Anche gigliesi a Catanzaro sul palco di Cristicchi
"Popolo di … (Catanzaro, in questo caso), dalla Maremma e il monte Amiata, terra di contadini, mezzadri, briganti, terra di canti, miniere, vino, amore e anarchia, il Coro dei Minatori di Santa Fiora".
Comincia così lo spettacolo che il Coro dei Minatori di Santa Fiora, insieme a Simone Cristicchi, ha tenuto all’auditorium di Catanzaro il 22 Dicembre scorso.
Un paio d’ore di musica, canzoni, canti e monologhi recitati da Simone con una bravura e una capacità nel trasmettere emozioni che pochi oggi hanno.
Il concerto è stato così coinvolgente tanto che il pubblico presente ha interagito più volte, diventando esso stesso parte dello spettacolo.
Quando poi Simone ha interpretato alcune delle sue più belle canzoni tipo: "Ti regalerò una rosa", "Studentessa", "L’ultimo valzer" o "Emozioni" di L. Battisti e "Io che amo solo te" di S. Endrigo con tutto l’auditorium che cantava insieme a lui, le emozioni e la soddisfazione che ho provato ad essere lì, su quel palco, sono qualcosa di veramente difficile da raccontare a parole.
Lo spettacolo si è concluso con l’entrata in scena di una "Machine band" composta da una quindicina di ragazzi che suonavano trombe, tromboni, ecc. e che hanno suonato insieme a noi "Volemo le bambole", mentre tutto l’auditorium, in piedi, cantava con il Coro e con Simone.
Il viaggio di andata e ritorno, se pure lungo, complici due bellissime giornate di sole, mi è servito per ammirare, ancora una volta, la bellezza selvaggia e aspra di due regioni meravigliose come la Basilicata e la Calabria.
Angelo Stefanini
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