Il saluto del Vescovo alle istituzioni e autorità
Si concluderà domenica, con la Santa Messa a Giglio Porto, la settimana di visita pastorale sull'isola di Sua Eccellenza il Vescovo Guglielmo Borghetti. Nella giornata di giovedì mons. Borghetti ha incontrato le autorità militari e la popolazione gigliese con i suoi amministratori in un Consiglio comunale appositamente convocato.
“Il Giglio è la prima tappa della mia visita pastorale nella diocesi - ha detto il Vescovo nella sala consiliare -. Questi giorni mi hanno permesso di leggere meglio il contesto e le difficoltà del vostro territorio e mi sento arricchito perché queste giornate mi hanno radicato meglio nel vostro tessuto sociale. Sono stupito dal gran numero di chiese presenti sull'Isola e mi ha fatto riflettere la visita alle scuole. Ricordo i giorni della Concordia e sento affetto per questa comunità. La sfida di tutti i giorni e quella di comprendere la persona umana in tutta la sua complessità, il Magistero deve formare coscienze e qui ho trovato grande disponibilità. Dobbiamo tutti difendere l'Uomo nella sua dignità. Al Giglio esiste una sensibilità ancora forte per certi valori umani. Ringrazio per la sensibilità dell' invito a partecipare al Consiglio Comunale. Non era dovuto ma è un bel segnale”.
"Eccellenza reverendissima - ha detto il Sindaco, salutando il Vescovo -, siamo profondamente onorati di averla qui fra noi oggi in questa sala consiliare, per questo incontro con i consiglieri comunali, le autorità civili e militari e le associazioni che saluto e ringrazio per la loro presenza. Oggi il Giglio istituzionale le rivolge il saluto nella sua prima visita pastorale sull’isola. Ritengo che il consiglio comunale aperto sia l’occasione propizia per consolidare l’affetto che sentiamo reciproco e che ha come base i già collaudati rapporti che intercorrono tra la nostra diocesi, l’ente che rappresento e la nostra comunità."
Di seguito le foto della giornata e l'intervento integrale del Sindaco Ortelli.
L'intervento integrale del Sindaco
Eccellenza reverendissima, siamo profondamente onorati di averla qui fra noi oggi in questa sala consiliare, per questo incontro con i consiglieri comunali, le autorità civili e militari e le associazioni che saluto e ringrazio per la loro presenza. Oggi il Giglio istituzionale le rivolge il saluto nella sua prima visita pastorale sull’isola. Ritengo che il consiglio comunale aperto sia l’occasione propizia per consolidare l’affetto che sentiamo reciproco e che ha come base i già collaudati rapporti che intercorrono tra la nostra diocesi, l’ente che rappresento e la nostra comunità.
Le vicende che abbiamo già messo alle nostre spalle, le vicende della tragedia della Concordia, ci hanno fortificato nei nostri rapporti e ci hanno rafforzato nel difficile compito di amministrare la nostra comunità. Lunedì scorso abbiamo celebrato il nostro santo patrono Mamiliano. Ho ascoltato con molta attenzione le sue riflessioni durante l’omelia e gli insegnamenti a cui spesso ha fatto riferimento che costituiscono una utile guida che noi amministratori pubblici sapremo seguire attentamente nella quotidianità della vita politica dell’isola. Sono insegnamenti che possono adattarsi in tutti i campi della nostra società come quello difficoltoso della politica che ci coinvolge in prima persona.
Io sono il buon pastore – dice il Vangelo secondo Giovanni - Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario invece fugge di fronte al lupo, cioè di fronte alle avversità, al disprezzo, all’ingiuria. Il buon Pastore rimane. L’immagine del Signore come Buon Pastore è indubbiamente quella più conosciuta e più amata dai cristiani, una immagine carica di tanti significati. Anche nella vita politica si possono dare dei significati a questo insegnamento. Gli amministratori devono stare vicini al loro popolo, proprio come fece Gesù, perché solo così capiranno i suoi bisogni. Anche nella vita di tutti i giorni dobbiamo continuare l’esempio del buon pastore rispetto a quello che consideriamo un cattivo modello di società e cioè l’esempio del mercenario che agisce per proprio tornaconto. Quindi nella comunità cristiana, ma anche nella comunità sociale, chi agisce esclusivamente per il proprio interesse, per la propria convenienza, per il proprio prestigio, non avrà mai il giusto riconoscimento, nessuna carica e nessun titolo, se non quello immorale di perfido mercenario.
Nella sua omelia Lei parlava metaforicamente della puzza che si avverte nella società moderna, nelle violenze, nelle guerre, nella crisi economica vissuta in modo oppressivo da parte dei più poveri, e della crescente decadenza dei valori morali nonché l’evidente sfiducia che svuota gli animi dei nostri cittadini, di ogni età.
Ecco che in questo difficile contesto socio-economico le parrocchie, la diocesi e l’Amministrazione comunale, come un sol corpo, assumono un ruolo di estrema importanza perché possono rappresentare il ruolo di guida di un popolo disorientato verso le destinazioni ed i traguardi migliori.
Eccellenza carissima, noi siamo convinti, nostro malgrado, di essere entrati nella storia, nella storia italiana, nella storia mondiale, anche se l’accadimento, di cui tutto il mondo ha parlato, porta dentro un carico di dolore umano, sconvolgente e straziante, che rimarrà per sempre impresso nei nostri pensieri e soprattutto nel ricordo e nella sensibilità dei gigliesi.
Siamo convinti che le vicende umane, per quanto tragiche, spesso possono essere viste però anche da un altro punto di vista, come diciamo sempre noi, da un punto di vista positivo. Una chiave di lettura diversa. Le istituzioni, in primo luogo, ne hanno l’obbligo morale oltre che civico di individuarle e basta pensare al bilancio delle vittime che poteva avere dimensioni di ben altra misura per capire che al Giglio si è fatto molto per evitare il peggio.
Abbiamo vissuto momenti terribili, insieme, che ci hanno rafforzato il carattere; i francesi direbbero che i gigliesi hanno nel loro DNA un livello di resiliance notevole. In realtà questa storia mi ha fatto ricordare uno dei tanti momenti di questi ultimi 30 mesi, quando a Pozzallo in Sicilia, nel corso di una visita alla città che desiderava premiare il gesto dei gigliesi, ci siamo avvicinati alla vita di Giorgio La Pira e ci è rimasta impressa la locuzione latina “Spes contra spem” che lo stesso grande personaggio ripeteva in più occasioni. E’ un’espressione che viene utilizzata per definire l'atteggiamento di coloro che coltivano una fede incrollabile in un futuro migliore, e non abbandonano l'aspettativa, anche quando le circostanze concrete sono così avverse da indurre a credere, al contrario, alla perdita di ogni speranza. Proprio così fecero i gigliesi in quella drammatica notte.
La nostra è gente generosa, di profondi sentimenti religiosi, legata alle buone tradizioni e ad alla sua municipalità che si rafforza nella sua cristianità che a volte viene indicata come una rarità nel territorio della Toscana, da sempre più restio ad una appartenenza così forte. Per fare una battuta riconducibile al passato, una volta si diceva che il Giglio è politicamente un puntino bianco di fronte ad un mare rosso della Toscana.
Eccellenza, il Giglio ha voltato pagina dopo la Concordia ma rimane il dolore delle vittime ed i problemi che ci siamo ritrovati sul tavolo ancora irrisolti. Problemi difficilissimi da risolvere per i piccoli comuni, sempre più attanagliati dalle pesantissime difficoltà legate ad un territorio estremamente difficile, la cui caratteristica morfologica complica veramente tutto. Lo spopolamento insulare, il taglio dei servizi, una difficile condizione sanitaria, una precaria situazione scolastica e tante altre questioni sul tappeto sembrerebbero rappresentare mali endemici da cui difficilmente riusciremo a liberarci se, con l’aiuto di tutti, ma in primis del Governo, non cominceremo a metterci mano seriamente.
Credo che la sua visita pastorale costituisca un momento di forte arricchimento spirituale e culturale per noi tutti in un momento assai particolare per la nostra gente. Siamo nella fase della ripresa delle attività socio economiche, siamo nella fase del risveglio dopo il torpore della vicenda Concordia ed anche in un contesto di ripresa morale rispetto alle afflizioni subite. Sono certo che la sua visita pastorale abbia contribuito a rasserenarci ma spero comunque che questa ci aiuti ad affrontare le difficoltà quotidiane spronandoci a guardare, con fattiva speranza, al futuro delle nostre famiglie ed a quello della nostra bella ed incredibile comunità.
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