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Dolore da trauma: su Pegaso l'antidolorifico per via respiratoria

Dolore da trauma: nuova modalità di somministrazione sul posto dell'antidolorifico

Non più farmaci per via endovenosa ma per via respiratoria con efficacia più rapida e nessuna reazione collaterale

Nuova modalità di trattamento del dolore da trauma. Nell'ambito di uno studio nazionale, si è da poco conclusa alla base dell'Elisoccorso di Grosseto la sperimentazione di un nuovo approccio clinico per alleviare il dolore di pazienti coinvolti in eventi traumatici non gravi, soccorsi dai professionisti dell'Emergenza Urgenza della Asl Toscana sud est che intervengono con Pegaso 2.

Il percorso assistenziale in emergenza prevede che in caso di forte dolore, il personale medico somministri in loco farmaci a base di oppiacei, come la morfina. Seppur efficaci, queste sostanze possono di frequente suscitare nei pazienti effetti collaterali come vomito, diminuzione della pressione cardiaca, depressione respiratoria, forte sonnolenza. Inoltre, devono essere iniettate per via endovenosa, per cui non sempre risultano di facile somministrazione.

L'obiettivo dello studio è stato testare l'efficacia nella riduzione del dolore, dell'assunzione attraverso le vie respiratorie di un anestetico, usato normalmente in sala operatoria (metossiflurano), semplicemente inalandolo da una sorta di pipetta, simile a quelle per la terapia dell'asma.

“In tutti i casi di pazienti soccorsi e trattati con la nuova modalità, il dolore è scomparso più velocemente e senza nessun tipo di reazione negativa correlata – spiega Stefano Barbadori, direttore Servizio Elisoccorso della Sud Est - I risultati ottenuti dalla sperimentazione ci portano quindi a confermare che l'uso del metossiflurano introdotto attraverso le vie respiratorie è da ritenersi preferibile rispetto alla analgesia per via endovenosa, molto più invasiva, con sostanze che possono essere in qualche modo tossiche per le persone”.

Il servizio di elisoccorso di Grosseto è l'unico in Toscana a far parte dello studio, insieme ad altre 15 basi in tutta Italia e all'Azienda ospedaliera universitaria di Careggi, per quanto riguarda la sperimentazione nei Pronto Soccorso ospedalieri.

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