Ben contenta che qualcuno abbia scritto prima di me.
Mi sono seduta davanti al computer, mi sono tirata su le maniche, come se dovessi incominciare un ruond di boxe.
Vergognoso che un piccolo paese come il nostro, che ho lasciato alcuni anni fa, d'inverno, lo ritrovo spento, triste, senza niente che festeggi il Natale.
Le strade sono buie, male illuminate, anche aver voglia di uscire sembra d'essere in quei paesini del centro della Sardegna, in mezzo ai monti, o forse lassù c'è un po' più di luce.
Per ritornare alla lettera firmata, infatti qui non si tratta di commercianti, o altri operatori turistici, qui si tratta di noi.
Dove siamo andati a finire?
Cosa è venuto a mancare dentro ognuno di noi?
Certo anche quest'anno il solito C------E di mio figlio e Gabriele hanno addobbato l'albero, rimasto in terra per giorni, mentre in altri comuni è l'amministrazione comunale che si occupa delle luminarie natalizie, ma qui non funziona.
Qui non funziona niente, non solo le luminarie.
La cosa più sconvolgente?
Ho visto tanta gente solo in occasione dell'incidente di Pegaso, erano tutti fuori, la curiosità della possibile disgrazia li ha fatti muovere, perchè non escono le altre sere?
Cosa serve per tirarvi fuori dalle vostre case?
Siamo pochi e distanti gli uni dagli altri, non abbiamo porte blindate ma sembra che ognuno abbia un fossato davanti la propria porta di casa, si tira su il ponte levatoio e basta, tutto il resto del mondo fuori.
Qui che potremmo passeggiare e chiaccherare senza le paure di una città non ci incontriamo mai, non ci vediamo mai.
Eppure ora non c'è più la scusa dell'estate, che il lavoro stanca e porta via anche il tempo per i divertimenti, siamo quattro gatti.
Rileggetevi il SABATO DEL VILLAGGIO del Leopardi e forse potreste ritrovare qualcosa anche di quello in questo piccolo paese.
Comunque, anche se non si dovrebbe incominciare una frase con ciò,
BUON NATALE BUON ANNO a chi c'è, a chi è andato via, a chi non c'è più, a chi è appena arrivato come il bimbo di Innocenzo Federico, a Giovanna di Gina e Tommaso di Ilaria: a voi un augurio ancora più grande.
Buon Natale a Simone e Francesco dalla mamma
Buon Natale anche ai milanisti che mangeranno il panettone al freddo ma col cuore caldo del sole giapponese riscaldato dalla brezza argentina.

franca melis