"CHI FA PUÒ SBAGLIARE, CHI NON FA NON SBAGLIA MAI"
Chi non fa parla perché chi fa non ha tempo di parlare.
A volte gli aforismi aiutano nella dialettica a difendere, anche se debolmente, chi ogni giorno con passione ed impegno svolge onestamente il proprio lavoro di amministratore. Anche di fronte a mille lacci e laccioli prodotti dalla burocrazia italiana ma, più di tutto, al cospetto della bieca e pretestuosa strumentalizzazione di minoranze ufficiali e non ufficiali che tutti i giorni tentano di screditare l’attività amministrativa agli occhi dei gigliesi. Un modo distruttivo di guardare il lavoro della maggioranza attuale e senza mai fornire una prospettiva, una proposta, un’idea che il ruolo istituzionale invece gli consentirebbe di produrre.
Ci sono buone probabilità di perdere il finanziamento comunitario che ci è stato riconosciuto nel 2012 (frutto di un lavoro difficile e che la stessa Comunità europea non vuol prorogare) ma credo sinceramente che godere sulle sventure dei gigliesi sia diventato lo sport più praticato dagli avversari. La nostra cultura invece è fondata sulla positività del lavoro e sulla dedizione nei confronti della cosa pubblica. Ho anche letto alcune citazioni, estremamente velenose, riferite alle pene che gli amministratori rischierebbero (da 1 a 4 anni di prigione) in caso di mancato intervento di bonifica. Sono allusioni gravi e meschine, che inducono false interpretazioni da parte della nostra comunità solitamente corretta nei confronti degli amministratori. Sono frasi scritte da chi non prova amore per l’isola ma dispensa solo disprezzo nei confronti dell’avversario che è un nemico da combattere. Sono profondamente rammaricato perché a queste persone la storia non ha insegnato il senso civico ed il rispetto delle istituzioni. Perché non c’è attaccamento alla “maglia” gigliese. “Tanto peggio tanto meglio” proprio come si diceva qualche tempo fa. Prima vittime e poi fautori di un modello politico fallimentare che oggi cerca di tornare prepotentemente alla ribalta pur di fare casino.
La vicenda dei finanziamenti europei del progetto Bonifica ex Discarica non può essere analizzata senza fare riferimento alle vicende che hanno contrassegnato la vita sociale dell’isola di questi ultimi tre anni. La Concordia, l’alluvione, l’avvento del nuovo gestore dei rifiuti, le norme in continuo mutamento e tutto di più. Nulla si sa, però, del lavoro svolto tra il 2004 e il 2009 per evitare i ritardi del progetto e quello stesso “smemorato” oggi punta il dito senza minimamente accorgersi che gli armadi di casa sono pieni di scheletri. Conosco bene la vicenda avendo io stesso incaricato il progettista Ing. Corciolani nel 2003 quando all’epoca ricoprivo il ruolo di consigliere comunale.
Infatti dal 2004 al 2009 l’onnipresente ex sindaco ed ex consigliere ricopriva il ruolo di Capogruppo della maggioranza cioè il maggior esponente dell’amministrazione che aveva l’onere e l’onore di amministrare il comune. Oggi questo irriducibile fazioso della domenica si scaglia contro chi ha elaborato un progetto di bonifica, ottenuto un finanziamento comunitario di 2,8 milioni di euro, prodotto tutti i titoli necessari all’esecuzione dell’opera e che “scorda” che dal 2012 ad oggi sul Giglio è accaduta una delle tragedie più incredibili della storia. Negare è male ma uno storico che nega la storia è il peggio del peggio. Ipocrisia?
Allora se dobbiamo scusarci con i gigliesi cominciamo a rivisitare la storia. Quella storia che scriviamo noi e che proprio per questo non può essere ignorata anche quando chi critica rappresenta la peggiore pagina dell’amministrazione gigliese. E qui non c’è bisogno di raccontare perché gli elementi per capire ce li ricordiamo benissimo. Ma questo è il punto: guardare alle spalle non è una mia scelta.
Caro Sindaco Ortelli (mi consento il “caro”, perché, a prescindere dal fatto che, a volte, ci troviamo su sponde “avverse”, e facendo finta di non aver letto, nella Sua “replica”, la “velenosa” invettiva scagliata ad un Suo predecessore, che non Le fa onore, né per stile né per toni, Lei, nel complesso, mi rimane persona amabile, cortese e gentile), non è che, in merito, alle Sue “dimenticanze” ed a quelle della Sua autorevole, quanto composita Giunta, se la possa cavare, con l’asserzione “Chi non fa non sbaglia”. Asserzione che lascia il tempo che trova, perché gli errori permangono in tutta la loro “pesantezza” ed i fatti, che sono fatti reali, producono conseguenze, cui, poi, si è chiamati a far fronte ed a renderne conto, magari non solo di persona. Se così non fosse, Renzi, che in pochi mesi di “Sgoverno”, questa, almeno è la mia opinione, ha messo insieme un tale “turbine” d’iniziative “scomposte” da far rizzare i capelli in testa a persone come me, che sono pressoché calve, sarebbe del tutto inattaccabile. Ed invece lo attaccano giorno dietro giorno, sia dall’interno del suo partito che dall’opposizione. Tant’è che comincia ad essere “malfermo” nella poltrona che, come rottamatore ed innovatore di metodo, ancorchè non eletto, in principio si era guadagnato, dicendo (come se gli altri ci avessero messo il cu ….) “Io ci metto la faccia”. Quanto agli “Scheletri nell’armadio”, in questo nostro Paese, che subito dopo la guerra, vide un emerito Ministro della Giustizia (Togliatti) condonare, con un tratto di penna, le foltissime schiere dei funzionari pubblici d’ogni livello, collusi con il Fascismo, mantenendoli nei loro posti di comando, ce n’è, in giro, quanti se ne vuole e, visto che “omertà produce omertà” siccome “ricatto produce ricatto”, sempre ce ne saranno, ad onta del reiterarsi di frequenti “ventate” giacobine o radicali, tanto che, mutuando, in modo irriverente, l’espressione dai Vangeli, potremmo dire “Chi è senza peccato scagli la prima pietra!” Per quel che, invece, a prescindere dai “trapassati” (tenuti ben nascosti nei mobili della camera da letto che, teatro d’ogni tipo di gesta amatorie, costituisce, quantomeno per i politici italiani, il “Sancta Sanctorum” dei, per così dire, “segreti di Stato”, senzaltro da preservare da occhi indiscreti), riguarda gli errori politico-amministrativi da rinfacciare, apertis verbis, agli avversari , non è che Lei, non li abbia evidenziati agli elettori al momento in cui, dall’Opposizione, s’è battuto per passare, riuscendoci, alla guida del Suo Comune. Caro Sindaco Ortelli, non è un caso che, in proposito, ovvero nei rapporti tra Maggioranza e Minoranza, il confronto o lo scontro politico, fatto anche di colpi bassi, ormai da tempo (ma forse da sempre) si conduca all’insegna del famoso “aforisma” che dice “A la guerre comme a la guerre”. Non si stupisca, quindi, e, soprattutto, non s’adonti se la Sua Opposizione a questo modo di dire si conforma. Del resto, la vicenda del finanziamento europeo di circa 2,9 milioni di Euro, per la “Bonifica della Discarica, che rischiano di dileguarsi come nebbia al sole, non è certo cosa di poco conto. Anzi, costituisce, per le “Finanze” della Comunità Gigliese, presa nel suo complesso, un evento catastrofico! Guardiamo, per favore, questo “accadimento”, per una volta, con l’occhio del cittadino contribuente o del “foresto” parimenti contribuente. Se è vero, come almeno sembra a chi è all'oscuro di eventuali “ripescaggi” possibili, che il “combinato disposto” degli strumenti legislativi in essere in Italia ed in Europa, impone alla Municipalità Gigliese di realizzare la bonifica e, una volta perso il contributo Europeo, di realizzarla comunque, attraverso finanziamenti pluriennali onerosi, da reperire attraverso terzi, ivi compresa la Cassa Depositi e Prestiti, allo stato delle cose, quel che si profila per il prossimo futuro è che il Comune dovrà, per restituire il debito contratto, “attingere” alle tasche dei suoi “amministrati”, residenti o forestieri, in maniera abnorme rispetto al già pesante prelievo fiscale cui sono sottoposti. Se posso permettermi di dire la mia, come “contribuente” dell’isola, posso solo augurarLe che, considerate tutte le “attenuanti” accampabili in merito all’inadempienza della Bonifica della Discarica di cui il Comune porta grandi responsabilità (e con il Comune la Regione, che, a quanto pare, ha colpe pesanti di cui rispondere), si possa giungere ad un comune atto di “resipiscenza” da parte dei diversi soggetti che hanno potestà “sanatorie” al riguardo. E cioè che si possano riaprire i termini della questione, prorogando di almeno due anni le scadenze che segnavano ed ancora segnano la decadenza dei tempi relativi all’iter operativo per la fruizione del finanziamento. In caso contrario, senza scagliare alcun “Crucifige!”, quantomeno non posso esimermi dal chiederLe perché mai, visto che la “Questione Concordia”, con tutte le incombenze straordinarie, cui l’ Amministrazione ha dovuto, per forza di cose, provvedere in tempi non rinviabili, costituiva, di per sé, una giustificazione assai sostanziosa dei ritardi in cui , sempre per forza di cose, non avrebbe non potuto incorrere su altri “fronti” delle sue specifiche competenze gestionali, non Vi siate mossi per tempo nei confronti delle istituzioni di riferimento, chiedendo un rinvio dei termini di scadenza? E’ chiaro che, allo stato delle cose e dell’informazione, cui ho potuto attingere, di questo almeno, politicamente parlando, alle prossime elezioni amministrative, la sua Maggioranza dovrà rispondere. Non me ne voglia ed abbia i miei deferenti saluti, assieme ai miei più fervidi voti augurali perché i fatti, come poco sopra accennato, possano prendere altra “piega” e tutto possa andare per il meglio.