CAPONI, UN ARTISTA CHE FACEVA LA DIFFERENZA
La notizia mi ha raggiunto sul traghetto mentre rientravo al Giglio quando un amico comune, senza nascondere una certa incredulità, mi ha mestamente annunciato la sua scomparsa. Dopo l’iniziale sbigottimento ho sentito Ilaria, la figlia, che mi ha confermato che babbo Bruno, in questi ultimi tre giorni, si era aggravato in maniera irreparabile con una progressione che non ha lasciato scampo ad un fisico già sofferente.
Non è facile esprimere i sentimenti di cordoglio quando si è strozzati dal dispiacere perché pensando a Bruno mi sono passati davanti tanti momenti, tante belle immagini di una persona ironica, simpatica e autorevolmente sempre disponibile, prima di tutto, e poi ho guardato alla grande passione che nutriva per il Giglio, che non ha mai tenuta nascosta e che ha costituito per lui lo spunto ideale per le sue meravigliose opere. Un amore per l’isola, per il Castello, tale da non far rimpiangere le sue origini maremmane di cui è sempre stato giustamente orgoglioso.
Un giorno mi portò nel suo studio di via delle mura, dove all’interno creava i suoi lavori, ma credetemi ero così giovane da non comprendere né la bellezza delle sue opere né capire che davanti a me avevo un grande maestro dell’arte pittorica. Una cosa però, nella mia ingenuità, mi colpì: la sua firma, inconfondibile, che rappresentava un elemento di forte identità e di stile quale elemento fortemente caratteristico dei suoi quadri. Un’opera nell’opera.
Sono passati tanti anni ma ricordo anche i momenti di tristezza. Senza entrare nei particolari, penso a quando, molto anni fa, andammo a trovarlo in ospedale e lui, invece di disperarsi (ma quanto dolore teneva nascosto?), confortava tutti noi, amici, accorsi in ospedale per stargli vicino e per stare vicini alla sua Alessandra. Poi, grazie a Dio, tutto si risolse nel migliore dei modi ma quella esperienza lo segnò in modo molto profondo anche se era abile a nascondere i suoi sentimenti.
Emblematico era il segno della sua presenza al Giglio: un vecchio ciclomotore “ciao” di colore giallo parcheggiato, senza cavalletto, con la ruota anteriore piantata tra la cunetta ed il muro di casa sua. Chissà, forse gli piaceva così. Era il segnale che si trovava al Giglio e se lo incontravi nei vicoli del Castello o in piazza, come scrisse Giglio News il 5 agosto scorso, potevi scambiare “quattro chiacchiere con Bruno Caponi”. Un’altra opera d’arte che faceva parte del personaggio, costruita nella quotidianità come nella vita di tutti i giorni!
Forse la frase “un mare di differenza”, creata ad arte, non è stata poi inventata a caso e non era ascrivibile solo all’isola circondata dal mare. Credo che in questa differenza c'era tutta la sua differenza, ovvero la ragione di una sua, come amava dire, “estraneità rispetto a quanto lo circondava” tanto da renderlo un personaggio amato, stimato e piacevole oltre che un grande artista di fama internazionale. Un artista che, secondo noi, meritava una maggiore attenzione che non la solita irriconoscenza umana e che invece all’Isola del Giglio gli riconosciamo senza “se” e senza “ma”.
E qui mi fermo, perché mi preme estendere a Carla, a Ilaria e Alessandra il cordoglio mio personale e dell’intera comunità gigliese che oggi perde un amico sincero ed un suo illustre concittadino, una di quelle persone che sarà parte integrante della storia del Giglio e che il Giglio saprà senza ombra di dubbio celebrare degnamente. Come Bruno meritava.
....Grazie Sergio per quello che hai scritto nei riguardi di Bruno.....Io lo conobbi quando,seduto davanti alla mia casetta in Via Roma,mi disse,Salvatore l'hai comprato tu???io gli risposi di si...con un sorriso mi rispose"Mi hai fregato,volevo farci una ...Galleria per le mie Opere....pazienza!!!!!!!!!Mi dispiace moltissimo per la Sua scomparsa.Tu lo hai descritto per quello che veramente era....Una bellissima Persona,un grande artista.....Mi associo al dolore ed esprimo alla Sua famiglia le mie più sentite condoglianze....Ancora grazie per quanto su..esposto....ciao..