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Guardiani dei Mufloni: "Il Parco continua le catture in segreto"

Il Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano continua a catturare, in gran segreto, i mufloni del Giglio con l'aiuto delle forze dell'ordine

Il 20 marzo 2024, c'è stato un altro ingiustificato schieramento di forze sull'Isola del Giglio, per catturare gli ultimi mufloni finora sopravvissuti alle mattanze del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano, nell'ambito del progetto Let's Go Giglio. Purtroppo, da quello che risulta, altri due mufloni, una femmina e un cucciolo, sono stati catturati durante quest'ultima battuta, con utilizzo di reti e cani.

Nonostante il PNAT e i suoi dirigenti affermino pubblicamente che i mufloni del Giglio non esistono più, in realtà stanno segretamente catturando gli ultimi esemplari rimasti sull'isola, con l'aiuto delle forze dell'ordine. Queste azioni sono motivate dal desiderio di eliminare tutti i mufloni dal Giglio prima della conclusione del progetto Life: Let's Go Giglio alla fine del 2024, finanziato con 1,6 milioni di euro. Se anche un solo muflone dovesse sopravvivere sull'isola, questi fondi andrebbero persi.

Le azioni del PNAT sono sorprendenti, soprattutto alla luce della recente sentenza del TAR di Firenze, che ha fermato le uccisioni dei mufloni fino a luglio. Durante l'udienza del 29 febbraio, è stato stabilito che, secondo le prove scientifiche, i mufloni del Giglio potrebbero essere una specie protetta e sono gli ultimi portatori di un DNA ancestrale che si è perso nella popolazione di origine sarda.

Il giudice ha ordinato l'uso di metodi non letali nei confronti dei mufloni del Giglio. Tuttavia, le tecniche di cattura utilizzate dal Parco hanno causato un alto tasso di mortalità tra i mufloni (stimato al 20%), quindi non possono essere considerate non letali. L'uso continuato di queste tecniche potrebbe portare a ulteriori sviluppi legali nelle prossime udienze a partire da luglio.

Va rimarcato che i metodi di cattura con i lacci e le reti a caduta sono considerati altamente stressanti per gli animali catturati. Si pone anche una questione etica se si considera che le femmine di muflone, in questo periodo, possono essere gravide o aver appena partorito i cuccioli. È stato precedentemente documentato che un piccolo di muflone è morto a causa di questi metodi. Lo stress della cattura, della manipolazione, il tempo trascorso nelle gabbie, il trasporto e la sterilizzazione chirurgica, possono facilmente portare i mufloni catturati alla morte. Ma questo sembra un aspetto trascurabile per l'Ente Parco, il quale scopo è solo accelerare i tempi per portare a compimento l'estinzione di questo nucleo unico e raro di mufloni.

Come detto, ci sono per la precisione 1,6 milioni di motivi per velocizzare le operazioni di eradicazione, cioè il bottino del progetto Life: Let's Go Giglio. Progetto scritto dal Parco stesso e di cui si sta avvicinando la data di chiusura. Il Parco ha fretta e deve sbrigarsi, perché se non avrà fatto sparire tutti i mufloni entro la fine del 2024 non riuscirà ad accaparrarsi nemmeno un euro.

Come verranno spesi i fondi pubblici una volta che i mufloni saranno stati sterminati? Quanto di quei milioni di euro verranno reinvestiti sull'isola del Giglio? Fra le altre cose, l'Isola sta soffrendo dell'abbandono della popolazione locale, non essendoci più servizi basilari come un medico, classi scolastiche, veterinario, ecc. Quello che stranisce è che, invece di questa mattanza, con piccoli interventi economici mirati si sarebbe potuto trasformare quello che dal PNAT (ma non dalla popolazione locale) è visto come un problema, in una risorsa per l'intera isola e la comunità locale. Perché quindi continuare con le uccisioni, le catture e le sterilizzazioni? Perché il dispendio di così tanto denaro pubblico senza nessun tipo di prospettiva per la vita sull'Isola del Giglio?

Tante sono le domande che rimangono senza risposta da parte del PNAT. A maggior ragione in un periodo storico così delicato, la tutela di ogni essere vivente e di ogni risorsa dovrebbe essere la priorità per tutti e in qualsiasi contesto, soprattutto di un Parco Nazionale. Invece ci si occupa di morte, di fucili, di catture e di sterilizzazioni, contro una popolazione di mufloni già di per sé esigua, trovandoci difronte al paradosso in cui un'area protetta è teatro di morte, nel cuore del nostro paese.

Evidenziamo ancora una volta che i mufloni del Giglio sono stati dichiarati una specie rara, quindi protetta sotto la legge italiana, da uno studio scientifico pubblicato sulla rivista Diversity. Uno studio sottoposto a peer review e quindi attendibile e verificato.

Chiediamo, come cittadini, che questo scempio perpetrato sull'Isola del Giglio da ormai più di 3 anni, venga fermato immediatamente. Chiediamo che il progetto Let's Go Giglio venga rimodulato affinché siano l'isola, i suoi abitanti e l'ambiente naturale i veri beneficiari di questi fondi. Chiediamo che tutti i mufloni ancora in vita sull'isola, vengano lasciati vivere la propria vita in pace, come fatto finora senza disturbare nessuno.

Guardiani dei Mufloni