Giannutri: vietata la zona A anche ai residenti
Nuova fruizione di Giannutri: divieto in Zona A per i residenti Perché a Giannutri non si può andare su un sentiero in Zona A e all’Elba e Capraia sì?
Con le delibere 9 e 14 del 2017 il Parco ha voluto modificare la fruizione dell’isola di Giannutri che grazie ai dossier di Legambiente e alle decisioni prese in precedenza dallo stesso Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano era diventata abbastanza sostenibile, almeno a terra.
Le nuove Delibere hanno di fatto tolto il numero chiuso a terra che prevedeva per i turisti di “uscire” dal corridoio che collega Cala Spalmatoio con Cala Maestra solo con guida, non superando però, il numero di 300 persone giornaliere. «Con le nuove delibere questo limite non esiste più purché accompagnati con guida . spiega Emanuele Zendri responsabile per il Cigno Verde a Giannutri - Se quindi, per assurdo, 3.000 persone volessero girare per l’Isola lo potrebbero fare l’importante è prenotarsi una guida».
Ma mentre si allargano le maglie per la fruizione dei turisti viene interdetto ai residenti (che nel periodo invernale sono circa 15 mentre nel periodo estivo diventano 200 - 300) l’accesso lungo i sentieri nella zona A del Parco Nazionale, quella del Faro di Capel Rosso, a meno che non siano accompagnati da guida.
Secondo Zendri, «E’ vero che normative sull’accesso alle Zone A prevedono una regolamentazione, però, ciò dovrebbe essere fatto secondo criteri scientifici o almeno di buon senso. Perché per chi risiede sull’Isola non è più possibile percorrere il sentiero che porta al Faro? Se il Parco ha paura che senza questa restrizione si incentiverebbero attività illecite, allora a cosa servirebbe la presenza dei Carabinieri Forestali? Inoltre non ci risulta che nelle Zone A di Elba e Capraia sia vietato percorrere i sentieri esistenti. Ultimamente, il Parco ha investito nella telesorveglianza per il controllo del suo territorio e le telecamere sono state posizionate anche a Giannutri nella zona A del Parco. Non basta questo tipo di sorveglianza – purché qualcuno controlli le telecamere – per impedire e reprimere eventuali abbandoni dei sentieri? A questo punto ci chiediamo se anche noi di Legambiente che perlustriamo l’Isola - e che grazie a questo abbiamo realizzato i nostri dossier di denuncia di quel che non va a Giannutri - per poter continuare nella nostra attività dobbiamo essere accompagnati da una guida».
Intanto, a più di 20 anni dall’istituzione del Parco Nazionale, si aspetta ancora che a Giannutri venga istituita l’Area marina protetta e che finalmente siano tutelate e regolamentate le zone del Golfo dello Spalmatoio e di Cala Maestra oggi completamente libere e sottoposte quotidianamente all’ancoraggio selvaggio e al degrado dei fondali provocato delle centinaia di imbarcazioni che in estate arrivano a Giannutri.
Invece di imporre divieti che in tutte le isole abitate del Parco Nazionale sembrano valere solo per un sentiero della Zona A di Giannutri, forse sarebbe meglio confrontarsi preventivamente con chi a Giannutri ci vive e la difende, si eviterebbero molti malintesi.
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