ISOLA DEL GIGLIO
Sono tanti i gigliesi sparsi nel mondo, ognuno con una propria storia da raccontare.
Noi abbiamo deciso di raccontarvi ogni settimana la storia di Alessandro Bossini, un isolano partito dall'Isola del Giglio verso l'Australia per esplorare il continente oceanico in un modo insolito: con un sacco a pelo, una bicicletta (fedele compagna di viaggio) e tanta voglia di esplorare il mondo.
Alessandro non è nuovo ad avventure stravaganti ed originali, ultima delle quali è il viaggio in bici da Valencia a Firenze attraversando in poche settimane i più variegati paesaggi pirenaici ed alpini.
Dunque, con cadenza settimanale, vogliamo rendere partecipi tutti coloro che ne sono interessati del suo "Australian Trip" attraverso i racconti che egli stesso ci fa pervenire riguardo le sue intriganti avventure che ogni giorno si trova a vivere.
CAPITOLO 33 (L'avventura continua ... a piedi!):
"18-03-06
Mt Isa
A mezzogiorno la bici e' sistemata. Esco dal negozio che il cielo si appoggia sui tetti e con una mano mano gli si puo' grattare il mento.
Fa caldo nonostante vagoni di nuvole proiettino pellicole d'ombra sul paese, ma decido ugualmente di partire per Camooweal.
188 km di solitario silenzio in cui la Natura rivive il Tempo dei Sogni e l'uomo bianco e' solamente un seme lontano.
Quaranta kilometri piu' tardi il trikettio del pedale cessa!
<<Finalmente!>> Penso.
Cinque minuti dopo stavo imprecando sul bordo della strada con il pedale in mano... ma non e' in danno grave cosi' lo infilo nuovamente nel perno <<basta un po' di attenzione -dico tra me e me- e posso andare avanti molto!>>.
Qualcuno avra' riso dall'alto udendo il mio pensiero perche' una manciata di secondi dopo scoppia la ruota.
Disgraziato d'un meccanico!
Per sostituirmi un raggio ha lacerato il copertone.
Mancano 140 km, inizio a camminare.
<<C'e' ancora luce, qualcuno si fermera' per darmi un passaggio...>> mi rassicuro.
Quando non restano alternative si va avanti tranquillaente, cosi'... seguendo l'unica via che rimane.
Passano le ore, le borracce sempre piu' vuote aleggeriscono il peso della bici che lenta proce avanti.
Si fermano un paio di auto ma non hanno spazio per me.
-Tranquilli- dico -Non c'e' problena... qualcosa trovero'- Cammino per otto ore. Ilcielo si fa nero, a stento riesco a distinguere le linee dell'asfalto sotto i piedi.
Maledette nuvole, mi hanno rapito la Luna lasciando neanche una stella per conforto.
Quando sento un motore avvicinarsi accendo le luci, allungo il braccio con il pollice alzato... e mentre le macchine sfrecciano ignorandomi io scoppio dal ridere.
<<Chissa che pensano dietro al volante quando gli abbaglianti illuminano la sagoma di un uomo e di una bici spersi nell'uscurita' del deserto!!!>>.
E' troppo buio per fissare la tenda... non vedo nulla e l'erba e' alta piu' di un metro.
Ogni tanto cammino a occhi chiusi, concentrandomi sugli odori, cercando di distinguere quelli che conosco da quelli nuovi...
Vengo anche inseguito da un gruppo di vacche e bovi... inizio a trottarmi dietro ed io, spaventato dall'inattesa corte, scappo di corsa con la bici in spalla.
Verso le 23:00 trovo un'area di ristoro. Non c'e' acqua ma l'erba e' bassa e posso sistemarmi per dormire.
18-03-06
L'Alba... resta poco da bere. Devo trovare un passaggio prima che il sole sciolga i suoi capelli.
Trev e' un operaio, lavora all'ampliamento della carreggiata e con il furgone si dirige al cantiere.
Inchioda e mi carica.
Un centinaio di km e siamo al posto di lavoro.
Problemi ai macchinari a quanto ho capito, e non si puo' allentanare.
-Tranquillo ragazzo.- mi dice con il suo sorriso da cavallo.
E' un uomo alto, di mascella robusta e voce cavernosa ma sotto la scorza screpolata dal ole l'animo e' forte e generoso.
Aprendomi la porta della macchina e' come se mi avesse preso sotto un'ala...50 minuti dopo arriva un'altra auto, un amico da Mt Isa.E' venuto per me... per portarmi a Camoowealt!
Anche lui e' un operaio, un tipo di cui non ricordo il nome, aveva una pancia enorme ed un buffo volto dalle mille espressioni.
Mi scende in paese (sui 300 abitanti).
-Questa e' per te...- dice porgendomi una T-shirt fosforescente. -Indossala quando viaggi la notte... e' importante.- E anche stavolta non posso far altro che tirar fuori un altro grazie dal cuore e rippropormi di ricambiare con chi ne avra' bisogno.
Ma Camoowealt e' cosi' piccolo che non ci sono negozi!
Il piu' vicino sulla strada per Darwin e' Kathrine! 1400 km!
Anche questa volta non ho scelta... un altro passaggio.
Mi siedo nel bar del benziaio e spero nella mia buona stella.
Complicita' della cassiera un'ora dopo ero di nuovo su un furgone... destinazione Kathrine.
Daniel non parla molto. Ha 23 anni ma ne dimostra 30.
Lavora in una stazione di servizio e per conto di un amico sta' riportando un box per cavalli.
La strada scorre velocissima, non si sentono odori ma la musica country mette allegria.
A mezogiorno si fa una sosta in una stazione di servizio (Barkley Roadhouse) sperduta lungo la strada.
Nulla prima. Nulla dopo.
Ma e' un luogo accogliente, una sorta di pub con camere e campeggio. E' sabato e dietro al bancone gia' diversi giovani.
Daniel saluta qualche amico e dopo aver sorseggiato una tazza di caffe' mi dice:
-E' un problema se si riparte domattina?- ...ed ordina una birra.
Nella sala c'e' musica (country), un biliardo, e camicie a quadri con cappelli da cowboy vociano seduti su sgabelli.
Gia' melle prime ore del pomeriggio qualcuno barcolla di alcolica euforia.
Con una tazza di cioccolata in mano osservo le storie che raccontano i gesti, gli sguardi delle persone.
Prima di presentarsi i ragazzi offrono una birra, il barista indica chi offre... una stretta di mano e se c'e' filing seguono altre bevute."
CAPITOLO 34 (Shantè) :
"18-03-06
Bakley Roadhouse
Sono quasi tutti ragazzi giovani che lavorano nei dintorni (cioe' nel raggio di 120 km) ed il fine settimana si ritrovano qua per far festa.
-Di dove sei?-
Ad un tavolo e' seduta una signora dagli occhi azzurrissimi.
Il corpo potrebbe essere di un'atletica quarantenne... ma il volto ne dimostra piu' di sessanta.
-Italiano- Rispondo.
Accanto a lei e' seduto un signore sulla settantina, labbra viola e pelle giaooastra.
La musica e' alta, il fumo gia' annebbia la vista, cosi' tagli corto, un sorriso ed esco nell'atrio.
-Ciao. Io sono Chante'-
Alle mie spalle di nuovo la signora, era uscita anche lei ed adesso stava appoggiata alla staccionata accanto a me.
Non ha una csa... viaggia per l'Australia, un gatto e un auto regalatagli da un camionista.
-Sono un po' come i gitani...- mi spiega, ma riguardo al lavoro proprio non l'ho capito... quando gli mancano i soldi si fa aiutare... Mah?!
Mi parla di flussi energetici, di viaggi seguendo la direzione del vento... poi ci salutiamo.
Torno nel locale, scambio qualche parola con dei ragazzi incuriositi.
Decisamente sono una figura fuori luogo in mezzo a oro. Non e' la barba ed i capelli rasta, non sono i vestiti corti, forse sono gli occhi stupiti con cui guardo ...o forse sono tutte queste cose assieme.
D'un tratto riappare Chante'. Ha un libro con se "The Celestine Prophecy", un romanzo su dei manoscrittit peruviani che cambieranno il mondo.
E' un regalo per me.
Mi offre caffe' e biscotti, corregge gli errori di pronuncia e si legge asieme qualche pagina.
E' una gradevole anche se vive in un suo mondo.
Stavolta mi racconta di avvistamenti di UFO, di uomini posseduti dal Male che cambiano la voce... ed anche della sua vita passata.
E' stata un'indiano d'America che per amore ha rivelato l'accampamento della sua tribu' poi assaltato e distrutto dall'esercito.
Due lacrime gli scendono tra le pieghe del volto... lei ci crede veramente.
-Sono una stupida- dice- non dovrei dare fiducia alle persone.- -You are dark if you don't believe in the people...- gli dico.
Sorride e trascrive la frase su un quaderno pieno di disegni, di scarabocchi, di parole che si incrociano... la trascrive nel centro di una pagina bianca.
Molte altre cose ha raccontato, ed ogni volta che si allontanava ritornava con un regalo... una fetta di torta, una candela...
Prima di partire mi ha abbracciato dicendo:
-Le cose non succedono per caso, avevo bisogno di incontrarti e tu sei venuto...-
Sorridendo scrive nel libro queta dedica:
<<To Alessandro, Thank you for your inspration and friendship, love and light. Shante'>>
19-03-06
Con Daniel si riparte di primo mattino. Qualche sosta per vomitare la birra della sera prima, pioggia che scende fina poi smette e ricomincia piu' violenta, vegetazione che impazzisce di gioia tra torrenti e ninfee colorate.
Alle 17:00 si arriva in citta'.
Gruppi di aborigeni mi guardano con occhi scuri e maligni.
Mi fan paura."
CAPITOLO 35 (Il ciclone Larrie) :
"22-03-06
Darwin
Sguardi scuri ronzavano per le strade di Kathrine.
Gli aborigeni hanno pele nera come legna bruciata: braccia e gambe sottili mentre il ventre si ondula in strati di grasso.
Camminano scalzi, lunghi piedi che terminano nel giallo di unghie ricurve.
Certo tutti ne avranno visto qualcuno in fotografia, i capelli che si ammatassano in ricci nerissimi con l'eta' si uniscono alla barba in una bitorzoluta schiuma bianca... ma trovarvisi difronte non e' come guardarli dietro uno schermo, non sto' generalizzando, cerco solo di riportare le caratteristiche riscontrate.
L'odore della pelle e' fortissimo, come un sibilo acuto che costringe ad allontanarsi.
Il volto ha proporzioni nuove... bocca enorme, naso che si arriccia su narici rotonde, fronte che sporge ad elmetto... Non riesco a descriverli efficentemente, sono troppo infuenzato dalla sensazione che lascia il loro sguardo: una macchia di petrolio galeggiante in albumi d'uovo. Insondabile.
I piu' camminano barcollando, ubriachi o storditi (nelle bottiglie che nascondono c'e' aclool o colla/benzina da sniffare).
Girano attorno alla gente mostrando buste d'erba e con la bocca spalancata attendono una risposta... trovarsi con il muro alle spalle e cinque uomini che aspettano soldi per della droga non e' certo piacevole.
-Aiutami per favore.- Mi dice uno sedendosi accanto.
-Aiutami... per favore... dammi soldi...- E le sue mani si allungavano fin sotto al mio mento.
-Mi spiace, ho le tasche vuote e solo tre carote per mangiare- -Ora mi metto qua e dormo... tu aspetti e dopo mi dai i soldi.- E chiudendo gli occhi si sdraia sul marciapiede. In bocca una gomma che un passante aveva sputato a terra.
Come puo' una civilta' che ha convissuto per millenni in armonico equilibrio con la Natura ridursi cosi'!
Crescono come foglie vecchie, come mosche fastidiose... dov'e' sepolta la magia delle loro pitture, delle danze propiziatorie intorno a falo' notturni...?
Mi e' difficile cogliere tutto questo nei loro passi... ma provero' ad osservare con piu' attenzione.
Con una ruota rotta non posso allontanarmi dal paese... e' buio. Parchi e strade sono invasi dagli aborigeni.
Kathrine e' una citta' dove la pioggia scende ogni mezz'ora, ho bisogno di un riparo e non posso sistemare la tenda.
Cerco la chiesa... <<Forse la' vicino saro' piu' al sicuro>>.
Cosi' ho passato la notte sotto la croce del pergolato.
Alle 06:00 del mattino c'era la messa... un prete e cinque suore.
<<Meglio dentro che fuori>>. Penso.
Finita la celebrazione mi siedo ad aspettare l'apertura del negozio di bici.
-Io vado a Darwin. Vuoi un passaggio?- Mi domanda padre Vincent.
Senza esitare rispondo:
-Certo!-
In macchina il parroco mi spiega che sono fortunato... non per il passaggio ma perche' la notte la chiesa e' zona pericolosa. Gli aborigeni cercano di entrare e spesso spaccano le vetrate con i sassi.
Darwin
Un ciclone ara le terre del Queesland ed un'eco della sua voce giunge anche qua.
Pioggia e vento... nonostante cio' l'afa raggiunge i 35^.
Nel bike shop cambio copertone, camera d'aria e pedali ...uso il bancomat con i soldi del biglietto di ritorno.
Adesso devo assolutamente trovare un lavoro.
All'uscita del supermarket un grosso cane sta' accucciato accanto ad un uomo, un tizio dai capelli chiari, anch'egli accovacciato sul marciapiede.
Mi rivolge qualche domanda intervallando ogni parola ad una sonora risata che manca d'incisivi.
<<Sara' un tossico o un ubriaco...>> penso. Ma sto' imparando a non giudicare le persone ne' dall'aspetto ne' dallo stile di vita.
Accarezzando il cane gli parlo del viaggio, della spesa per la bici... e che cerco lavoro.
Inaspettatamente si alza in piedi. Si chiama Adam, per gli amici Dingo.
-Vieni. Forse ti posso dare una mano.- Mi dice spalancando la bocca al cielo in ripetute risate.
Camminando si ferma a salutare aborigeni sul marciapiede... <<Mica vorra' farmi spacciare...?>> Dico malignamente tra me e me.
No, ci dirigiamo verso due locali... ma assumono solo personale fisso.
Allora Ufficio di Collocamento e, usando la sua password, mi procura un colloquio per il McDonald's.
La citta' e' molto tranquilla, il verde si affaccia sul mare e prati d'erba scendono fino alle scogliere.
Al Tramonto mi sdraio a guardare le nuvole arrossire, poi ad una ad una scoppiano lentiggini di stelle.
Inizio a leggere "The Celestine Prophecy", un lampione continua a farmi luce.
<<...che bello ...finalmente posso riposarmi...>>.
Mi addormento con le onde che sussurrano una calma sovraumana, il sacco a pelo e' soffice nell'erba e sulle labbra ancora il sapore di una noce di cocco colta lungo la strada e aperta a suon di coltellate.
Quanto sono STUPIDO!
Ancora non ho imparato nulla sul clima tropicale!
Nel sonno inizia a scendere una pioggia fine fine... gradevole nel caldo notturno.
Mi giro dall'altro lato... <<Non e' un problema>>.
Qualche minuto dopo il diluvio. Fotunatamente dura solo una decina di minuti nei quali aspetto immobile, avvolto in piedi nel sacco a pelo.
Poi improvvisamente finisce e torna la quiete. L'erba si asciuga ed una persona con un minimo di accortezza certo non si sarebbe sdraiata di nuovo.
No! Sarebbe andata a cercare un posto asciutto!
Per pigrizia, perche' c'erano nuovamente le stelle, perche' ero stanco... bagnato come ero mi rimetto a dormire.
Passata un'ora il Dio delle Nuvole ribadisce violentemente la lezione.
Diluvia ancora piu' forte.
Non ho voglia di sistemare lo zaino, la bici...stringendo i denti:
<<Finira'...>>.
Dopo 30 min non c'era una parte del corpo che non fosse stata inondata.
Infreddolito e tremante faccio fagotto.
<<Ma dove vado adesso?>>
Mi dirigo nel centro... Sono le 02:00 della notte.
Mi fermo sotto un palazzo, una mano sulla bici, l'altra regge il saccoapelo a cappuccio.
Probabilmente avevo un aspetto veramente sconsolato.
Tant'e' che un ragazzo si ferma e
-Ehi, tutto ok? Da dove vieni?-
-Viaggio in bici per l'Australia ...e sto' aspettando l'alba per asciugarmi.- Rispondo.
-Hai vestiti asciutti? Hai dei soldi?-
-Grazie, grazie. Ho un'altra maglia ed ora mi cambio. Per i soldi... a giorni inizio a lavorare.- Si infila una mano in tasca e mi porge 10$!
-No... no... veramente, sono a posto.- Imbarazzatissimo e con occhi che rimbalzano da ogni parte, sorrido al giovane (avra' avuto piu' o meno 22 anni).
Lui solleva la mano destra che sorregge due buste colme di spesa e dice:
-Da mangiare ce l'ho ed anche una casa. Di questi non ne ho bisogno adesso.
Me li ridarai poi.- Mi lascia la banconota aggiungendo 6$ di monete.
Con gli occhi spalancati lo guardo attraversare la strada annebbiata dal bianco della pioggia.
Incredibile!
Mi siedo ad ammirare la fitta griglia di acqua che scende abbagliata da lampi.
Ragazzi ubriachi conducono per la strada carrelli della spesa come macchine a scontro.
Barcollano, mi salutano.
Intanto l'acquazzone continua... fino all'alba.
23-03-06
Darwin
E' la terza notte che dormo all'aperto... ma sono stanco... ogni minimo rumore mi fa spalancare gli occhi.
Domani vado al McDonald's, forse mi assumono per una settimana.
Adesso sto scrivendo da un ostello... si, per due notti dormiro' su d'un letto.
Spero di non aver nulla da scrivere questa settimana, spero nella tranquillita' piu' assoluta. Ci sono ragazzi/e... vorrei una parentesi di normalita'... il luogo e' cosi' bello e le noci di cocco pendono da ogni palma."
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CON UNA BICI ... ATTRAVERSANDO L'AUSTRALIA
Autore: di Alessandro Bossini. Capitoli 33, 34 e 35
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