"In punta al Verde": una poesia di Tonino Ansaldo
Una nuova poesia di Tonino Ansaldo che ancora una volta sceglie GiglioNews per presentarla ufficialmente ai gigliesi ed agli amanti della nostra isola. Per chi volesse leggere i versi pubblicati negli ultimi anni, può visitare l’apposita pagina LE POESIE DI TONINO ANSALDO.
Nei versi che ci propone oggi il poeta dedica il suo omaggio al molo verde ed al suo faro. Partendo dalla notizia dei prossimi lavori che consisteranno nel raddrizzamento della banchina verso l'esterno con il fanale ("verde tuo l'occhio") che rimarrà però nella sua posizione originaria, Tonino racconta con la magia delle sue parole cosa quel molo con quel faro, pur se parecchio più giovane del "fratello rosso", rappresenta nei ricordi di ogni isolano.
IN PUNTA AL VERDE Rimarrà in loco verde tuo l’occhio. Solo tua la gobba che mai disturba drizzeranno. Eppur giovane assai sei tanto più di tuo fratello. Rosso a levante storico s’ammanta. Rimarrà in loco verde tuo l’occhio. Poiché loro sanno e mutare oltre non potranno. Né profanare peccando. Più l’immane danno. Loro sanno ... Che in punta al verde riva di sera l’alito marino e Divino. Che in punta al verde riva di sera l’alito del Celeste poggio.
IL PARADISO DI TONINO Per chi, come me, presume di conoscer la Poesia, Tonino è un fenomeno vivente, tra tanta e tanta gente che crede sian poeti solo i grandi. Quelli che scrissero o scrivono poemi. Gli altri, quelli che "trattan" di "nugellae" ovvero di cose pari a quelle, li snobba. Così sono snobbati poeti d'alto censo, che pure sanno racchiudere in un verso, l'essenza della vita. Cardarelli, ad esempio! Cardarelli, da Corneto, cui basta anche solo una semplice "frase" per cingersi d'alloro, siccome definisce l'Estate "stagione dei densi climi, dei grandi mattini, dell'albe senza rumore" ovvero una vergine impudica "pure qualcuno ti disfiorirà, bocca di sorgiva!" Tonino, detto alla "maremmana", è "li stesso". Tonino, che fa delle piccole cose del Giglio e del suo dialetto, un mondo intero, scrivendo di fatti e di persone, cui son da spartiacque, non le immense distese del Grande Mare Oceano, come l'han definito Colombo e poi Neruda, bensì un pelago ristretto. Tonino che, in una "Torricella", in un simpatico anziano, che balbetta, nei balconi sul porto, in un amico, anzitempo dipartito, di tanto in tanto, si rivede e s'eternizza, oggi che "guarda" un faro colla gobba, che va ristrutturato, appunto perché "ghiebbo", in quanto i venti e il mare, agitati dall'ali d'angeli divini, ne hanno fatto un luogo sacro, quale antimurale di procelle, sembra che preghi, avendo, avanti gli occhi, il Paradiso.