La bottiglia di Ansonaco
“E’ già molto se l’uomo riesce a trarsi un istante fuori del campo della lotta per studiarla senza passione e condizioni emotive. Molto difficile è leggere la scena nettamente, coi colori adatti, tale da dare la ragione della realtà com’è stata, o come avrebbe dovuto essere.” (Giovanni Verga)
Codesti pensieri accompagnano la mia volontà di dimettermi da Consigliera della Pro Loco.
Un tocco leggero alla porta. Si, avanti… Oh Ebe, entra, vieni - “Pensavo fossi già partita, meno male che ti ho trovato. Questa bottiglia è per te” Lo dice con un po’ di affanno; del resto le scale di casa mia sono una decina, mica poche.
Guardo il sacchetto bianco del pane che incarta l’oggetto e lo prendo: passaggio di emozioni tra mani che donano e mani che accettano.
Un’etichetta che ricorda il colore ambrato del vino, cita: “Vino Ansonaco - località Scopeto - Isola del Giglio - Prodotto in proprio da Aldo Aldi … solo per gli amici. Annata 2013. E continua: questo vino è ottenuto da uva 100x100 ansonaca, colta a mano e pigiata con i piedi”
- Perché? - sorrido un po’ “Perché sei brava e te lo meriti”
Mancava poco a mezzogiorno, neanche il tempo di un commento. Ebe non si ferma, Aldo sarebbe arrivato a momenti per il pranzo. L’ho lasciata scendere le scale in silenzio e in silenzio ho seguito la sua quieta figura sparire oltre la Buca del Piano, ma rientrando ho capito il significato dell’amorevole gesto.
Non era per il libro “Dal Nylon all’Ansonaco” scritto dal marito, che avevo venduto a Nada, al Campese, nella serata di Arti e mestieri gigliesi; volume - tra l’altro - dato a prezzo di costo per volontà della coppia.
No, il significato stava nel mio gesto di averli coinvolti nella storia. Dando importanza al libro, che narra la vita del loro tempo migliore, vissuto di qua e di là dal mare e cercandolo per poterlo esporre, ho ravvivato la preziosa presenza di Ebe e Aldo alla vita del Paese.
Gongolavo di gioia, per loro e per me. Tra qualificare e squalificare, ecco i colori adatti di cui meditava il Verga ne “I Malavoglia” ed ecco la bottiglia di ansonaco che equilibra la mia scelta.
Metto la bottiglia amica in bella vista sotto la cappa del caminetto in attesa di un evento che meriterà la … stappatura. Poi scrivo.
Palma Silvestri
Gent.mo Sig. Calchetti Quando un pensiero entra nella memoria di un’altra persona ed apre la porta a ricordi magari sopiti ma piacevoli Non c’è soddisfazione più grande per chi ha scritto quel pensiero. perché vuol dire che la comunicazione ha fatto centro. Grazie anche a Lei Palma Silvestri
G R A Z I E , P A L M A ! Ah, quanto sei “viva”, Palma, in tempi che, come i Castagni, vedono pure le Palme, i nostri sacri “Alberi della Libertà”, quali li definiva il Mazziniano Raffaele Del Rosso, avvizzire per un animaletto, spuntato, all’improvviso, da chi sa dove. Sei ben viva e ti ringrazio, anche se non ti conosco, per l’appropriata citazione del Verga, che l’Ansonaco chiamava “Inzolia”, come tuttora lo chiamano in Trinacria: biondo, possente e ambrato quasi il nostro. Sei viva ed ancora ti ringrazio, per aver, dolcemente e con garbo, “elucubrato” attorno alla bottiglia degli Aldi, che ben ti riproponi di stappare solo a tempo acconcio, e per la breve storia dei due protagonisti. Sei viva e ti ringrazio, infine, perché m’hai ricordato i giorni in cui, mio ospite, ad Orbetello, ebbi a regalare, nella modesta veste d’un “boccione” da cinque litri, il mio modesto Ansonaco, frutto d’accorta “schiccatura” e d’un pestare di piedi, in allegrezza, di figli e di nipoti, entro un gran tino, che traboccava di grida e di sorrisi. Sai tu cos’ebbi, in cambio, da un “grande”, qual era Cinzio Zambelli, il “vero” fondatore d’Unipol? Ebbene, quell’ineffabile cooperatore e Comunista d’altri tempi, che, in vecchiaia, si pregiava di “disciplinari”, ed ostentava i vini più buoni e ricercati, comprese l’etichette, mi dette ben due bottiglie di Ramandolo e tre di Picolit. Aggiungendo “Ancor non è abbastanza!” perché neppure il Picolit, prezioso Southern di casa nostra, poteva reggere il confronto coll’Ansonaco di Maremma. E che la Maremma batteva il Friuli due ad uno. Oggi posso ben dirlo, perché, essendo morto, giammai potrà ricredersi e smentirmi! Ciao e grazie, Palma!