Le aree marine protette sono state istituite ai sensi della legge 979 del 1982 e della legge 394 del 1991. La suddivisione delle aree è principalmente in 3 zone: zona A “riserva integrale” dove è vietata qualsiasi forma di intervento, sfruttamento, attraversamento, balneazione ecc.. zona B “riserva generale” dove è vietato l’ancoraggio, le immersioni subacquee possono essere solo guidate, la pesca limitata e regolamentata solo ai residenti ... zona C “riserva parziale” dove sono permesse ma regolamentate dall’organismo di gestione: la navigazione a motore solo a velocità ridotta, l’ormeggio, l’ancoraggio, la pesca sportiva.
Di conseguenza se all’Isola del Giglio verrà istituita l’amp queste saranno le principali regole alle quali tutti dovranno attenersi. Non si potrà più fare il giro dell’isola in quanto è impossibile attraversare la zona A se non aggirarla di circa un miglio di distanza dalla costa e questo vale pure per i residenti, i subacquei che frequentano la nostra isola dovranno obbligatoriamente essere guidati, il turismo da diporto, fonte importante per il nostro indotto, sia perché non può più ormeggiare davanti alle nostre cale, sia perché gli viene negata la possibilità di pescare, sia perché in gran parte gli viene impossibile visitare tutto il perimetro dell’isola molto probabilmente si orienterà verso altri posti, inoltre se al turista che decide di trascorrere una vacanza da noi oltre a tutte queste limitazioni, gli rendiamo molto arduo pure recarsi a Giannutri in quanto è in progetto limitare l’accesso giornaliero a 250 persone, cosa ci rimane da offrire?
In qualità di operatore turistico sono molto preoccupato per il futuro economico delle nostre attività se verrà istituita l’amp, ma la cosa che mi lascia ancora più perplesso è l’indifferenza generale che avverto da parte di tutti gli altri operatori del settore. Io credo che il rischio di un ulteriore calo di presenze sull’isola sia molto concreto, e le conseguenze sarebbero facilmente immaginabili.
L’esempio del parco a terra, spero di essere smentito, è davanti agli occhi di tutti: c’è stata una grossa diminuzione di cacciatori che erano una bella risorsa non solo economica, soprattutto per il Castello, una limitazione delle zone fruibili dell’attività venatoria, inoltre i vari sentieri spesso sono quasi inagibili.
A Porto Santo Stefano davanti al pericolo di un ulteriore inasprimento della crisi del settore turistico, hanno costituito un comitato, noi vogliamo continuare a guardare? Gli strumenti per un confronto serio e costruttivo ci sono, facciamo sentire la nostra voce per un futuro più roseo.
Colgo l’occasione per augurare a tutte le persone un sereno Natale ed un felice e prosperoso(?) 2008
Alessandro Nosiglia
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