Carissimi,
innanzitutto permettetemi alcuni ringraziamenti.

Un ringraziamento speciale va a Valter Marinai, carissimo amico prima che maestro ricercatore (sul campo mi ha insegnato tante cose) e sempre di più indispensabile nel suo incarico di Vice Direttore del Museo.

Un ringraziamento di cuore a tutti gli amici della Pro Loco artefici dell'evento: sono pochi, oltre a Walter, Gina e Laura, a sapere cosa c'è "dietro le quinte" delle Giornate Mineralogiche. Senza il loro paziente lavoro non saremmo riusciti ad ottenere il successo che abbiamo avuto quest'anno.

Un particolare ringraziamento va ai preziosi relatori della Tavola Rotonda, l'evento più significativo della presente edizione delle Giornate Mineralogiche: dal prof. Mazzanti, che quasi ottantenne ha profuso nella platea il suo entusiasmo e la sua passione per la geologia, la più astrusa e al tempo stesso la più immediata delle scienze naturali, al Sindaco, che ha dimostrato ancora una volta il suo vivo interesse per l'avventura del Museo Mineralogico e per il Parco Geomineralogico; da Armando Schiaffino, che ogni volta mi affascina sempre di più con la profondità e la ricchezza delle sue riflessioni, alla dottoressa Gillone, che ha portato l'appoggio del Parco dell'Arcipelago al nostro progetto: con loro accanto, e con davanti tutti i gigliesi che in questi ultimi quarant'anni mi hanno infuso l'amore per la nostra Isola, e che forse in questi anni, grazie al lavoro paziente e quotidiano di osservazione, hanno imparato a leggere le rocce.

Un sentito ringraziamento va alle insegnanti della scuola media, che mi hanno seguito in un difficile percorso mentale attraverso i "sentieri" impervi della geologia. Grazie per aver realizzato con me la più bella esperienza sul campo, la passeggiata con i ragazzi della scuola media: come ci faceva notare Giuliana dopo la Tavola Rotonda, si parla di circa 4000 studenti delle scuole all'anno in visita al Giglio, studenti che si soffermano a visitare il Museo rimanendone entusiasti, e che potrebbero essere comodamente portati sui sentieri a vivere il fascino della scoperta degli xenoliti e della tessitura del granito.

Ma il ringraziamento più grande va a tutti coloro che hanno partecipato alle iniziative proposte, perché con la loro attenzione mi regalano ogni giorno la voglia di andare avanti e la gioia di condividere con tutti il piacere di conoscere i mille volti della nostra splendida Isola.

Ormai l'Isola è riconosciuta da tutti come una realtà geomineralogica di primaria importanza, ben superiore alla maggior parte delle altre località toscane per non dire italiane (in quest'ottica va intesa la mia affermazione non siamo fratelli minori dell'Elba), e per alcuni versi un vero e proprio giardino dell'Eden della micromineralogia. Come dicevo nella Tavola Rotonda, i microcampioni - ossia i cristalli di dimensioni inferiori a 3-4 mm - non hanno alcun valore sul piano commerciale ma un valore immenso sia dal punto di vista scientifico che emozionale - la meraviglia negli occhi dei visitatori di MicroGiglio, elegantemente condotto da Valter prima che da me, a mettere gli occhi nel microscopio, la diceva lunga - che come forma di nuovo turismo, come ci ha raffinatamente ricordato Armando alla Tavola Rotonda. Magari riuscissimo ad acquisire un microscopio con proiettore... allora sì che tutti potremmo ammirare lo splendore dei sassi del Giglio!

Ho incontrato sui sentieri, in questi giorni, molti geologi, sia giovani che meno: ricordiamoci che si tratta di persone abituate fin dagli anni della formazione universitaria a muoversi per i sentieri, a interpretare le rocce ed i loro segreti. Queste persone, che magari sono venute al Giglio per una bella passeggiata, hanno molto apprezzato il nostro lavoro e il nostro sforzo di presentare la nostra Isola sotto un'ottica diversa, quasi voler iniziare il pubblico ai segreti che loro posseggono: come è emerso dalle conversazioni, si tratta di un'occasione turistica molto difficilmente riscontrabile in altre località naturalistiche, ed anche in percorsi appositamente istituiti - leggi visite guidate nelle grotte ornate - è spesso trattata in modo eccessivamente tecnico.

Ho avuto accanto a me i ragazzi della scuola media, 11-13 anni, tutti entusiasticamente impegnati a campionare i minerali del granito delle Cannelle. Ho avuto accanto a me Lorenzo, 16 anni, il più giovane ricercatore dell'AMI. Mi hanno fatto tornare ragazzo, mi hanno portato nuovamente su per le laverie alla scoperta di cosa avrei fatto da grande. E nelle parole emozionate di Lorenzo alla Tavola Rotonda, negli occhi lucenti dei ragazzi con in mano i microcampioni di tormalina, pirite, pirrotina e pinite appena estratti dalla roccia, nella meraviglia mentre posavano gli occhi nel microscopio o semplicemente osservavano i campioni con la lente d'ingrandimento ho visto la luce del futuro. Una luce che, come avviene ogni sera prima del tramonto, viene riflessa dai cristalli di quarzo della spiaggia di Campese, lambisce le scogliere di Mezzofranco e della Torre di Campese, rimbalza sulle mille tessiture del granito, sfiora la pinite e ciò che rimane delle cave, colora le grandi colonne dei monumenti italiani, carezza dolcemente ciò che resta della Miniera e dei loro minatori e conclude il suo viaggio fissandosi per sempre nel turbinio di colori del quarzo con la malachite.

Ecco, questa luce che ha brillato nei loro occhi li spingerà a continuare il nostro lavoro, perché tra loro vi sarà sicuramente qualcuno che, avendo imparato a conoscere le mille sfumature della propria terra, l'amerà non solo come fonte di sostentamento ma come una realtà viva, come il più fidato degli amici perché, come diceva il grande scienziato Konrad Lorenz "se qualcuno ha visto con i propri occhi la bellezza della natura non è destinato alla morte, ma bensì alla natura stessa. E se davvero ha gli occhi per vedere, diventerà inevitabilmente un naturalista".