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Chi è senza peccato ...
Avendo, in famiglia, due disoccupati, uno, il secondo genero, Ingegnere meccanico (vecchio Ordinamento), licenziato, insieme ad altre decine di dipendenti, dopo due anni di apprezzato lavoro, da una “multinazionale” americana, che ha deciso di chiudere la sede italiana di Pomezia, l’altro, la seconda figlia, sempre Ingegnere meccanico (vecchio Ordinamento), con voto di Laurea (senza uno “straccio” di assistenza-tutor, siccome, invece, previsto dal “regolamento” dell’Istituto universitario di riferimento) di 107/110, più un brevetto da pilota d’aereo di 1^ categoria, dovrei senz’altro indignarmi nell’apprendere, dai “media”, le vicende dell’ormai ex Ministro Lupi, accusato d’intrallazzi in favore del figlio.
Invece non è così.
Non è così, non ostante il sottoscritto abbia avuto sempre un’“antipatia” strutturale nei confronti de l’eminente Onorevole di centro-destra, in quanto, non ha mai mancato d’ergersi a difensore, ad oltranza, del Cavaliere in occasione di qualsivoglia circostanza, politica e non politica, fino a giustificare, con il voto in aula e nel corso di molteplici dibattiti televisivi, addirittura i comportamenti del “Signore” di Arcore e dintorni in materia di “Bunga Bunga”, “Olgettine” e quant’altro, ivi compresi quelli relativi alla scottante quanto pruriginosa vicenda dell’ineffabile Ruby, “validata”, senza nutrire un minimo di riserva, quale stretta parente dell’allora “premier”egiziano, Mubarak.
Non è così, perché, in fondo, attingendo alle radici della mia educazione familiare, fortemente religiosa (mia madre, che, come ho scritto ed argomentato in un libro ancora inedito, ritengo fosse senz’altro una Santa, ebbe il privilegio di cadere “fulminata” in chiesa, mentre assisteva, dall’alto d’un inginocchiatoio, alla prima Comunione dei bambini di Orbetello Scalo), a prescindere dalle miei convinzioni politiche laico-mazziniane, m’è venuto d’appropriarmi del significato delle parole del Nazzareno quando, a chi s’apprestava a lapidare la “peccatrice”, ebbe a dire “Chi è senza peccato scagli la prima pietra!”.
Ebbene, non me la sono sentita di pronunciare il “crucifige!” contro l’Onorevole Maurizio Lupi, che, carte e non carte, intercettazioni e non intercettazioni, sono fermamente convinto si sia adoperato, ogni qual volta gli è stato possibile, in favore d’un rampollo, che non ha avuto neppure il pudore di restituire il “Rolex” da 10.000 Euro di cui era stato “misteriosamente” gratificato.
Ed allora m’è venuto in mente l’”amico” repubblicano, ormai scomparso, Carlo Mazzarella, giornalista straordinario, sul quale ho mutuato, in virtù della sua bassa statura, per altro compensata da uno spirito assai salace e da una professionalità impareggiabile, il modo di dire che vede “I brevilinei, essere, per solito, oltremodo cazzuti”.
Carlo Mazzarella, che, nato a Genova nel 1919 e morto a Roma, nel 1993, a motivo d’un cancro ai polmoni, che, non ostante non fosse stato mai fumatore, l’aveva inesorabilmente aggredito, dopo aver frequentato e superato, ai tempi di Silvio D’Amico, i corsi del’Accademia d’Arte Drammatica, assieme a Vittorio Gassman e Luigi Squarzina, anch’essi Repubblicani e Lamalfiani (seppure il primo, durante la “terza età”, ebbe ad “innamorarsi” di Bettino Craxi), era approdato alla RAI.
Alla RAI ove s’era prontamente distinto, non solo per gli ottimi “servizi” giornalistici realizzati, in sede e fuori sede (tra le pietre miliari del suo lavoro, ogni tanto riproposti, rimane una serie di filmati televisivi sugli Stati Uniti, condotti, talentuosamente “a braccio”, nel corso di 60 giorni, via via che attraversava l’”America”, a bordo dei famosi autobus “Greyhounds”, ovvero “Levrieri grigi”), ma anche per le sue battute “fulminanti” su colleghi e superiori, di vario grado e competenze, dei “palinsesti” per i quali lavorava, e per una specie di “Colonna Infame” di manzoniana memoria, che ebbe l’ardire di compilare ed affiggere ad una parete della sede centrale di Roma.
“Colonna Infame”, su cui, accanto ai nomi di centinaia di dipendenti, a vario titolo, della “Radiotelevisione di Stato”, s’era preso la briga d’elencare “origini e provenienze”, ovvero i rapporti di parentela o di affinità economico-partitiche che li legavano, inequivocabilmente, al mondo della finanza, della politica e degli affari della cosiddetta “Prima Repubblica”.
“Colonna Infame”, cui, tra l’altro, in veste di primo assertore del modo di dire “Le battute fioriscono nei regimi”, seppe pure aggiungere argute definizioni a carico di eminenti giornalisti, che poco gli piacevano, come, ad esempio: Emilio Fede, che definì “Sciupone l’Africano” a motivo del fatto che, approfittando del privilegio d’essere genero del Vicepresidente della Rai (il Socialdemocratico De Feo), al ritorno da una trasferta di lavoro in Africa, aveva presentato un rimborso spese iperbolico; Sergio Zavoli, alternativamente “chiamato” “L’ angosciato speciale” e “Commosso viaggiatore”, per la sua “dizione” perennemente lamentevole; Furio Colombo, “ribattezzato” quale “Premio Snobel” per l’atteggiamento affettato e perennemente “snob”; Biagio Agnel, per la sua consueta “albagia”, appellato quale “Primo giornalista d’Italia, ma solo in virtù dell’ordine alfabetico”; Willy De Luca, Direttore Generale, che, grazie al colorito piuttosto pallido, dopo essersi guadagnato il soprannome di “Pallore gonfiato”, meritò anche quello di “Capitano del Bounty”, perché s’era vendicato, ordinandogli di raggiungere, a rischio della vita, Phoom Penh, capitale della Cambogia, letteralmente assediata dai “Khmer rossi”, e, da là, mandargli un “servizio” articolato sulle disperate condizioni della popolazione.
Quanto a Iosif Stalin, il “nostro”, tenacemente Antifascista ed Anticomunista, un giorno che, frequentando l’abitazione di Indro Montanelli (anch’egli Lamalfiano), s’avvide che il fondatore de “Il Giornale” teneva nello studio un busto del dittatore russo, ebbe a confidargli che, per “L’Uomo d’acciaio”, dai Compagni italiani chiamato anche “Baffone” (solevano, infatti, ripetere, agli avversari politici, il famoso “mantra” dell’“Ha da veni’ Baffone!”) nutriva una grande ammirazione, in quanto, più d’ogni altro, era riuscito a sbarazzarsi di migliaia e migliaia di Comunisti”.
Quindi, la figura di Carlo Mazzarella, che, in procinto di morire, chiamò, da una clinica romana, il suo direttore, Alberto La Volpe (altro Repubblicano), chiedendogli, stoicamente, di predisporre il “Coccodrillo” relativo alla sua “dipartita”, e che, con la “Colonna Infame”, aveva avuto l’ardire di mettere alla berlina, il mondo della Comunicazione del suo tempo, evidenziando il vergognoso nepotismo che, già allora, albergava nelle “segrete stanze del potere”, pur avendomi spinto a riflettere sui “fatti” di famiglia di Maurizio Lupi, m’ha anche stimolato ad approfondire, in un momento di grave “stress” occupazionale, la questione delle assunzioni in RAI, strutturalmente riservate, invece che alla moltitudine degli aventi diritto, ai soli esponenti o rampolli della cosiddetta “casta, per i quali spesso si costruiscono addirittura apposite “carriere” .
Ebbene, anche solo indagando, attraverso i molteplici strumenti di ricerca Internet a disposizione, sui dipendenti, a vario titolo, della Radio-Televisione Italiana, emerge una congerie di privilegiati talmente varia e vasta che, pur ridotta letteralmente all’osso, per motivi di spazio, e per non tediare, più di tanto, chi mi legge, denuncia, salvo errori od omissioni, quanto segue:
Giancarlo Leone è figlio del’ex Presidente della Repubblica, Giovanni; Bianca Berlinguer è figlia dello scomparso Segretario del P.C.I., Enrico; Piero Marrazzo è figlio dello scomparso giornalista della Sinistra d’assalto, Giò; Annalisa Guglielmi è figlia di Angelo, ex direttore di Rai Tre; Simonetta Martellini è figlia di Nando, ex cronista sportivo; Angela Buttiglione è sorella del filosofo ed autorevole esponente democristiano, Rocco; Nicolò Cariglia è fratello di Franco, ex Segretario del P.S.D.I. (di cui Fortebraccio scriveva che aveva una “Faccia da “cascherino” di bottega da macellaio ed andava in bicicletta, senza tenere le mani sul manubrio, cantando “Zingara!”; Sandro Marini è fratello di Franco, autorevolissimo ex segretario della C.I.S.L., nonché, recentemente “trombato” dal P.D. quale candidato alla Presidenza della Repubblica; Paolo Ruffini, nipote del Cardinale, è figlio dell’ex Ministro, Attilio; Giovanni Tatò è figlio di Tonino, segretario e consigliere di Enrico Berlinguer; Carlotta Tedeschi è figlia di Mario, ex senatore del M.S.I.; Stefano Ziantoni è figlio dell’ex Presidente della Provincia di Roma, Violenzo; Paola Bernabei è figlia dell’ex Direttore generale, Ettore, Fanfaniano e Cattolico della più stretta osservanza, al punto da imporre che, nelle trasmissioni dell’emittente radio-televisiva di Stato, ci si guardasse bene dal far uso di termini, definiti “equivoci”, quale, ad esempio, “membro”; Manuela De Luca è figlia del sunnominato Willy; Tinni Andreatta è figlia dell’ex Ministro, Beniamino; Claudio Cappon è figlio dell’ex Direttore generale dell’I.M.I., Giorgio; Antonio De Martino è figlio dell’ex Ministro socialista, Francesco; Claudio Donat-Cattin, fratello d’un noto terrorista d’estrema sinistra, è figlio dell’ex sindacalista ed autorevole ex Ministro del Lavoro, Carlo; Marina Letta (contrattista) è figlia di Gianni, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con Berlusconi, nonché ex Direttore del quotidiano “Il Tempo”, noto per non aver mai scritto un “editoriale”; Pietro Mancini è figlio dell’ex Ministro socialista, Giacomo; Claudio Piga è figlio dell’ex Ministro democristiano, Franco; Alessandra Rauti è figlia di Pino, ex segretario del Movimento Sociale-Fiamma Tricolore; Natalia Augias è figlia di Corrado Augias; Francesco Pionati è figlio di un ex Sindaco democristiano di Avellino, stretto sodale dell’Onorevole Ciriaco De Mita; Stefania Pennacchini è figlia dell’ex Sottosegretario democristiano, Erminio; Roberto Averardi è figlio dell’ex Deputato socialdemocratico, Giuseppe.
Poi, chi più ne ha più ne metta!
L’elenco è lunghissimo, ma Il sottoscritto s’è stufato di leggerlo!
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