Convegno a Genova sulle barriere artificiali sommerse
IL 25 NOVEMBRE 2014 L'ASSOCIAZIONE NAZIONALE MEMORIALE DELLA CONCORDIA SARA' ALL'ACQUARIO DI GENOVA
Come precedentemente pubblicato il 27 di settembre siamo stati all'edizione 2014 del Tridente d'Oro dell'ACCADEMIA INTERNAZIONALE DI SCIENZE E TECNICHE SUBACQUEE. In quella sede abbiamo aperto un dibattito e un dialogo con l'Accademia, che ha suscitato interesse nel mondo scientifico ed accademico fino ad arrivare al convegno del quale di seguito comunichiamo. Un passaggio importante per il nostro progetto di utilizzo delle strutture a mare da identificare come risorse e non come problemi.
L’Accademia Internazionale di Scienze e Tecniche Subacquee organizza il prossimo 25 novembre 2014, all’Acquario di Genova, un convegno sul tema:
BARRIERE ARTIFICIALI SOMMERSE - RISORSE PER L’AMBIENTE, RICCHEZZA PER L’ECONOMIA.
All’incontro parteciperà il Sindaco del Giglio Sergio Ortelli e sono stati invitati il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti ed il Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi oltre ad Autorità Civili e Militari.
Interverranno biologi marini tra cui:
Prof. Giandomenico Ardizzone Professore Ordinario di Ecologia alla Sapienza di Roma Consulente per il piano ambientale all’Isola del Giglio
Prof. Francesco Cinelli Già Professore Ordinario di Ecologia all’Università di Pisa
Prof. Giulio Relini Già Professore Ordinario di Ecologia all’Università di Genova Già Presidente della Società Italiana di Biologia Marina
Dr. Attilio Rinaldi Già Direttore dell’ICRAM – Roma
Prof. Riccardo Cattaneo Vietti Professore Ordinario di Ecologia all’Università Politecnica delle Marche
Prof. Nike Bianchi Professore di Ecologia all’Università di Genova
ASSOCIAZIONE NAZIONALE MEMORIALE DELLA CONCORDIA
E comunque Pietro, parlando in termini più chiari e concreti, le due principali ipotesi in campo presentano entrambi alcuni aspetti positivi specie economici ma anche forti controindicazioni. Quella di installare un cantiere marittimo importante per rimuovere le piattaforme insieme ai sacchi e la sporcizia servirebbe a ripristinare sostanzialmente la situazione del fondale nello stato originario e porterebbe vantaggi all'economia dell'Isola almeno per il periodo della sua durata ma farebbe scomparire ogni traccia per sempre del grande se pure drammatico evento del naufragio Concordia che ha caratterizzato la vita dell'Isola in quest'ultimo triennio. Quella invece della semplice pulizia del fondale ma senza cantiere per le piattaforme lascerebbe si intatta una qualche traccia dell'accaduto ma certo non è la stessa cosa che essere in presenza, quale richiamo turistico mondiale, del relitto Concordia, ormai rimosso, sopra o sotto il mare. Insomma entrambe le ipotesi presentano vantaggi e svantaggi per il futuro del Giglio ma nessuna delle due appare davvero convincente. Saluti di nuovo.
L A D I S V E L A Z I O N E D E G L I “A R C A N A” Usciamo da ogni buco che sussista tirando via ogni ragno che resista e cercando di trattare con passione, ciò che di Concordia è ancor questione. Quello che appare e che, tuttora vale, al punto da sembrar sesquipedale, e ciò che, appo il disastro provocato, tutti, in principio, aveano auspicato: rimuovere la nave senza lasciar traccia, come fa il bracconiere quando caccia. Dopo soltanto le voglie son venute, al punto che nessuno l’ha più “stute”, affinché si lasciasse intonso l’areale, le piattaforme e pure ogni “assale”, perché restasser simbolo, a memoria, di quel che può causar la vanagloria. Quindi, son poi venuti, da un’annata, perentori e decisi i “subdesiderata” di chi vorrebbe tutto sia lasciato così com’è, pur se modificato, per esplorare le grotte e l’arenali, tenendo ben a cuore quei fondali ove il ripascimento è già iniziato, chè erbe e pesci han “rifigliato”. E’ qui che casca il ciuco d’Andreotti, quando asseriva, pur tra tanti motti, che a mal pensare è certo che si pecca, ma anche che, talvolta, ci s’azzecca. Questo, in quanto ormai s’impone, visto che niuno tiene più bordone alla totale e amara soluzione di far tabula rasa a Gabbianara, di domandarsi (che così s’impara) qual mai, all’inizio, fu l’intesa, pattuita da Costa con l’impresa, quando lo Stato, a ben ogni livello, avendo rinunciato al suo fardello di potestà e doveri di cui gode, com’ha fastidio chi la rogna rode, interpretando a rava la sua legge, a risolver i problemi della gregge, o meglio, a lenire, le sue ambasce, mise a guardia il lupo che la “pasce”. Se, dunque, un patto “riservato”, avesse allor la Costa negoziato, patto solo da poco suggellato, sulla base del fare e del disfare, ben sopra e in fondo al mare, in chiave di “cose” d’assegnare, che, poi, ad onta d’ogni falla, il naviglio han riportato a galla, per farlo, alla fine, riflottare, “pesando” ben valori e disvalori, dell’opera appaltata coi lavori, previsti , assicurati ed assegnati, che, se venisse, invece dimidiata diventerebbe certo ‘na “frittata”, oggi dovesse esser in toto ridiscusso, e messo in forse perchè spreco e lusso, sarebbe a Micoperi di mala “sorta”, pel danno finanziario che comporta a Costa Crociere e alla sua “scorta”. Questo spiegherebbe ben le cose, quelle che sembrano esser misteriose, miei cari Pietro, Attilio e più tant’altri. Non c’è bisogno d’esse’ molto scaltri pe’ capi’ che il silenzio che c’incombe, come al cimitero su sacelli e tombe, circa il patto, all’inizio, concordato sia frutto d’un intesa ch’è globale, ovvero d’un accordo ch’è basato, sugli importi dei lavori nel totale. O meglio, pesando valori e disvalori del fare epoi disfare i gran lavori. Ordunque, quel convegno genovese, che, a mio parere, aggiunge spese a spese, sarà sol’utile a informare quel ch’è compatibile col mare, in quanto, se gli scienziati pur ben sanno, quel che dà vita ovver quel che dà danno niente “cognoscono”, né ne fanno sfoggio, della fiaccola che arde sotto il moggio, che sono i soldi in ballo, oggi più di ieri, tra Costa Crociere e Titan/Micoperi.
Pietro, sei del mestiere e sai bene che questa faccenda delle piattaforme si piattaforme no è diventata solo una questione di interessi tra diversi soggetti di potere con finalità contrastanti che si stanno facendo una vera e propria guerra mediatica che è solo alle prime fasi e dall'esito al momento del tutto incerto e imprevedibile. Certo che se si decide di attrezzare un nuovo cantiere subacqueo annoso e ultramilionario lì davanti a Punta Gabbianara fatto di decine di uomini e di mezzi navali è illusorio pensare che non si attui l'espiantazione delle piattaforme oltre che la doverosa e obbligatoria rimozione dei grout bags e la ripulitura del fondale. Ma come vedi si è messa in moto una poderosa macchina ambientalista che ha altri obbiettivi e altri interessi economici e nulla ad oggi, come già detto, si può dare per scontato. Saluti e buona Domenica.
Non sono qualche centinaio, ma oltre due migliaia e ci sarà anche tanto bel altro lavoro da svolgere oltre ai sacchi di cemento._ La Tua osservazione è pertinente e direi ovvia ma qualcosa può essere modificato .... in corso d'opera !!! E' meglio un convegno che il silenzio assoluto sui contenuti, sui tempi e sui modi di intervento del vincitore dell'appalto.
Pietro, come già detto in numerose altre occasioni, non credo proprio che sia logico ed economico decidere di organizzare un apposito cantiere marittimo-subacqueo solo per rimuovere qualche centinaio di sacchi di cemento e meno ancora solo la sporcizia depositata sul fondale. Ritengo che la T/M sia stata chiamata per ben altro e questo ben altro è nè più né meno la rimozione delle piattaforme metalliche che sono servite a sostenere il relitto Concordia. Una volta che è stato rimosso il grande relitto infatti non si comprende il senso di voler mantenere quelle strutture ausiliarie ad ingombrare le rocce profonde di Punta Gabbianara e non penso proprio che servirà a cambiare il corso degli eventi un pur ragguardevole convegno di esperti di ecologia del mare. Saluti.
ALMENO QUALCOSA SI MUOVE, poi si vedrà come andrà a finire caro Attilio !!!_ Quindi, in prima analisi, leggendo i nomi dei relatori mi sembrerebbe una iniziativa meritevole._ A parte il Sindaco che, per come leggo, dovrebbe aver dato la sua disponibilità, sulla presenza di quelli invitati (perfino le AUTORITA' civili e militari .... quindi sarà compreso anche il Vescovo di Genova) ho qualche perplessità._ La presenza del Presidente della Regione Toscana, Ente al quale sarebbe aspettata la organizzazione di un convegno ad hoc sulla questione Gigliese e del destino delle piattaforme, sarà a mio avviso molto importante._ Approfitto per sottolineare, anche per informare Attilio che lo ha affermato in qualche commento, che a mio umile parere sulla asportazione di quei 200-2500 grout bags posizionati tra le piattaforme e la costa, non si dovrebbe nemmeno discutere .... quella "robaccia" che si può sgretolare e disperdere nel tempo sul fondale BISOGNA ASSOLUTAMENTE RIMUOVERLA.
Mah, per quanto rispettabile appaia l'iniziativa del Convegno di Genova da parte della ADMDC e i suoi invitati mi sembra assai unilaterale e limitata nella portata in relazione al grande problema dei residui di cantiere della Concordia e del relativo appalto presumibilmente già affidato ad una società di ingegneria strutturale marittima e subacquea dell'importanza della Titan-Micoperi. In quel convegno infatti sembra si dia già per scontato che piattaforme d'acciaio e sacchi di cemento debbano rimanere là sotto le coste del Giglio per sempre per la gioia di pesci alghe e, data la profondità, solo sub professionisti . Il fatto è che quelle strutture provvisionali di sostegno della grande nave Concordia al fine della sua rimozione sono assai difficilmente assimilabili ad una attività di "Scuttling" cioè di autoaffondamento volontario e rigorosamente controllato di corpi navali dismessi a profondità medio basse appunto per ripascimento floro-faunistico marino o esercitazione dilettantistico-turistica di sub e sussiste ancora tutta intera l'ipotesi che siano invece da considerare un grosso e complesso corpo estraneo all'ambiente subacqueo dell'Isola conseguenza della eccezionale vicenda Concordia, un corpo estraneo per il quale l'ipotesi di rimozione costituisce un grande problema di ingegneria strutturale marittimo-subacquea dove occorrono tecnici specializzati e mezzi poderosi piuttosto che esperti di biologia del mare. Saluti.