Vedo con piacere, insomma si fa per dire, che il tema dello stato di trasandatezza delle spiagge del Giglio gode nuovamente delle luci della ribalta.
L' appassionata arringa della mia cara amica Franca (dal latino: interistum perdentibus...) gira nuovamente il coltello nella ferita, ormai purulenta, rappresentata dalle condizioni igieniche in cui versano alcune spiagge nonché zone dell'isola che, per la loro ubicazione, balzano immediatamente agli occhi dell'ignaro turista che magari à approdato al Giglio proprio per godere della famigerata salubrità di una delle perle dell'arcipelago Toscano.
Trovo quindi inutile e, sopratutto, controproducente adottare la tecnica dello struzzo difronte a tale problematica e fingere che il ribollir dei cassonetti (anziché dei tini) e dei rifiuti lasciati per giorni fuori delle abitazioni lungo i viotttoli isolani o, ancor peggio visto che stiamo parlando di una località marittima, rinvenire le più disparate schifezze sulle spiaggie o nel mare, sia motivo di vanto o condizione ideale a cui ambire specie per chi vive al Giglio quotidianamente, o che lo vive con una certa assiduità.
Sempre sulla scia dell'intervento della cara Franca, colgo poi lo spunto per rinnovare una questione, peraltro da me, così come da molti altri, particolarmente sentita nonché già sollevata in questa stessa rubrica e posta all'attenzione delle autorità competenti, che, in pratica, riguarda tutti coloro che soggiornano al Giglio con il proprio amico a quattro zampe: "Il cane".
La domanda, a cui a tutt'oggi non è ancora stata data risposta, è quindi la seguente:<Esite o meno, la recondita possibilità che la giunta in carica prenda in seria considerazione l'ipotesi di individuare delle aree in cui i proprietari di cani possano accedere agli arenili e trascorrere con gli stessi una tranquilla giornata di mare senza incorrere in antipatiche sanzioni amministrative???>
Speranzoso in un benevolo responso, rimango in attesa di notizie porgendo i miei più cordiali saluti.
Giorgio Fanizza.
L' appassionata arringa della mia cara amica Franca (dal latino: interistum perdentibus...) gira nuovamente il coltello nella ferita, ormai purulenta, rappresentata dalle condizioni igieniche in cui versano alcune spiagge nonché zone dell'isola che, per la loro ubicazione, balzano immediatamente agli occhi dell'ignaro turista che magari à approdato al Giglio proprio per godere della famigerata salubrità di una delle perle dell'arcipelago Toscano.
Trovo quindi inutile e, sopratutto, controproducente adottare la tecnica dello struzzo difronte a tale problematica e fingere che il ribollir dei cassonetti (anziché dei tini) e dei rifiuti lasciati per giorni fuori delle abitazioni lungo i viotttoli isolani o, ancor peggio visto che stiamo parlando di una località marittima, rinvenire le più disparate schifezze sulle spiaggie o nel mare, sia motivo di vanto o condizione ideale a cui ambire specie per chi vive al Giglio quotidianamente, o che lo vive con una certa assiduità.
Sempre sulla scia dell'intervento della cara Franca, colgo poi lo spunto per rinnovare una questione, peraltro da me, così come da molti altri, particolarmente sentita nonché già sollevata in questa stessa rubrica e posta all'attenzione delle autorità competenti, che, in pratica, riguarda tutti coloro che soggiornano al Giglio con il proprio amico a quattro zampe: "Il cane".
La domanda, a cui a tutt'oggi non è ancora stata data risposta, è quindi la seguente:<Esite o meno, la recondita possibilità che la giunta in carica prenda in seria considerazione l'ipotesi di individuare delle aree in cui i proprietari di cani possano accedere agli arenili e trascorrere con gli stessi una tranquilla giornata di mare senza incorrere in antipatiche sanzioni amministrative???>
Speranzoso in un benevolo responso, rimango in attesa di notizie porgendo i miei più cordiali saluti.
Giorgio Fanizza.
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