Considerato che in occasione dell’ultimo Consiglio Comunale del 18 u.s. non ho potuto effettuare il mio intervento a proposito del futuro dissalatore dell’isola di Giannutri (a causa di ristrettezze di tempo nella discussione dei vari argomenti all’ordine del giorno) ritengo doveroso portare ora, all’attenzione di tutti, le seguenti considerazioni; ciò anche e soprattutto in relazione alla stretta connessione con le problematiche del sistema idrico dell’isola del Giglio.
Circa due anni fa, all’Università di Siena, fu discussa una tesi dal titolo “Il parametro ferro nell’acqua destinata al consumo umano. Origine e determinanti del fenomeno dei valori fuori norma. Studio di un caso relativo all’isola del Giglio” del laureando Franco Cionco. La suddetta tesi, molto ben fatta, ascriveva il problema dell’acqua rugginosa alla corrosione dei vecchi tubi dovuta all’aggressività chimica dell’acqua. La suddetta maggiore aggressività dell’acqua (e la conseguente corrosione con innalzamento del parametro ferro) era rintracciabile, secondo questa tesi, in tre situazioni: 1) maggiore aggressività a volte trovata nelle acque sorgive dell’isola; 2) maggiore aggressività a volte trovata anche nelle acque trasportate dalle navi cisterna; 3) maggiore aggressività dell’acqua prodotta dal dissalatore.
Ogni Gigliese, per memoria personale, può tranquillamente escludere le prime due ipotesi perché, al di là delle fluttuazioni dei parametri fisico-chimici dell’acqua, il fenomeno dell’acqua rugginosa non si era mai verificato prima della costruzione del dissalatore. Quindi l’unica ipotesi possibile rimane quella della eccessiva aggressività dell’acqua prodotta dal dissalatore all’atto delle procedure di potabilizzazione (neutralizzazione del pH e remineralizzazione tramite aggiunta di Sali di calcio e di magnesio). Eppure tali procedure vengono di norma eseguite correttamente, per cui è necessario considerare altri aspetti.
Ogni marittimo gigliese in pensione sa perfettamente che, quando navigava, l’acqua prodotta dai dissalatori delle petroliere era perfettamente limpida, nonostante le petroliere e le relative condutture fossero “più di ferro” (e magari più rugginose) della rete idrica gigliese. Quale è quindi la principale differenza fra il “sistema idrico” di una petroliera e quello dell’isola del Giglio (e quello, come si vedrà, di Giannutri)? Il problema è, semplicemente, che nel caso della petroliera non c’è variazione fra produzione d’acqua e consumo. L’acqua prodotta dal dissalatore del Giglio è soggetta invece a notevoli oscillazioni dei consumi, che comportano, fra l’altro, a causa dell’insufficiente capacità di stoccaggio, limitati tempi di “riposo” necessari per la stabilizzazione delle qualità dell’acqua prodotta (non a caso, in occasione della costruzione del primo dissalatore fu pure realizzato un nuovo deposito sul poggio della Chiusa).
La progressiva sostituzione delle vecchie tubature metalliche con nuove in materiale plastico (ed altri interventi migliorativi nella rete di distribuzione) hanno ridotto di grande misura il problema, ma rimangono interventi che non influiscono sulla causa principale del fenomeno (l’aggressività dell’acqua), “ma si limitano a rimuovere la fonte primaria del ferro (condotte metalliche)”.
Tutto ciò premesso, viene la prima (e paradossale) conclusione: il fenomeno dell’acqua rugginosa era un prezioso segnale di non potabilità dell’acqua (come una cartina al tornasole) e ne evitava l’uso a fini alimentari a causa delle evidenti e sgradevoli caratteristiche organolettiche. Eliminando il problema agendo sulla sola rete di distribuzione si rischia ora l’immissione in rete di acqua apparentemente sana ma in realtà non potabile.
Per garantire ai cittadini gigliese la perfetta salubrità dell’acqua destinata ad usi alimentari occorre, come per altro auspicato nella stessa tesi, la “valorizzazione ed utilizzazione ottimale delle risorse idriche locali”. Allo stato attuale dei fatti, soltanto la sorgente dell’Acqua Selvaggia a Giglio Castello, disinfettata con il sistema a raggi ultravioletti, offre assoluta garanzia. L’acqua di S.Giorgio (ancora disinfettata con il cloro) presenta, a volte, sapore sgradevole senza contare che,, notoriamente, il cloro potrebbe comportare formazione di sostanze tipo trialometani, nocive alla salute. Quindi, fra gli obbiettivi prioritari che auspichiamo l’Acquedotto del Fiora ponga in essere, si sono il cambio del sistema di sterilizzazione dell’acqua della sorgente di S.Giorgio ed il recupero delle altre sorgenti (la Felce per il Campese, S.Francesco, la Buzzena, il Santo ecc.).
Abbiamo prima fatto riferimento al primo dissalatore, che faceva parte di un “pacchetto idrico” in cui era anche ipotizzata la costruzione di un aerogeneratore per abbattere i costi di produzione dell’acqua. E’ politicamente insensato ipotizzare la costruzione di nuovi dissalatori (al Giglio e a Giannutri) senza porsi il problema dei costi di gestione. La spesa di energia elettrica per il funzionamento dell’attuale dissalatore ammonta, nei periodi di media stagione, a circa 25.000 euro al mese. L’aerogeneratore a suo tempo progettato (e finanziato a fondo perduto) avrebbe consentito la produzione gratuita di circa 520 tonnellate di acqua al giorno. La costruzione di un aerogeneratore nell’ambito dei programmi di sfruttamento delle energie alternative è ancora possibile, e sarebbe opportuno che il Consiglio Comunale esprimesse un parere forte ed unanime su tale opportunità.
Tutto quanto fin ora detto, è frutto dell’esperienza della dissalazione all’isola del Giglio. Sarà opportuno tenere presenti le precedenti considerazioni nella progettazione del prossimo dissalatore di Giannutri, tenendo conto che a Giannutri:
1° l’oscillazione del consumo dell’acqua prodotta per dissalazione presenta estremi ancora più critici. (sette residenti in inverno).
2° lo stoccaggio (e la conseguente flessibilità del sistema idrico) è affidato ad antiche cisterne risalenti all’epoca romana, con possibilità di consistenti perdite.
3° la rete di distribuzione, costituita per la maggior parte di vetuste tubazioni metalliche, comporterà, necessariamente, non pochi problemi di ulteriore corrosione e di ulteriori perdite in rete.
Armando Schiaffino
Capogruppo consiliare di maggioranza
DISSALATORE, IL DUBBIO SE L'ACQUA E' POTABILE
Autore: Armando Schiaffino, Capogruppo di Maggioranza Consiliare
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