In Toscana in questi giorni c’è una storia nella storia. Una che potrebbe essere arrivata quasi al termine, l’altra che potrebbe iniziare. Entrambe, però, fatte di speranza e sofferenza. E’ quella che lega ad un sottile filo di Arianna la vicenda della rimozione e smaltimento della Costa Concordia al futuro della Lucchini e del porto di Piombino. Non è un mistero che gli appetiti che si sono svegliati sul business dello smaltimento del relitto della nave ammiraglia della Costa Crociere naufragata davanti alle acque di Giglio Porto nel gennaio del 2012, abbiano fatto gola a tante amministrazioni. E alla fine quella che si è scatenata è una vera e propria guerra tra porti proprio nei giorni in cui Governo, Regione Toscana e enti locali sono tutti impegnati a risolvere la questione Piombino con la firma dell’accordo di programma e il tentativo di scongiurare la chiusura dell’altoforno. Sullo sfondo rimane il destino della Concordia con veri e propri schieramenti a fronteggiarsi a colpi di dichiarazioni.
[embed width="560" height="315" ]http://youtu.be/xyMWIYitM78[/embed]
Tra i due litiganti E così se la Toscana fa il tifo per Piombino tutti gli indizi per il momento portano a Genova. Se Costa Concordia, infatti, resterà in Italia il porto che la ospiterà per essere demolita potrebbe essere quello di Genova. Sono stati infatti giorni in cui la politica si è mobilitata per cercare di ‘tirare’ il relitto nel porto amico con il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti che ha rilanciato Civitavecchia, sostenuto dall’esponente del Pd Goffredo Bettini, e chi invece come Aldo Di Biagio sostiene Piombino assieme alcuni consiglieri regionali della Toscana di Fratelli d’Italia. Non ultimo anche l’appello del vice ministro delle infrastrutture Riccardo Nencini che, facendo sponda al Governatore della Regione Toscana Enrico Rossi, ha sottolineato come «Piombino sia il porto più vicino all’isola del Giglio – per trasportare il relitto della Concordia si impiegherebbe una sola giornata – e lì si è già avviata una importante opera di ammodernamento che poterebbe renderlo adeguato ad ospitare la nave e procedere allo smaltimento». Ma gli elementi che emergono fanno intuire che il porto potrebbe essere quello della città della Lanterna.
Oltre al danno la beffa Per Piombino, salvo interventi del Governo dell’ultima ora, al danno si aggiungerebbe la beffa. Soprattutto se vincerà la linea del ministro dell’ambiente Gian Luca Galletti che vuole lo smaltimento in Italia. In una riunione del 19 marzo il ministro avrebbe affermato di aver scongiurato un primo rischio e cioè il trasferimento del relitto in Turchia, in un porto vicino a Smirne. Questa idea sarebbe stata accettata da Costa, ma a due condizioni che il porto di destinazione e i tempi di rimozioni fossero scelti dalla compagnia. Il ministero si sarebbe detto d’accordo. Tra le due parti il club di assicurazioni che copre Costa che ha fissato il tetto per la copertura delle spese di demolizione a 100 milioni e che spinge per la destinazione turca: costo 40 milioni. A Civitavecchia il progetto di smantellamento è stimato in 200 milioni, Zingaretti dice che «i motivi economici sono superabili», a Piombino in 110 milioni e c’e’ l’incognita bacino che potrebbe essere superato se il piano di trasferimento dovesse slittare a settembre, a Genova è inferiore a 100 milioni. Anche alla luce di questo se prevarrà la destinazione italiana, è facile pensare che la Concordia arrivi a Genova dove, come afferma la Confindustria locale ci sono anche professionalità e competenze. Contro Genova c’è il viaggio, 5 giorni, ma non pare un problema se il rigalleggiamento dovesse avvenire senza problemi. A Genova i cantieri Mariotti e San Giorgio, insieme all’Autorità portuale hanno già redatto nei minimi particolari l’operazione. La Concordia arriverebbe nel porto di Voltri, nel ponente genovese, dove entrerà di prua senza fare manovre. La nave verrà svuotata degli arredi per farla risalire da un pescaggio di 18 metri a quello di 15. Poi lo scafo verrà trainato all’interno del porto verso levante fino all’aerea dell’ex superbacino dove sarà tagliata a fette orizzontali. Circa due anni di lavoro, occupando 300 persone.
Sei "sicuramente" speciale ATTILO, cogli sempre le situazioni migliori "per la Tua parte" nei commenti degli interlocutori del Blog._ Chissà come mai ti sfuggono quelle che "non Ti convengono" !!!
Un gemellaggio tra il Giglio e Piombino-Isola d'Elba? Davvero una buona idea, Pietro, foriera di interessanti sviluppi sociali economici e culturali a potenziamento e consolidamento di quel legame tra Etruria Marittima e Costa degli Etruschi che si immerge nella antica memoria storica delle nostre popolazioni del nostro territorio e del nostro mare. Saluti cordiali.
Attilio ... Ma COMEEEE !!_ Non avevi insistito, per 2 lunghi anni, a sostenere l'idea di farci fare un albergo lì su Punta Gabbianara ???_ Chissà chi ti ha fatto cambiare idea !!!_ In fondo tenerla un altro anno con i cassoni belli e pronti sott'acqua, con i sistemi di controllo della zavorra che invecchiano, con il personale che la invernalizza nuovamente, con le forze di polizia, i carabinieri, la guardia costiera che la controlla, con un altro anno di "comissariamento" della protezione civile, il personale che deve essere impegnato ed i mezzi navali che occupano il porto dell'isola del Giglio COSA VUOI CHE COSTI ?_ Sono sempre persone che "lavorano" e, c h i P A G A ? _ Ed i Gigliesi ??_ Sì, forse potrebbero fare un Gemellaggio con Piombino, mi chiedo come mai non l'abbiano fatto prima, in fondo sta solo a 40 miglia di distanza, così come l'Isola d'Elba !!!
Insomma quello che voglio dire è che se altre zone d'Italia con le loro proposte sostenute dalle loro amministrazioni regionali ( vedi Genova, Civitavechia, et) stanno cercando di adoperarsi fattivamente per trasformare una vicenda disgraziata come il naufragio Concordia in una possibile opportunità economica per le loro comunità locali, non si vede perché, a maggior ragione, non debba agire in tal senso proprio la realtà locale principale vittima di quell'apocalittico evento cioè in primis la Comunità del Giglio e la Provincia di Grosseto. Provincia di Grosseto peraltro, come già accennato, che ha notevole interesse, specie per i lavoratori della sua zona entro-nord, a sostenere l'economia oggi a rischio di gravissima crisi del confinante polo industriale di Piombino. E allora non si vede cosa ci sia di così irragionevole e diseconomico pensare di mantenere la Concordia, lì davanti a Giglio Porto, dritta in riassetto e stabilizzata in piena sicurezza come si trova attualmente per tutto il tempo necessario al completamento sia dei lavori preliminari al parziale rigalleggiamento per successivo traino del grande relitto sia quelli di preparazione del vicino porto cantiere di Piombino per il suo accoglimento per la lavorazione finale. Saluti.
L'intervento d Giuliano Marchetti se pure nella sua esplicita ruvidità mi sento di condividerlo nella sostanza. Sarebbe una desolante e clamorosa sconfitta della politica locale se la nostra Regione e la nostra Provincia lasciassero calpestare gli interessi della nostra realtà locale rappresentata dall'isola del Giglio e dal Polo marittimo industriale di Piombino a noi confinante e con la presenza di tanti lavoratori del grossetano da parte degli interessi forti di altre parti d'Italia o peggio ancora da quelli privati della Compagnia di navigazione protagonista diretta e indiretta del disastro Concordia. Saluti.
IO VORREI SAPERE COSA C'ENTRANO PIOMBINO, CIVITAVECCHIA, GENOVA O ALTRI PORTI CON IL PROBLEMA CHE HA VISSUTO E VIVE L'ISOLA DEL GIGLIO !!!__ C'è qualcuno in grado di darmi una spiegazione "plausibile" ??
Per una volta almeno sarebbe opportuno dimostrare di non essere una repubblica delle banane ed a decidere sulla destinazione del relitto siano gli enti locali e governativi. Costa C. dopo i gravi danni arrecati (idem le altre insulse navi da crociera per gonzi) deve solo pagare in silenzio accettando le condizioni impartite, se Piombino dovesse costare di più pazienza, problema loro. Quando tutto va bene incassano e ridono ora fischiano e pagano, fermo restando che sarei sempre favorevole al tintinnio delle manette per i vertici della compagnia.
In realtà, Pietro, i giocatori sono in apparenza tanti ma sono solo due i veri contendenti per decidere la guerra dei porti. E le buche veramente accessibili nel tavolo verde della partita sono soltanto due: quella pronta aperta più immediata ed economica anche se più rischiosa del porto turco e quella più agevole ma non ancora pronta del porto di Piombino. E' evidente che gli interessi politici pubblici locali puntano sulla buca di Piombino pena un collasso elettorale nelle vicine elezioni. E ovviamente gli interessi privati della Società Armatrice puntano invece sulla buca di Smirne in Turchia. E la contesa è in pieno svolgimento senza che nessuno possa sapere al momento chi sarà il vincitore e chi il perdente. Saluti.
L’articolo mi ha ispirato una immagine: la situazione, così come è presentata nel Post assomiglia ad una partita a biliardo con tanti giocatori …. Il più bravo che manderà per primo la boccia (Concordia) nella buca, con un gioco di “sponda” avrà vinto !!_ E l’Isola del Giglio “ASPETTA”.