SAN MAMILIANO TRA TRADIZIONE E INNOVAZIONE

Le festività organizzate in onore del Patrono San Mamiliano sono giunte a conclusione anche quest’anno, come siamo abituati a ripetersi la pioggia ha dato la sua benedizione. Io non so per quale motivo fu scelto il giorno del 15 Settembre, i tempi però cambiano ed allora forse una riflessione se riorganizzare o meno questo avvenimento si potrebbe fare.
Un ringraziamento sicuramente va dato a quei ragazzi che con tanto sacrificio riescono ad organizzare tutto questo, la fatica, le responsabilità che loro incontrano non hanno prezzo, chi però sceglie per sua volontà di entrare in tale organizzazione penso sia ben conscio di tutto ciò.
Detto questo vorrei fare una piccola riflessione sulla riuscita e di conseguenza quale risultato finale si abbia ottenuto, con questo sono ben  lungi da criticare l’operato di questi ragazzi, però alcune cose vorrei dirle:
- parto dal Palio dei Somari, a mio avviso ormai di Palio gli è rimasto ben poco, capisco che i somari sono quelli che sono, ma anche tutto il contorno non è all’altezza dell’evento,
- la famosa Quadriglia gigliese: la Quadriglia è un ballo ed il ballo è un qualcosa di nobile, dovrebbe essere eleganza, armonia tra le coppie, a mio avviso cosi non è, il più delle volte mi sembra di assistere ad una gara di violenza fisica, forse qualcuno tra uno spintone e l’altro troverà anche divertimento, anche della Quadriglia mi sembra che ormai ci sia rimasto ben poco,
- anche per i vari giochi di piazza occorre a mio avviso rinnovarsi se no anche qui si rischia di essere ripetitivi pertanto noiosi,
- per chiudere un'ultima considerazione: il volume degli altoparlanti dopo certi orari potrebbe essere più moderato, è pur vero che tutti partecipiamo alla festa ma è altrettanto vero che non siamo alla stadio, tutti sanno che la soglia della sopportazione da parte dell’essere umano all’eccesso del rumore è data dall’intensità e durata dello stesso, superata tale soglia il tutto diventa insopportabile e diventa nocivo per la salute.

Modesti Giuseppe