ISOLA DEL GIGLIO
Sono tanti i gigliesi sparsi nel mondo, ognuno con una propria storia da raccontare.
Noi abbiamo deciso di raccontarvi ogni settimana la storia di Alessandro Bossini, un isolano partito dall'Isola del Giglio verso l'Australia per esplorare il continente oceanico in un modo insolito: con un sacco a pelo, una bicicletta (fedele compagna di viaggio) e tanta voglia di esplorare il mondo.
Alessandro non è nuovo ad avventure stravaganti ed originali, ultima delle quali è il viaggio in bici da Valencia a Firenze attraversando in poche settimane i più variegati paesaggi pirenaici ed alpini.
Dunque, con cadenza settimanale, vogliamo rendere partecipi tutti coloro che ne sono interessati del suo "Australian Trip" attraverso i racconti che egli stesso ci fa pervenire riguardo le sue intriganti avventure che ogni giorno si trova a vivere.

CAPITOLO 22bis (Fuori piove... ):
"02/03/06
Fuori piove.
I contorni degli oggetti sono corde di violino. Tutto vibra, oscilla su linee confuse e basta un leggero movimento della testa ad imbrogliare le immagini in torbidi gorghi... la realta' e' un riflesso distorto nelle proporzioni.
A stento riesco a scrivere, lunghe pause tra parole e parole... ma ho troppi incontri da raccontare... cerchero' di non influenzare l'entusiasmo di questi giorni con lo stato febbrile in cui mi trovo.
A Brisbane ero rimasto... Dopo le vie del centro ho attraversato tutti i ponti che cuciono la citta' tagliata dal fiume. Le rive sono adombrate da alberi che scendono dall'alto senza spiegare quale sia il tronco, stanno la', come funi erte al magico suono d'un flauto.
Parchi alternano fontane al dondolio d'altalene, studenti camminano con zaini sulle spalle, e c'e' chi corre respirando il verde dei prati.
Il mattino qua inizia con il sorgere del sole... e l'alba stappa il rossetto alle 5:00. Canoe rigano le acque che ancora il buio si strascica d'ombre, ciclisti attendono in piccoli gruppi i ritardatari, ...la vita gia' pulsa ed ai galli non resta che svegliare le galline.
Zephir e' il figlio di Michel e Jude. Gli ho telefonato per incontrarlo e mi son fermato a dormire da lui.
Una giornata da studente universitario... giro in macchina ad aiutare un amica a traslocare, birra sulla spiaggia e spaghetti all'italiana... cioe' cucinati da me!
Certo sarebbe stato bello vivere in questo paese come studente, frequentare qualche corso di inglese, avere un posto sicuro dove tornare la sera...
Guardo il tramonto dalla finestra, e' pieno di luci e si vede anche il mare... sorrido. Il viaggio, per ora, e' la mia strada.
Il mattino seguente il cielo era sereno, la citta' muoveva i sui primi passi nel silenzio, e la bici gia' scalpitava per riprendere il cammino ma... Brisbane aveva in servo per me ancora un altro incontro.
<<Telefona a mio cugino Daniele quando arrivi a Brisbane>> mi aveva scritto mamma in una e-mail.
Daniele e' ambasciatore italiano e lavora presso il consolato.
Abbiamo cenato assieme. Ho raccontato dei miei viaggi, lui dei suoi. Ha viaggiato per il mondo... prima imbarcato, poi per conto del ministero degl'esteri.
Parte delle sue storie ancora risuonano nella mia testa... grazie Daniele.
Chissa se si e' reso conto del grande regalo che mi ha fatto...
Chissa' se si e' reso conto che gli brillavan gl'occhi parlando del cielo d'Africa...
Ho lasciato la sua casa all'alba. Dalla terrazza lo sguardo attraversava le luci dello Story Brige, ancorata sotto qualche barca dondolava. Dietro le colline ed un odore di pioggia... ma il momento di lasciare la citta' era arrivato.
Destinazione Gatton.
In questa cittadina dell'entro terra (poco piu' di un centinaio di chilometri dalla costa) ci sono molte fattorie che offrono lavoro.
Man mano che mi allontano il panorama cambia lentamente. Le abitazioni si fanno piu' rade, la campagna prende spazio e odori improvvisi arrivano da piantagioni ancora invisibili.
Il muggito delle mucche si mescola alle tonalita' dei gialli, campi di mais chinano il capo sulle note del vento, ed infine canne da zucchero squadrate in verdi parole d'aria fresca.
Poi foreste dagl'alberi aggrinziti pendono i loro scuri frutti... grida acute echeggiano nelle ombre... qualcosa apre le ali e vola planando su d'un nero mantello di velluto.
Ma sono pipistrelli giganti!!!
Non credo siano pericolosi ma poche macchine circolano per queste strade e tutto d'un tratto mi ricordo che ho fretta... VIA a 40 km all'ora.
Il cielo anche muta i suoi colori... ha un occhio azzurro ed uno cieco.
Arrivo al paese. Macchine agricole muovono i loro cingoli al bordo di ogni casa...
Mi dirigo in una fattoria. Il posto non e' dei piu' belli ma nel marsupio ho solo 50 cents... devo lavorare almeno 5-6 giorni prima di ripartire.
Alla fattoria vengo ricevuto dal capo reparto ma...
-Mi dispiace. Adesso e' il periodo del mais, cerchiamo persone che si fermino per piu' di un mese. E vedrai che in questa zona e' tutto cosi'...- Cavolo!!!
Un po' abbattuto faccio per salire in sella quando... il paesaggio oltre 500 metri era scomparso! Sbatto le ciclia ma no, non e' un problema di vista. Il bianco del cielo era diventato grigio scuro, si era abbassato sui campi e raschiava il terreno dirigendosi da questa parte.
Il fattore sorride e mi dice:
-Ti conviene aspettare un po'...-
Mi siedo sotto la tettoia. Il temporale scende violento che quasi ho paura.
Passano i minuti, forse piu' di un'ora ...continua a cadere. Quello che prima erano piantagioni adesso e' bianco, un muro bianco. Ne respiro l'umidita' densa.
-Hei ragazzo. Che fai qua?-
-Aspetto.- Rispondo ad un signore dalle parole veloci come locomotive.
E' irlandese, sulla cinquantacinquina. Porta una barba grigia non troppo lunga e mani grandissime.
-Ah... sei Italiano? Credevo Norvegese o Svedese... Anche mia moglie e' di origine italiana.- Sorride. -Per oggi continuera' a piovere, credo, e se non hai da dormire sei ospite a casa mia.- -Grazie... accetto volentieri... ma perche'... non mi conosci...- Rispondo.
Si chiama Fred e mostrandomi il pollice mi racconta che da giovane ha girato l'Australia facendo l'autostop con solo un sacco a pelo ...e che non si e' scordato delle persone che gli hanno dato una mano.
Carico la bici sul furgone e via, verso Forest Hill, dove ha casa. Durante il viaggio parla, racconta... e dietro il suo generoso gesto d'ospitalita' c'e' di piu'... un forte senso religioso.
Credo ci siano molte maniere di vivere la fede, quella di Fred era fatta di una profonda gratitudine verso il Signore. Nella sua voce, negl'occhi che quando parlava si muovevano nell'aria ricercando un non so che, nei suoi palmi cosi' grandi che sembravano offrire qualcosa al cielo... <<Chiedi a Dio con le preghiere e ringrazialo per quel che ti da>>, mi ha ripetuto piu' volte.
E' stato un ospite eccezonale, come lui anche la moglie Sarina, di origini siciliane.
Il giorno seguente, alle prime luci dell'alba, un'abbondante colazione:
-Mangia mangia che ti servono le energie per fare tutte quelle salite...- Mi diceva come faceva da piccolo mia nonna.
Prima di partire mi hanno fatto qualche foto. Sarina mi ha dato barre energetiche e frutta per il viaggio; Fred mi ha portato fino al bivio che dovevo imboccare ed ha tirato fuori dalla tasca una biccola Bibbia... poche pagine con dei passi del Nuovo Testamento.
-Tieni Ale, per quando sei stanco e ti serve un aiuto per andare avanti.- Cosi' dicendo poggia tra le pagine anche 80$.
Faccio per rifiutare ma lui mette la sua enorme mano sulla mia ed aggiunge:
-Per quando andrai in Africa o in qualche altro paese bisognoso, li restituirai la'. Per ora tienili.-
Il sole era tre dita sulle colline, ancora il profumo della pioggia notturna...
Come si puo' non essere felici nel percorrere una strada sapendo che c'e' qualcosa di piu' grande che unisce le persone...
Forse questa gioia mi ha dato la forza per andare avanti, anche quando nel pomeriggio e' iniziato nuovamente a piovere... pioggia e poi ancora pioggia, fino a sera.
Ho fissato la tenda, i vestiti ancora umidi ed il cielo nascondeva le stelle.
Mi sono svegliato sbadigliando. Attorno era bagnato, in alto un biancore prometteva acquazzoni...
Appena inizio a pedalare... vertigini.
Inizialmente credevo fossero dovute all'odore di ammoniaca che c'era nella tenda, ma no, mi gira la testa e manco d'equilibrio... sara' fame...
Dopo 40 km un paese. Mangio, ma nulla. Aiuto...
Sono le 11:00, ho fissato nuovamente la tenda... il cielo promette pioggia e non riesco a stare in piedi.
Le ore passano, l'acqua scende costantemente. Il sacco a pelo e' completamente bagnato... non ne conosco la ragione, ma oggi l'acqua filtra nella tenda dal basso.
Dormire nell'umido e' sgradevole, le ossa scricchiolano mentre lo sguardo distorge le prospettive. Neanche chiudere gli occhi serve... perche' allora tutto il corpo inizia a ruotare nel buio...

03/03/06
Ho sognato che la tenda era una navicella e mi portava al Giglio da babbo.
-Ma che ci fai vestito cosi'? Ti prendi un malanno. Prudenza Ale... E visto che ci sei passa da mamma che e' preoccupata... Forza, rimettiti in forma, dai, ti do una spinta io...- Rientro nella tenda e quando esco sono a Grosseto da mamma... lei stava aiutando Marco a costruire un enorme uovo di Pasqua... era fatto a Puzle, complicatissimo, e non erano neanche a meta'... ma mio fratello era la', impegnatissimo, che prendeva i tasselli a manciate cercando quelli giusti.
-Ehi, mamma... son passato solo per dirti che anche se son tutto bagnato sto' bene... un abbraccio che devo andare ora.- Mamma mi stringe e mi dice:
-Non preoccuparti, ci penso io a scaldarti...- Mi bacia in fronte e riparto.
Ho fatto molti altri sogni allucinati... ma non sono importanti.
Volevo un abbraccio dai miei... l'ho avuto. Pensando a loro oggi mi son svegliato ed ho trovato un po' di forza per affrontare i 45 km che mi separavano da Gympie. Restero' in questo paese per qualche giorno... fino che il tempo non migliora ...finche' non mi sentiro' meglio...
Piu' tosto... dove dormo stasera?
Bah, stiamo a vedere che succede nelle prossime ore.
"

CAPITOLO 27 (Gundy) :
"09-03-06
Gundy ha una barba lunghissima, gli scende bianca fino alla vita. La pelle e' olivastra e si increspa intorno agli occhi ed alla fronte.
Ero con padre Edward quando, al termine della messa, si e' presentato.
Qualche parola, una stretta di mano ed il suo nome si sarebbe perso tra le molte persone conosciute... invece no.
Finite le tre giornate al frutteto di Amamoor ero nuovamente in bici sulla Bruce Hwy quando una figura mi fa cenno dal bordo della strada.
Era Gundy.
-Lo sentivo che ti avrei incontrato di nuovo- mi dice. -Volevo darti la foto di un ritratto di Cristo a cui somigli tanto.- E' un pittore.
Arte aborigena su iconografia cristiana.
Ha tratti somatici di un nativo d'Australia, ma gli occhi... gli occhi sono azzurri!
-Fermati per stanotte... mi farebbe davvero piacere.- Sia perche' curioso delle sue opere, sia perche' bisognoso di doccia e lavare i vestiti, accetto l'invito.
Giardino con alberi altissimi e una casa che non aveva pareti ma quadri di tutte le dimensioni.
Dipinti biblici affiancavano storie dell'Era dei Sogni, e dalle sue parole le spiegazioni sulle raffigurazioni: il serpente che sali' sulle nuvole per inghiottire la luna... gli uomini coccodrillo che cacciavano i canguri...
Pittura puntiforme, centinaia di macchie colorate che creavano immagini ed ogni immagine ne aveva altre nascoste all'interno.
Stessa moneta-due faccie differenti.
Gundy e' un tipo strano...
Saluta con ampi abbracci e ama stringere le mani.
Entrati a casa si togli maglia, scarpe e mi dice:
-Liberi come gli aborigeni... dai, toglila anche tu...- <<Tanto fa caldo>> penso io... ma dopo il primo abbraccio (a pelle e peli) che ricevo:
-Mi sa che ho preso troppo sole al frutteto... e' meglio che mi copro.-
Spiegandomi i dipinti mi prende la mano nella sua e la fa scorrere sulle superfici colorate... poi sullo stomaco...
-E' come una vibrazione che nasce da dentro...- mi spiega.
Risultato? Mi sono infilato le mani in tasca e non le ho piu' tolte!
Dopo cena altre storie, altri dipinti ed altre imagini nascoste... stavolta rappresentazioni falliche!!!
-La natura che viene fecondata...- aggiunge... ed io indietreggio di due passi.
Come pittore e' veramente valente, nulla da ridire, ma per il resto... un po' ambiguo.
Ad un certo punto mi sorride dicendo:
-Sieditii sulla poltrona accanto a me, ti voglio dire un mio segreto...- E mentre lui si rollava "il suo segreto" io mi sono defilato in camera.
Sara' che gli artisti hanno le lune che girano per vie traverse, sara' che non conosco la cultura aborigena, sara' che nonostante tutti gli aiuti ricevuti sono sempre un po' diffidente, comunque sia ha dormito a porta sprangata ed alle 05:00 del mattino ero pronto per ripartire.
"

CAPITOLO 28 (Da Rockhampton) :
"11-03-06
Il sole brucia, la barba punge, ma la strada spalanca il sipario su nuovi scenari che non lasciano chinare lo sguardo sul manubrio.
Talvolta i fossi al bordo dell'asfalto si innalzano per metri in muraglie di roccia come se il traffico della strada avesse corroso la collina... sperso tra striature porpora vedo il mondo dagli occhi di una formica.
Colline colano il loro verde sulle guance di un bambino, frasche disordinate spezzano l'armonia delle linee... qua rivedo la maremma, i colli dai cipressi solitari...
Certo l'Australia ha un paesaggio piu' ruvido, disegnato a carboncino rispetto all'Italia... ma e' bello per questo, per le differenze che suscita tra le mie memorie.
Piu' avanti si stendono foreste di arbusti che salgono, salgono... come magrissime gambe dalle innumerevoli ginocchia, e le corteccie sono calzini laceri che mopstrano a tratti il chiarore della pelle.
Diverse volte ho trascorso la notte tra queste piante... i tronchi sono radi, a terra poca erba, qualche foglia e rami spezzati che si contorgono in enormi serpenti.
Ma la cosa piu' interessante e' il gioco di luci che si crea: lo sguardo cade cosi' in profondita' che si perde la cognizione delle distanze.
La luna filtra timida tra i neri capillari del soffitto, le stelle restano alte mentre brume scorrono veloci tra i due mondi.
Inseguendo l'alba ho viaggiato verso Est. Risalendo la costa gli occhi han grattato sulle onde, su isole e scogli della Grande Barriera Corallina...
Grandi citta', paesi di quatro case, vetrine di negozzi, fiumi, prati e piscine... ho attraversato l'Australia del surf, dei ristoranti luminosi e delle verdi fattorie...
Ma adesso il ballo con questa giovane dama e' finito.
Adesso si rincorre il Tramonto!
Da Rockhampton parto per l'entroterra... e' un'anziana signora dalla pelle bruciata dal sole, spettinata dai venti e gli occhi azzurri del suo cielo non si chiudono sull'Oceano.

P.S.
Ho rotto nuovamente la bici!
Non ho visto un cavo d'acciaio... tintinnio tra i raggi e la ruota posteriore si e' piegata! Togliendo i freni riesco ancora a pedalare... ma il prossimo negozio di bici e' a Rmerald (260 km)... speriamo bene!
"

CAPITOLO 29 (Capricorn Hwy) :
"Percorro l'autostrada che si sovrappone al tropico del Capricorno.
Man mano che mi allontano dalla costa il caldo diventa piu' intenso, l'ombra degli alberi scompare completamente e lande sconfinate mi si spalancano di fronte.
Chilometri e chilometri senza vedere un'abitazione, di fianco la ferrovia ha il colore della ruggine ed i treni che vi si trascinano arrancano lentamente in una sequela di identici vagoni merci.

[...]

Qua e' un'altra Australia. Sara' che in questo caldo manca il profumo del sale... ma e' impossibile (per le mie forze) viaggiare dopo le 10:00 del mattino.
Gli alberi sono poco piu' di stuzzicadenti e non offrono riparo al vibrante calore che tremola dalla terra... non resta che pedalare di notte! ...ma non e' cosi' semplice come credevo...
Con l'imbrunire la stanchezza prende il sopravvento, le gambe diventano pesanti ed ogni cellula del corpo implora il sonno.
Ho due piccole luci sulla bici, una avanti e una dietro, procedo lentamente ma procedo.
Camion scintillano nelle luci gialle e rosse dei loro giganteschi vagoni e mi chiedo come mai non abbassino gli abbaglianti quando mi incrociano!
Cavolo! Non riesco a vedere piu' nulla!
Viaggiare in bici di notte... puo' sembrare stupido (e forse lo e'...) ma e' anche l'unica via per far fronte al clima arido dell'Outback. Posso caricare solo cinque litri di acqua e pedalando sotto al sole ne bevo circa quindici!
Le distanze tra paese e paese (ma anche tra un distributore e l'altro) sono troppo ampie e spesso non ho possibilita' di far rifornimento.
Provo a procedere ancora per qualche giorno poi, se risulta impresa impossibile, mi fermo.
Di certo ci sono aspetti affascinanti. Pensate... iniziare a pedalare con il cielo turchino, il rosso sulle nuvole ed un Tramonto che soffia i suoi ultimi colori leggero sulla pelle... con calma tutto si scurisce e le ombre incoronano il pallore della Luna.
E' una sorta di viaggio onirico, con il firmamento che esplode immenso e una linea bianca dall'asfalto rimbalza da stella a stella disegnando costellazioni.
E viene da pensare ai secoli che da sempre si susseguono, agli uomini che prima di me hanno percorso queste strade... e come me si sono fermati ad ascoltare il silenzio scendere da un cielo incognito.
Verso le 21:00 ho attraversato un piccolo paese (quattro-cinque case...) e visto che c'era un locale illuminato sono entrato per riempire le borraccie.
La faccia dei camionisti era da fotografia... stringevano in mano le birre nell'atto di bere ma immobili con occhi spalancati mi fissavano.
Non ho capito tutti i consigli che mi hanno dato, parlavano troppo velocemente, ma al <<Buona Fortuna>> ho sorriso e ringraziato."


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Isola del Giglio CON UNA BICI ... ATTRAVERSANDO L'AUSTRALIA 1