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L'Annamaria se n'è andata: poesia di Calchetti
A distanza di pochi giorni dalla partenza dell'Annamaria, il nostro assiduo lettore e collaboratore Gian Piero Calchetti rende omaggio con i suoi versi alla "Paranza" per antonomasia dell'isola. Pur non conoscendo i fatti storici gigliesi, Gian Piero interpreta ancora una volta alla perfezione i sentimenti che hanno animato il nostro articolo ed i relativi commenti e riassume, partendo da un'analogia con una vicenda argentarina, un triste ma dolce pezzo di storia del nostro tessuto sociale.
L’ANNAMARIA SE N’E’ ANDATA
D’UN TRATTO, MI SON TORNATE A MENTE LE PAROLE, DI FERDINANDO SABATINO, CAPOPESCA, DELL’"ARGENTARO", IL MOTOPESCHERECCIO PORTERCOLESE, DELL’OMONIMO RACCONTO DI PESCA, DI CUI CORRADO ALVARO, NEGLI ANNI TRENTA, FU SOFFERTO PROTAGONISTA, AL PUNTO D’ESSERE SBARCATO, ANZITEMPO, E RICONDOTTO, COL POSTALE A PORTO SANTO STEFANO PERCHE’ NON SOPPORTAVA IL MARE GROSSO.
“LA BARCA”, EBBE A DIRE, QUANDO LA COMPRO’, A BACOLI, DA PESCATORI, CHE DOVEVANO DISFARSENE, PER QUESTIONI DI FAMIGLIA, “E’ FATTA PROPRIO BENE! L’ARMATORE, QUANDO EBBE A COSTRUIRLA, NON LESINO’ NIENTE DEL NECESSARIO. PER OGNI CHIODO, NE FECE PIANTARE DUE. E TUTTO QUELLO CH’E’ DI METALLO, E’ RAME. E PER OGNI TRAVATA… UNA DOPPIA TRAVATA”
MI SON TORNATE A MENTE, PER VARIE RAGIONI E SIMIGLIANZE. DOPO AVER VISTO, LE FOTOGRAFIE DI PIERO LANDINI, KATIA PENNATINI E LORENA STEFANINI NONCHE’ LETTO COSA HANNO SCRITTO DELLA “PARANZA, “ANNAMARIA”, GIGLIONEWS, PALMA SILVESTRI, CHE, TRA LE LAGRIME, LE HA GRIDATO “ADDIO PER SEMPRE! NON CI VEDREMO MAI PIU!!”, E SETTIMO BUTELLI, CHE, ESSENDO STATO, DA GIOVANE, VALENTE MARINARO DEL MITICO QUANTO PICCOLO NAVIGLIO, DEL COMANDANTE ANGELO DEPOLITI (FIGLIO DI SIMONE, CHE L’AVEVA COMPRATO, USATO, MA SANO, A TORRE DEL GRECO), DEI DUE FIGLI, PEPPE E FRANCO, E DEL GENERO NANDO LAPIDARIAMENTE, HA SCRITTO CH’ERANO I QUATTRO MOSCHETTIERI DEL MARE, PER L’ASSIDUITA’ NELLA PESCA, PER I RISULTATI CONSEGUITI E PER LA SICUREZZA DEL LAVORO.
NEI 48 ANNI DI PERMANENZA ALL’ISOLA, SALDAMENTE, ATTRACCATA AL MOLO VERDE, OVE, LA SERA, FURTIVAMENTE, AL SUO RIPARO, SI SONO INTRECCIATI AMORI DI TRE GENERAZIONI, FATTI, PER LO PIU’, DI CAREZZE E DI BACI, CASTI E MISURATI, OVVERO, DISTESA, SALDAMENTE, TRA I FLUTTI, SENZA PATIR, MAI SERI GUASTI OD AVARIE DI SORTA, ERA DIVENTATA UN SIMULACRO DI CONSUETUDINI PER LA GENTE DEL LUOGO E PEI TURISTI, CHE, IMMANCABILMENTE, SICURI DEL SUO PUNTUALE RITORNO, CARICA DI PESCE, L’ASPETTAVANO, IMPAZIENTI ONDE PREVALERE, GLI UNI SUGLI ALTRI, NELLA PIU’ VASTA SCELTA.
ORA, COMUNQUE, CHE SE N’E’ ANDATA ANCOR ROBUSTA E VALIDA IN QUEL DELLA VERSILIA, A SERVIR BENE, PER ALTRI ED ALTRI LUSTRI, ALTRA FAMIGLIA, SICILIANA, AFFINE DI MESTIERE, A QUELLA DEI DEPOLITI, CANGIANDO NOME, NON SOLO, PRENDERA’ QUELLO DEL CAPOSTIPITE LORENZO, RENDENDO OMAGGIO ALL’ISOLA ED AL PORTO, CHE, A QUEL SANTO, AFFIDA, DA SEMPRE, ASSIEME A MAMILIANO, LA SUA SORTE. MA, MENTRE QUALCUNO LAMENTAVA, CHE, SEPPUR “GRAZIOSAMENTE”, GUIDATA, TRA LE LACRIME, FINO ALL’ARGENTARIO, DAL SUO, ORMAI “SCADUTO” COMANDANTE, SE N’E’ ANDATA, IN SILENZIO, SICCOME VENNE NEL LONTANO 1968, MENTRE AVREBBE MERITATO, “IL GRAN PAVESE”, IL TRAGHETTO CHE L’HA INCONTRATA E RICONOSCIUTA, A MEZZO DEL CANALE, LE HA TRIBUTATO UNA REVERENZA ALTRETTANTO DEGNA. OSSIA UN LUNGO E RIPETUTO SALUTO DI COMMIATO E, E PERCHE' NO!, D’ARRIVEDERCI, CON IL POTENTE SUONO DELLA SUA SIRENA.
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