"La bellezza ci salverà"
Come l’atto del respirare, spesso, chi vive la quotidianità di un posto finisce per dare per scontate e naturali molte condizioni del vivere comune: condizioni spesso di privilegio che invece vengono immediatamente percepite e portate alla soglia della consapevolezza da osservatori esterni occasionalmente presenti in loco.
Con l'articolo che vi proponiamo (vedi sotto), pubblicato sulla rivista “Argentariana” del Centro Studi Don Pietro Fanciulli di Porto Santo Stefano (numero 7 – Anno II – Settembre 2018), Armando Schiaffino ci propone un'interessante riflessione su come la bellezza del nostro territorio abbia sempre mitigato, fin dal lontano passato, le vicende tristi che hanno coinvolto la nostra comunità. Secondo l'autore "il privilegio di vivere in un ambiente di incomparabili bellezze naturali può non solo accelerare la rimozione del dolore pregresso, ma verosimilmente determina uno stato d’animo collettivo che consente di affrontare meglio i delicati problemi della vita quotidiana...". (LEGGI TUTTO ...)
LA BELLEZZA “BELLEZZA” LA BELLEZZA DI CUI SCRIVE SCHIAFFINO, CHE RINGRAZIO, E’ BEN ALTRO RISPETTO AL BELLO, QUALE CONCETTO D’ESTETICITA’, RIFERITO A PENSIERI, OPERE OVVERO, COSE, CHE, TEMPORALMENTE, CI AGGRADANO E CHE, APPUNTO, IN QUANTO RELATIVE, SONO CADUCHE E TRANSEUNTI. LA BELLEZZA, INVECE, QUELLA VERA, QUELLA, DI CUI, DOTTORE E SACERDOTE TRATTANO DOTTAMENTE, S’IDENTIFICA COL RISPETTO PER LA NATURA, CHE, FRUTTO, D’UN “DISEGNO” TRASCENDENTALE, E’, DI PER SE’, DA CONSERVARE E PRESERVARE DAI SEMPITERNI “VIZI” DELL’UOMO, ONDE SALVAGUARDARE ANIMALI E COSE, ASSIEME ALLA “DIMORA”, CHE, GRAZIOSAMENTE, CI SONO STATI DATI, PER ESSERE TRASMESSI, INTONSI, AI FIGLI ED AI FIGLI DEI FIGLI, PER UN FUTURO DI SOLIDE SPERANZE E DI BENESSERE.
Il bello e il brutto vive in tutte le cose, viventi o non, anche dentro di noi. Magari anche per pochi istanti o per brevi periodi, ma è così, ognuno sicuramente lo ha sperimentato nella sua vita. Vale anche se parliamo dell’Amata Isola, a viso aperto, senza elementi di “convenienza” o di momentanea e periodica opportunità. E’ definibile bello quanto è accaduto al Giglio con il naufragio della Concordia e tutto quello che ne è scaturito come conseguenza ?. Lo stesso articolo del Dott Schiaffino lo sottolinea, magari inavvertitamente, quando parla delle tragedie accadute nei lavori in miniera. Un detto tramanda la frase “NON E’ TUTTO ORO QUELLO CHE LUCCICA” e queste massime (non sempre ma spesso) vanno a contribuire alla cultura dei popoli. Io che adoro la nostra cara Isola, cerco il bello in tutte le cose, per esempio, negli scampoli di tempo che ci trascorro d’estate, avendo al porto la casa tramandata dai Nonni materni, a qualche decina di metri dal pontile, cerco luoghi lontani dal CASINO che gioco forza è legato all’assalto giornaliero di mezzi da trasporto e di vacanzieri mordi e fuggi ……… . La prima mattinata e dopo la partenza dell’ultimo traghetto il porto riconquista la sua serenità e diventa meraviglioso, oppure, per dirla (ovviamente esagerando) come la citazione di Don Lorenzo, il luogo dove Dio brilla ._ Quindi non posso che confermare quanto scritto in premessa, IL BELLO E IL BRUTTO VIVE IN TUTTE LE COSE, anzi “convive”.
Mi permetto di integrare all'articolo di Armando Schiaffino questa riflessione sulla bellezza del teologo brasiliano L. Boff: "La bellezza è un valore in se stesso. Non è utilitarista. E’ come il sole che fiorisce per fiorire, poco importa se lo guardano o no, come dice il mistico Angelus Silesius (+ 1667). Trovatemi uno che non si lasci affascinare da un fiore che sorride gratuitamente all’universo! Così dobbiamo vivere la bellezza in mezzo a un mondo fatto di interessi, scambi e mercanzie. Dunque essa realizza la sua origine sànscrita Bet-El-Za che vuol dire: “il luogo dove Dio brilla,”. Brilla dappertutto e fa brillare anche noi con il bello" (Leonardo Boff, 2014). La bellezza rimanda alla categoria della gratuità, categoria piuttosto negletta ai nostri tempi. Se non la recuperiamo -e in fretta!- perderemo il senso della nostra esistenza, appiattiti, come siamo diventati, sul comodo, utile e facile. E questo vale anche, per le radici storiche di una società o comunità, come descritto più sopra in modo magistrale da A. Schiaffino.