sottoscritti da altre associazioni .
Documenti ufficiali del WWF Italia dicono dal 2002 che l'eolico deve stare lontano dai parchi nazionali (zone A e B e -previe serissime valutazioni di incidenza- talvolta anche dalle C) e fuori dai Siti di interesse comunitario (SIC), dalle zone di protezione speciale (ZPS) e fuori dai percorsi interessati dalla migrazione primaverile ed autunnale di specie veleggiatrici. Deve inoltre essere escluso, dice il WWF Italia, anche dalle zone sottoposte a tutela paesaggistica ai sensi del D.Lgs . 490/1999. Quindi da tutto l'Arcipelago Toscano, tanto per fare un esempio.
Perché nell'ambito delle energie rinnovabili, non c'è solo l'eolico, c'è anche il solare termico e soprattutto -su base individuale-, il solare elettrovoltaico . La scuola media di Marina di Campo a questo proposito è un buon esempio di edificio reso energeticamente autonomo con il fotovoltaico .
Giustamente l'eolico proposto per l'Elba è invece osteggiato dagli abitanti a Capraia come al Giglio.
Nemmeno crediamo -noi del WWF- che l'Elba debba arrivare necessariamente alla indipendenza energetica visto che l'elevato consumo pro-capite di elettricità, tipico di tutte le piccole isole, deriva dalla mancanza di una rete di metanizzazione .
Senza dimenticare che la discutibile indipendenza energetica elbana sarebbe solo un risultato algebrico sui dodici mesi, nel senso di rivendere all'ENEL, d'inverno, l'energia prodotta dall'eolico industriale in surplus per poi ricomprarla d'estate, ovviamente di produzione tradizionale, quando l'isola ha il massimo affollamento e le pale dell'eolico saranno pressoché ferme, causa la bonaccia. Con tutto quello che consegue in termini di inalterata capacità di trasporto e distribuzione dell'energia sull'isola (cavi sottomarini, elettrodotti, trasformatori, tutti dimensionati –ovviamente- sui massimi consumi estivi), per i quali aspetti nulla cambierebbe rispetto ad ora.
Circa infine l'elettrodotto a 132.000 volt da Cavo a Portoferraio e poi a Procchio , abbiamo la sensazione che sia del tutto fuori scala e che sia allineato alle fantasmagoriche cifre di sviluppo dei piani strutturali -quasi tutti impantanati nel loro iter di approvazione- che abbiamo sempre contestato come assurde ed eccessive, rispetto ad una popolazione elbana residente tendenzialmente in calo nell'ultimo decennio ed un turismo in crisi.
E' falso quindi il dilemma: all'Elba o l'eolico o il mostruoso elettrodotto da 132.000 volt. Esistono intelligenti soluzioni intermedie, solo che si ricerchino .
Il sito del WWF arcipelago http : //it.geocities.com/wwfarcipelagotoscano riporta a questo proposito numerosi interessanti documenti sull'argomento e la posizione sull'eolico delle principali associazioni ambientaliste italiane, salvo purtroppo una, che quasi integralmente coincidono con le nostre. WWF SEZIONE ARCIPELAGO TOSCANO”
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