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Economia e Cultura non vanno sempre a braccetto
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Economia e Cultura non vanno sempre a braccetto

Il bibliotecario, figura bellissima e importante, spesso erano insegnanti in pensione che si occupavano delle piccole biblioteche,  severi e austeri ti imponevano il silenzio con gli occhi, ricordo certe occhiatacce quando smuovendo la sedia per alzarti facevi quel rumore che stranamente in casa si avverte meno, ma nel silenzio della sala di lettura si ampliava e ti sentivi un piccolo verme  sotto gli occhi di quelli che guardandoti contrariati perché li avevi disturbati.

Io sinceramente quando leggo potrebbe cascarmi il mondo attorno non me ne accorgo, leggere è sempre stata la mia piccola sala di proiezione personale, il libro estensione di buona parte dei sensi e stimolatore di quelle emozioni che spesso reprimi di fronte agli altri, diventa un tutt’uno con te stesso/a.

Ma, c’è un ma, la biblioteca oltre alle donazioni acquistava i libri, che si prenotavano per poterli leggere, molti non potevano nemmeno uscire bisognava leggerli lì, li divoravo per il timore che il giorno dopo avrebbe potuto essere stato richiesto da qualcun’altro, e chissà quanto tempo avrei dovuto aspettare per poterlo finire. Quando ero ragazzina non mi permetteva certo di leggere a letto, si doveva dormire e poiché non potevo certo tenere accesa la luce del comodino, aspettavo che tutti dormissero andavo in bagno mi coprivo con l’accappatoio e stendendomi dentro la vasca leggevo quasi fino al mattino, quante dormite sul banco che mi sono fatta, ma il sapere che poi la notte successiva avrei potuto finire IL MIO LIBRO!!!!!!

Tutte le biblioteche hanno il loro orario di apertura e chiusura, vede Dottor Calchetti la cultura non è sempre a disposizione di tutti, parlo di cultura non di intelligenza sia ben chiaro, la sua disponibilità a partecipare a questo progetto si stravolge al momento in cui lei chiede e giustamente secondo me, un  incentivo che le consenta di essere presente e partecipare al progetto biblioteca.

Egr. Dottor Calchetti vede la sua gentile disponibilità, a mio modesto parere si scontra con la sua più che ragionevole richiesta di 1000 euro mensili, sono a favore della meritocrazia e lei ne è un eccellente esempio visti i suoi studi e le suoi trascorsi da giornalista, come le dicevo la sua richiesta mette in moto tutta una serie di valutazioni che alla fine non ci portano alla biblioteca ma alla pura e dura realtà gigliese, di chi ha investito nell’immobiliare, per potersi creare una piccola rendita a sostegno spesso di misere pensioni ed oggi si ritrova con costi esorbitanti che nemmeno affitti sparuti possono ricoprire, proprio perché sparuti e radi, rendono l’idea in quale situazione siamo.

Mi creda se le dico che sono sempre stata a favore di luoghi come biblioteche, centri ludici sia per adulti che per bambini, quando vado a Milano dai miei vado a giocare a MAHJONG in un centro accanto ad una università, dove si gioca a scacchi a giochi di ruolo, ed altri divertimenti, l’Italia è il campione europeo nel MAHJONG, non è un gioco stupido anzi, ma per tornare al discorso iniziale non è una biblioteca che risolve i problemi dell’isola, non si può nemmeno considerarla una partenza per migliorarsi, quando manca il pane in tavola purtroppo, se fosse diverso sa in quanti sceglierebbero quella strada, un libro non riempie la pancia.