"Uscito dal tourbillon del X° Anniversario del Naufragio, vi scrivo per inviarvi il mio grazie più sincero a voi che quella notte e le settimane successive eravate con me e con altri volontari a cercare di risolvere una delle più grandi tragedie della storia." Così Sergio Ortelli in una lettera inviata alla Croce Rossa Italiana, Comitato della Costa d’Argento.
"L'opera indispensabile della Croce Rossa, come l'opera di tutto il volontariato, ha contribuito a rendere meno dolorosa la vicenda. In questi giorni - conclude il Primo Cittadino gigliese - ho parlato molto di voi, quale indispensabile baluardo della nostra società, e spero di avervi attribuito il giusto riconoscimento per l'azione svolta. Grazie, grazie infinite, grazie di cuore."
Il nostro lavoro in quella tragica notte
Emergenza Nave Concordia - Isola del Giglio, 10 anni sono trascorsi da quella tragedia. Quella tragica notte, intorno alle 24 fummo attivati dalla Protezione Civile per il naufragio della “Nave Concordia”, davanti al Porto di Isola del Giglio. “Fortuna” volle, nella disgrazia, che la grande nave ferita nella fiancata sinistra sotto la linea di galleggiamento, non sbandò verso il largo ed il mare aperto, ma virò in abbrivio verso l’Isola, per adagiarsi sui fondali antistanti il Porto del Giglio. Il bilancio delle vittime sarebbe stato indubbiamente diverso.
Come Croce Rossa Italiana, Comitato di Orbetello, come tanti altri comitati della Provincia fummo subito attivati la notte del naufragio; in pratica un “paese” di oltre 4.000 persone veniva trasferito sui traghetti ed altri natanti, da Isola del Giglio alla terraferma, al Porto di Santo Stefano. Immediato il coordinamento della protezione civile provinciale di Grosseto della Cri e di quella nostra e degli altri Comitati.
Nel rinnovare le condoglianze alle vittime ed alle loro Famiglie della “Concordia” possiamo ricordare che, con grande organizzazione e tempistica, molto rapida e puntuale, si riuscì a trasferire e sistemare nei centri di accoglienza, tra Orbetello, l’Argentario, Grosseto, Marina ed altre località le centinaia di naufraghi, rimasti praticamente senza nulla e senza letto dove dormire. L’assistenza del primo momento (mancava loro tutto), fu poi sostituita da quella successiva, anche di supporto psicologico, per chi aveva perso propri familiari, chi doveva essere raggiunto dai parenti, i componenti dell’equipaggio, chi era rimasto praticamente senza vestiti e nessun altro oggetto che si usa ogni giorno.
Ci ricordiamo un lavoro di gruppo, di squadra, tanta umanità, comprensione e vicinanza, anche per capire persone che provenivano da altri Paesi e Nazioni. Una esperienza di protezione civile sì dolorosa, ma anche intensa. Che costituisce un bagaglio nel proprio “curriculum”, al servizio di una organizzazione umanitaria nella quale siamo impegnati da oltre 20 anni.
Tornammo sull’Isola quando si lavorava per portare via la nave ferita, insieme al presidente regionale della Cri, il dottor Francesco Caponi, il presidente provinciale, il dottor Hubert Corsi, per incontrare il sindaco, Sergio Ortelli ed osservare i lavori a mare sulla Concordia che nel frattempo era stata raddrizzata. Una operazione in effetti, di alta tecnologia sotto ogni punto di vista.
Cri Orbetello impegnò in questa emergenza decine e decine di volontari e quasi tutti i propri mezzi a quel tempo in dotazione al Comitato.
Michele Casalini
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