Intervengo nella questione del parco e area marina protetta all’Isola del Giglio come vecchio subacqueo, in passato garista, istruttore di tecnica subacquea e nuoto pinnato, commissario federale FIPS, componente della Commissione Nazionale e Regionale Sub, presidente per un ventennio dell’Associazione Firenze Sub.
Prendo spunto dall’articolo di Legambiente Arcipelago Toscano dell’11.3.2007 apparso su codesto sito (VEDI ARTICOLO), intitolato “Proposte Concrete per l’AMP”, dove l’autore definisce “squalificati e squalificanti antiparco” i gigliesi che si oppongono alla creazione del parco marino.
Io, anche se gigliese solo d’adozione, mi sento uno di loro: ignorante e ottuso da non capire la differenza tra parchi e aree marine protette, le sole, queste ultime, secondo quanto sostenuto calorosamente dall’autore, in grado di garantire la salvaguardia del mare ed una migliore e più sana gestione delle risorse ambientali e marine.
Ho letto con grande sforzo le sette fitte pagine del protocollo del Tavolo tecnico per le attività subacquee nelle AMP: che pena! Uno tsunami di “bischerate” (mi si conceda il termine) dettate da persone che magari non sono mai andate sott’acqua o sanno appena nuotare, ma pretendono di poter risolvere tout-court i problemi dell’ambiente marino.
Ogni generazione di nuovi sub che si affaccia nel nostro mondo, inventa il proprio “ombrello”: di questi “inventori” ne ho veduti tanti e poi tanti che mi sono stancato di contarli. E’ sempre lo stesso cliché, sempre lo stesso film: appena scoprono il mare si sentono investiti della sacra missione di salvarlo.
Suggerisco invece agli attuali giovani, rampanti ecologisti di impiegare meglio le proprie energie combattendo battaglie ben più importanti, contro il traffico abnorme delle petroliere e superpetroliere nel Mediterraneo, contro la pesca a strascico vicino alle coste, le spadare, gli scarichi industriali (leggi rifiuti tossici), anziché perdersi in teorici disciplinari di comportamento che lasciano il tempo che trovano.
La proliferazione di parchi ed aree protette, nate come funghi sulle nostre coste negli ultimi anni, mi conferma nella convinzione che tutto questo fuoco ambientalista non sia alimentato solo dall’amore per la natura.
Le cospicue sovvenzioni nazionali ed europee per la creazione dei parchi fanno gola a tanti, specie alle amministrazioni comunali sempre pronte a far “cassa”, anche a costo di imporre sacrifici ai cittadini che dovrebbero tutelare.
Che senso ha la creazione di un’area marina protetta o di un parco all’Isola del Giglio quando per dieci mesi l’anno lo è già per sua natura? Cosa faranno in quei 10 mesi i dirigenti e dipendenti per guadagnarsi lo stipendio?
Io rispetto il mare e l’ambiente nel senso più assoluto, ma non sopporto astruse norme e limitazioni quali il divieto di ormeggio ai gommoni (“danneggia” la posidonia!), di balneazione, di fotografia, di navigazione alle barchette entro 500 metri dalla costa ed altre perle simili. Sono sempre stato un sub libero, libero di immergermi dove desidero, libero di fare la pipì sott’acqua senza incorrere nelle sanzioni degli enti parco e simili.
Agli amici del Giglio dico di ribellarsi a questo stato di cose. Di opporsi fermamente alla rapina delle libertà che si sta tentando di perpretare nei loro confronti, diffidando delle false promesse di opportunità e vantaggi per i residenti (mi diceva un vostro illustre concittadino che quando il gatto ti è entrato in casa non lo levi più!).
Amici del Giglio, prima che sia troppo tardi, liberatevi di questi amministratori che stanno impadronendosi della vostra Isola, che amo profondamente e che sento un pò anche mia dopo avervi trascorso le vacanze “solo” per 37 anni.
Con affetto per i veri gigliesi
Galileo Doni
PS. Preciso che la mia contrarietà alla creazione al Giglio del parco e AMP, vale per tutte le isole dell’arcipelago toscano, che sono state messe sotto una campana di vetro (come le immagini dei Santi), impedendone la libera fruizione ai cittadini (leggi Montecristo e Pianosa).
Mi auguro che qualcuno, più giovane e con maggiori energie di me, inizi una lotta di liberazione dell’arcipelago dalla schiavitù cui è oppresso.
In proposito segnalo la lodevole iniziativa del Signor Yuri Tiberto che nell’estate scorsa ha raccolto migliaia di firme per dire NO all’AMP all’Isola d’Elba e per proporre soluzioni alternative per la tutela del mare, proposte che ritengo assai razionali e intelligenti.
Galileo Doni
Autore: Galileo Doni
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