I contenuti dei post nella rubrica "Dite la Vostra" di questo giornale sono opinioni personali ed informazioni non verificate provenienti direttamente dai rispettivi autori che se ne assumono totalmente la propria responsabilità. La redazione GiglioNews si dissocia preventivamente dai contenuti che dovessero offendere o ledere la dignità di soggetti terzi, fermo restando il diritto di rettifica ai sensi della legge n. 47/1948. (n.d.r.)
Il Campese e le spiagge libere
Cari amici! Non posso venire al Giglio, ma posso guardare la spiaggia del Campese sul Webcam. Sembra che non ci sia più posto per mettere un asciugamano. Bisogna possedere uno yacht? Non ci sta una legge che fissa una certa percentuale di spiaggia libera?
Vi prego di darmi delle informazioni, se ne sapete qualcosa. Devo dire che fare 1000 km di viaggio per non trovare un posticino al mare per sdraiarmi dopo il bagno mi fa poca voglia, e non sarò l'unica ... vi saluto.
Sempre la vostra (sono 49 anni che vengo in vacanza al Giglio) Kati Strauss da Vienna
Il 5 Settembre 2007 scrissi qualcosa sullo stesso argomento, cercando di inquadrare il problema (che c'è nonostante diverse opinioni che ora nuovamente si confrontano!) in modo più o meno oggettivo. Ad anni di distanza, non ho la sensazione che ci sia il desiderio di giungere a qualche risoluzione; penso invece che si desideri mantenere uno status quo che lascia un po' d'amaro in bocca... Chi oggi sostiene che la suddivisione tra spiaggia libera e spiaggia in concessione sia equilibrata, dovrebbe allontanarsi facendosi una breve nuotata, dare uno sguardo da mare alla spiaggia del Campese e.... "lasciar perdere"! Se poi qualcuno lo desiderasse (SE..!), potrebbe anche misurare in modo più "tecnico" l'attuale suddivisione, con decametro, foglietto e lapis.. Confermo comunque anche da parte mia la grande cortesia dei gestori delle spiagge in concessione, ma, semplicemente, non è di questo che ora si intende parlare. Un caro saluto a tutti e, a questo punto, a prestissimo. F.Archibugi
Caro direttore, ma cosa mai c’azzeccano, quasi dovesse trattarsi d’un “contentino”, le risposte date alla signora viennese (che frequenta Campese da 49 anni e lamenta l’occupazione, di fatto, dell’arenile da parte degli stabilimenti balneari), risposte con cui, pressappoco, le si dice: Ma non si preoccupi. Torni pure tranquillamente e vedrà che un posticiono al sole lo troverà di certo…. E poi, comunque, con un modesto compenso, avrà pure, dai titolari degli stabilimenti, servizi e cortesia”. A parte il fatto che la signora, potrebbe non avere affatto bisogno di servizi e cortesia, ma solo d’un minimo dii metri quadrati a disposizione esclusiva per rilassarsi e distendere le membra, per riposarsi, insomma, dopo una salutare nuotata, asciugarsi, all’ombra o al sole, e godere, poi, della brezza marina, senza timore d’essere accidentalmente calpestata o di ricevere “spruzzi” di sabbia in viso da chi incautamente s’aggira, tra gli ombrelloni, fa lo slalom per arrivare alla battigia (anch’essa a volte occupata) od azzarda pure di giocare a palla od a racchettoni, rimane ineludibile il postulato di legge che, fatti salvi i diritti e le potestà demaniali sulla costa, in termini di specifici utilizzi e strutture, afferenti i bisogni della comunità, storicamente asserisce che le spiagge, in prossimità delle quali, non si può assolutamente costruire, sono di fatto libere, onde consentire senza impedimenti, sbarramenti, recinzioni etc. la balneazione d’ogni singolo cittadino. Il resto, appunto gli stabilimenti, hanno facoltà d’esercitare i loro “commerci” solo attraverso specifiche concessioni temporanee loro assegnate, dalle autorità municipali e statuali, intese nel loro insieme, purchè assicurino al cittadino certi servizi e rispettino norme igieniche standard. Il problema è, quindi, da ribaltare di 180 gradi. Ovvero, in termini di spazio disponibile, dovrebbero essere gli stabilimenti, per così dire, a “soccombere” rispetto alla generalità dei bagnanti, ed a ritagliarsi spazi, accuditi, di sostanziale “risulta”. E questo anche perché, in chiave socio-economica se fosse diversamente, rispetto alla molteplicità dei meno abbienti, con i tempi che corrono, sempre più meno abbianti, verrebbe a crearsi, in disdoro al detto che “da nudi, come davanti a Dio, siamo tutti uguali”, una casta di privilegiati, comodamente servita, accudita e riverita, al cospetto di chi, sine pecunia, si vede “costretto”, di fatto, ad arrangiarsi, alla meno peggio, in ristrettezze arenili, per solito, alquanto reprensibili dal punto di vista igienico. Un giusto equilibrio tra i diversi bisogni, può e deve essere, comunque, trovato, dalle autorità preposte, cui, tra l’altro, sono affidate, sempre che vogliano e sappiano esercitarle, anche funzioni ispettive, importanti ed assolutamente necessarie per la migliore funzionalità e fruibilità dei luoghi di balneazione. Forse, a Campese, l’affollamento ha superato equilibri e giuste misure per stare insieme e godere insieme il mare, anche standosene in spiaggia? Non so bene se sia così (da qualche anno, ancorchè possegga un paio di monolocali a ridosso del campo sportivo, non vengo più al Giglio e, quando lo frequentavo, non m’è capitato di subire o vedere fastidiosi fenomeni di sovraffollamente, perché scendevo in spiaggia, facevo una nuotata e rientravo in casa a prendere il sole in terrazza), ma se così è, il vulnus va rimosso a vantaggio di chi vanta diritti primari sull’uso di spiaggia e battigia, ossia dei liberi bagnanti. Per cui, sic rebus stantibus, che si provveda!
Mi associo al commento precedente. Per quel che riguarda Il Campese Le posso assicurare, Sig.ra Strauss, che la normativa viene rispettata e che i gestori degli stabilimenti sono molto disponibili nell'offrire servizi e cortesia anche senza modesti pagamenti. Per le altre spiagge non saprei.
Gentile Sig.ra Kati Strauss da Vienna, ella è benvenuta all'Isola del Giglio, come peraltro tutti i turisti che volessero gradirci della loro presenza. Mi sento in dovere però di farle notare che se sono così tanti anni (49) che ci onora della sua presenza, sulla spiaggia della località Campese non deve mai essere venuta o l'ha fatto distrattamente e che quello che lei riferisce nella Sua del 28 giugno u.s. evidentemente lo sostiene per sentito dire. Le garantisco che, in ottemperanza delle leggi vigenti, l'arenile della località Campese è diviso in parti uguali tra spiagge libere dove Lei può stendere il suo asciugamano "senza pagare" ed in rispetto della natura e spiagge in concessione, dove, per un modesto pagamento potrà ottenere servizi e cortesia. Cordialità. Ettore Giannecchini