Il mio babbo si chiamava Etivio; suonava il mandolino ad orecchio. Il suo pezzo forte era: “E’ arrivato l’ambasciatore” e gli piacevano tanto le feste, organizzare festeggiamenti. Era alto, atletico, occhi chiari; come figura ricordava il protagonista di “Ladri di biciclette”. Il suo fisico rivive molto in Igor, il figliolo di mia sorella Ulde.

Di carattere bizzarro, estroso, inventò un complicato alambicco per realizzare di nascosto perché vietato, la grappa e tutti glielo chiedevano in prestito. Festeggiava il suo cognome l’ultimo dell’anno, San Silvestro e le scale della nostra casa erano un andirivieni di amici, curiosi, vicini. Al culmine della festa poneva al centro della stanza (il tavolo veniva spostato alla parete) una grossa zuppiera di panzanella e tutti, in un allegro girotondo, ballavano la quadriglia.

Ho tante fotografie di lui mascherato e tutte, col mandolino a tracolla.

In quaresima, nella settimana santa e per sei giorni, usciva col suo strumento e, a partire dalla macelleria di Giocondo - oggi del nipote Massimo – iniziava una tiritera camminando e facendo tutto il giro del Paese, da piazza di Sotto, come dicevamo allora, a piazza di Sopra, giùppepesci, il municipio, per finire di nuovo, dove la macelleria, che guardava la chiesa.

La tiritera cantata e suonata era questa:

LUNEDI - BUCA PANIERI
MARTEDI - GLI AMANTI VERI
MERCOLDI - DEGLI SCORDATI
GIOVEDI -  GL’ INNAMORATI
VENERDI - DEGLI STREGONI
SABATO - DEI MANGIONI
DOMENICA - MANGIA L’OVO, MEZZO A PASQUA POI A PASQUETTA.

Nel suo giro partiva con poche persone, per lo più bimbi, ma terminava con un lungo codazzo di giovani, donne, uomini che cantavano con lui. Le sue bizzarrie a volte potevano apparire come stramberie ed io quando sentivo certi commenti ci rimanevo male ma un po’ ci credevo. Faceva il minatore-carichino nella miniera di pirite, al Campese e lavoro più infame di quello, per morire di silicosi, non c’era.

E’ morto troppo presto per me e per i miei sentimenti su di lui, che ho recuperato da grande, cosciente delle sfaccettature del suo carattere e per riscattarne la figura da me trascurata, gli dedicai un pensiero sui minatori, intitolato – Gli eroi del quotidianoche a suo tempo pubblicai nel giornalino parrocchiale e anche su Giglionews.

Buona Pasqua a tutti.

Palma Silvestri della Barroccia