Non voglio entrare nel merito delle varie soluzioni temporanee, improvvisate o comunque rimediate, ma piuttosto limitarmi ad esporre una verità tanto semplice quanto sconosciuta a tanti gigliesi e soprattutto volutamente sottaciuta o addirittura manipolata da chi comanda e-o fiancheggia.
La precedente amministrazione, dal sottoscritto immeritatamente guidata, si era fatta carico del problema individuando una soluzione che avrebbe, una volta portati a compimento i lavori peraltro già iniziati, consentito di prendere ben più dei classici due piccioni con una fava. Infatti a Giglio Porto, in prossimità di via del Castello, nell’area in cui sorgeva la fatiscente e pericolosa struttura dell’ex scuola media, era stata progettata e finanziata, con un mutuo agevolato del Credito Sportivo, per il quale il Comune, e quindi i cittadini, stanno pagando le puntualissime rate di ammortamento, una struttura polivalente destinata a palestra, sala convegni e teatro appunto.
Iniziati i lavori e demolita la ex scuola media, al di sotto del piano di calpestio delle vecchie aule, è apparso un muro, del volume di un paio di metri cubi, presumibilmente romano, che è stato esaminato dalla Soprintendenza archeologica. Accertati i fatti, la dottoressa Rendini, responsabile della Soprintendenza suddetta per le questioni archeologiche relative al Giglio, lungi dal considerare quel muro un insormontabile ostacolo alla realizzazione della palestra-teatro, aveva addirittura concordato con l’amministrazione di allora una forma di valorizzazione del reperto archeologico romano, ottenibile tramite la realizzazione del pavimento, soprastante il muro, in materiale trasparente. (E siamo già al terzo piccione, essendo rappresentati i precedenti due rispettivamente dal recupero di un’area degradata e dalla costruzione di un’infrastruttura assolutamente indispensabile.)
A questo punto, ed eravamo a ridosso delle elezioni comunali del 2004, alcune circostanze casuali (ma fino a che punto?) si sono messe a congiurare contro la palestra-teatro.
La S.I.E. ha incomprensibilmente impiegato più di un anno a spostare un palo e relativo cavo il cui interramento era indispensabile alla prosecuzione dei lavori.
Il proprietario (o i proprietari) di una casa adiacente e alla scuola media e alla costruenda struttura polivalente, forse preoccupati di vedersi limitata la visuale dalle finestre, e giustamente, solo però dal loro punto di vista, più inclini a considerare prioritario il fastidio personale piuttosto che l’interesse collettivo, si sono verosimilmente fatti promettere dalla coalizione, che avrebbe poi vinto le elezioni, la rinuncia alla realizzazione dell’opera in cambio di una quarantina di preziosissimi (e determinanti) voti. Di tale prodezza qualcuno si sarebbe poi vantato, nella piazza di Giglio Porto, addirittura percuotendosi il petto con orgoglio.
Il resto è cronaca ( e malcontento, a quanto pare piuttosto diffuso): Attilio Brothel ha vinto le elezioni e, mantenendo una promessa elettorale (per ora solamente una fra le tante disattese), ha bloccato la costruzione dell’opera, ignorando persino il doloroso lamento di un proprio consigliere di maggioranza che ha affisso un plateale e polemico cartello recante la scritta: “SIAMO SENZA TEATRO!”. Il tutto, aggiungo io, con buona pace e qualche mugugno di attori protagonisti e comparse varie.
P.S:………….. E IL MUTUO RESTA DA PAGARE !!!!!!!!
Giacomo Landini
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