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Ecco, Papa Francesco
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ECCO, PAPA FRANCESCO

Ecco, Papa Francesco, che, con semplici parole, tra tanta miseria che ci circonda, hai ridato alla gente la speranza d’una vita migliore, io ti vedo a Peshawar, anzi, di più, vedo il tuo cuore, straziato, aggirarsi, commosso, tra i tanti e tanti cadaveri della strage dei Talebani, peggiore di quella d’Erode Antipa, aggiungere al loro il tuo stesso sangue.

Ti vedo e sento Il tuo silenzio, figlio del figlio di Dio, mentre, con le lacrime agli occhi, benedici, a gesti, convulsi, le inermi vittime della ferocia e del male assoluto.

Ti vedo e ti chiedo, con animo pieno d’angoscia e d’amore: “Ma tu che, pur riconoscendo legittime la resistenza e la difesa contro chi minaccia la tua casa, te stesso ed i tuoi figli, asserisci disumana la vendetta, la morte, e la rivalsa della guerra, persino mentre ti viene usata violenza, aggiungendo, di non sapere, comunque, quale possa essere la giusta risposta da dare alle belve inferocite, l’hai, al fine, risolto il tuo quesito?

Oppure, mentre ti muovi, sconsolato, tra quei bimbi contandone i resti uno ad uno, t’ostini, non ostante il loro ed il tuo calice di dolore siano stati bevuti fino all’ultima goccia, a pregare il Padre affinché perdoni, comunque, gli autori della strage, perché non sanno quel che si fanno?”.