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A Capel Rosso, con la luna piena
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A CAPEL ROSSO, CON LA LUNA PIENA

COL BENEPLACITO DI DIO, AVRIA VOLUTO ESSERCI PUR IO, DOMENICA NOTTE, A CAPEL ROSSO, DOPO MANGIATO E BEVUTO A PIU’ NON POSSO. ESSERCI, APPUNTO, ANCH’IO, IN BUONA LENA, A RIMIRAR LA LUNA PIENA PIENA, COLLE STELLE, CHE “TREMULE E BELLE”, SEMBRAVANO TUFFARSI IN MARE, COME “RAGANELLE”, TRA SCHIZZI DI SPUMA FLUORESCENTE, CH’ERANO UN INCANTO

EFFERVESCENTE.

MAGARI, PER CANTARE, “CHE FAI TU LUNA IN CIEL, DIMMI CHE FAI?” DIMMI DOVE VAI?, COME IL PASTORE ERRANTE O IL NAVIGANTE, CHE, ANIMA INQUIETA, VAGANDO SENZA META, CHIEDE A SELENE, QUALE VIA CONVIENE PER SCANSAR PROCELLE, ED EVITAR BONACCE, CHE SON PARI MINACCE AL LENTO PROCEDER DELLE STELLE.

AVRIA, DUNQUE E COMUNQUE, VOLUTO ESSERCI ANCH’IO, COL BENEPLACITO DI DIO E IN BUONA LENA,

A RIMIRAR LA LUNA, TUTTA PIENA, APPO QUEL FARO ESTREMO, CHE, MONOCOLO, QUANTO IL FEROCE POLIFEMO, MA, ALTRIMENTI, RILUCENTE AI QUATTRO VENTI, SCRUTANDO IL LARGO MARE, TANTA GENTE, FUOR DI VIA, NON PER NIENTE, EBBE A SALVARE, MIRACOLOSAMENTE, DA UNA SORTE RIA.

MAGARI STANDO IMPETTITO SUI “LASTRONI” DI GRANITO, CHE SPROFONDANDO IN MARE, SONO UN “MITO” PER PESCARE, MA CHE CARPONI DEI, TOSTO, LASCIARE SE SOLO L’ONDA ACCENNI AD INGROSSARE.

DI LA’, ALLA LUNA PIENA, SAZIO D’ANSONICO E DI CENA, IN PACE ED AMISTA’, COME PERTIENE A CHI HA BUON SANGUE NELLE VENE, AVRIA, CHIESTO E RICHIESTO, SENZ’ALTEZZOSITA’, CH’E’ M’E’ DIGIUNA, TANTO CHE POTRIA PASSARE PER LA CRUNA, SE, AD UNO, COME ME, SENZA FORTUNA, CHE, TIENE L’ETA’, IN CUI, SOVVIENE, PENSAR SOVENTE, SPECIE DI RECENTE, ALLA DIPARTITA, DAL MONDO, DALLA VITA E DALLA GENTE, PIU’ CONVIENE CONTINUARE IL “GIROTONDO”, MESTO, ORMAI, FATTOSI LESTO, CUI S’E’ RIDOTTA LA MIA VITA, CHE, MAI “DIVERTITA”, ORA APPESANTITA, DA TANTI ACCIACCHI E GUAI E’ TUTTA UNA SALITA, OVVERO FARLA, SUBITO, FINITA, SENZA INFAMIA, SENZA ONORI E SENZA PRECI, ACCIOCCHE’ L’ALBA, DALLE DITA DI ROSA DEI “CANTORI” GRECI, SICCOME FA LA VITALBA, SILVESTRE, ALLE GINESTRE, TUTTO M’AVVOLGA, SENZA POSA, DI MAGICI BAGLIORI.