La vita al Giglio dopo il Barbarossa
“L’anno 1544 rappresenta un vero e proprio spartiacque nella storia dell’isola del Giglio, dato che fu proprio in quell’anno che Ariadeno Barbarossa, ammiraglio del sultano ottomano Solimano il Magnifico assaltò l’isola con inaudita ferocia, la distrusse (incendiando fra l’altro il centro abitato e fortificato del Castello, distruggendo così ogni documento e ogni altra memoria storica) ne catturò in pratica l’intera popolazione che condusse schiava a Costantinopoli..."
Con l'articolo che vi proponiamo (vedi sotto), pubblicato sulla rivista “Argentariana” del Centro Studi Don Pietro Fanciulli di Porto Santo Stefano (numero 14 – Anno IV – Giugno 2020), Armando Schiaffino racconta la storia dell'isola nei periodi successivi all'assalto del pirata Barbarossa, ricostruita attraverso la consultazione degli archivi storici.
E' di questi giorni un dibattito sull'isola a seguito delle proteste di Schiaffino che chiede a gran voce il completamento dell'Archivio Storico comunale gigliese. Questo articolo è solo un semplice ma significativo esempio di come solo grazie alla consultazione degli archivi sia possibile salvaguardare e tramandare la nostra memoria storica.
"All’epoca (come nei secoli precedenti e successivi) la viticoltura era l’unica e comunque la principale fonte di reddito degli isolani. Nonostante l’esportazione del vino fosse consentita e normata dagli Statuti approvati appena due anni prima con l’acquisto dell’isola de parte di Eleonora di Toledo un bando del Governatore aveva proibito la vendita del vino fuori dello Stato toscano; tale provvedimento aveva provocato non pochi malumori fra gli isolani ..." (LEGGI TUTTO L'ARTICOLO ...)
Per commentare occorre accedere con le proprie credenziali al sito www.giglionews.it
Login
Non riesci ad accedere al tuo account? Hai dimenticato la password?