Carissimi, 
vorrei raccontarvi una storia, che come tutte le storie degne di tal nome inizia con ''C'era una volta...'' 
C'era una volta un ragazzino. Niente di speciale, un semplice ragazzino curioso come tutti i suoi coetanei, e che come tutti i bambini amava fare collezioni. Collezionava di tutto, dai francobolli alle monete, dai minerali ai fumetti diTopolino, dai dischi alle matite colorate.
Un giorno questo ragazzino, "pazzo" per la natura e le scienze, si trovò a leggere un libro sull'atomo, ovviamente nel linguaggio semplice ed elementare di un libro per bambini. Da allora i protoni, i fotoni, gli elettroni diventarono per lui una ragione d'essere, quasi una ragione di vita. E i minerali erano il luogo ideale delle particelle tanto amate. Quando quel ragazzino compì otto anni, suo padre gli regalò un libro, Rocce e minerali, chiamandolo affettuosamente il mio geologo. Da quel momento ogni luogo visitato diventò una fonte di rocce e di minerali da studiare, da raccogliere e da collezionare.
Due anni dopo quel ragazzino giunse in vacanza al Giglio. L'Isola lo accolse, ma non con i suoi colori e lo splendore delle sue acque cristalline, ma con il fascino remoto delle scogliere, dei ruderi della vecchia miniera, delle laverie arrugginite non ancora smantellate. E siccome al Giglio non ci sono pericoli, leggi automobili che corrono all'impazzata, persone di cui fidarsi poco, rettili velenosi etc., il permesso per scorrazzare per le discariche della miniera divenne automatico. Nel guardare le laverie, raccogliere i frammenti di pirite dalle tramogge arrugginite, nell'ascoltare i piccoli suoni della miniera il ragazzino capì cosa "avrebbe fatto da grande".
Da quel momento ogni giorno sull'Isola divenne una scoperta, ogni sentiero fonte di ricerche, di campioni da raccogliere e studiare. Ed una volta tornato a casa, ogni pomeriggio le pietre raccolte nell'estate erano motivo di studio e di approfondimento. E fu così per sei anni di seguito.
Al compimento dei sedici anni quel ragazzino, ormai con la prima barba ed i riccioli di adolescente, chiese in dono per il compleanno I minerali della Toscana, testamento spirituale e commiato dei prof. Guido Carobbi e Francesco Rodolico, veri e propri luminari della scienza non solo fiorentina, dopo più di cinquant'anni di ricerche di mineralogia. Scoprire che qualche grande studioso del passato aveva scritto sul Giglio e che lui poteva accedere a questi scritti fu una vera e propria fulminazione: iniziò così a passare molti pomeriggi, saltando le versioni di latino (che peraltro detestava...) con lo scopo di far riecheggiare nei suoi orecchi la voce degli studiosi del passato, come amava ricordare a se stesso. Seguirono anni di studio intenso, di analisi e riflessioni, di inverni al microscopio ed estati di ricerca, di segnalazioni su riviste mineralogiche, di scoperte e verifiche, fino a quando, a vent'anni, quel ragazzino decise di raggruppare in un unico lavoro tutte le sue conoscenze e le sue analisi.
E fu così che l'Isola del Giglio divenne, agli occhi del mondo scientifico, uno scrigno di tesori.

Come avrete ben capito, quel ragazzino è proprio colui che vi scrive.
Da quel fatidico 1980, anno in cui Ritrovamenti e verifiche geomineralogiche all'Isola del Giglio, vincendo il terzo premio in un concorso destinato a promesse della ricerca scientifica europea, portò all'attenzione della comunità scientifica italiana la preziosa mineralogia del Giglio sono passati trent'anni.
Trent'anni di ricerche, trent'anni di studi, in cui, assieme a professori di grande prestigio quali Curzio Cipriani, Gian Piero Bernardini, Renzo Mazzanti e ad esperti ricercatori quali Giancarlo Brizzi, Valter Marinai, Claudio Kutufà ho completato la mia formazione di mineralogista e di ricercatore senza mai perdere di vista la nostra Isola.

Dalle venti specie gigliesi note nel 1970 attualmente al Giglio ne sono segnalate più di ottanta, compresa una, la tormalina schörlite varietà arenellite, praticamente precipua dell'Isola.
Negli ultimi due anni, con gli articoli presentati alle varie edizioni del convegno Codice Armonico di Castiglioncello, la mineralogia gigliese è stata definitivamente delineata, arrivando quest'anno ad affinare la Carta Geologica del Giglio, "correggendo" i risultati - peraltro rivoluzionari - del grande geologo anglosassone David Westerman. In parallelo sono riuscito a recuperare e valorizzare quanto resta della Miniera Franco. Il tutto è confluito nel Museo della Mineralogia e della Geologia dell'Isola del Giglio, vera e propria summa di quarant'anni di ricerche.

E l'Isola mi ha accolto come suo "figlio" adottivo.
Attualmente mi "diverto" a cercare il granito gigliese nelle chiese romaniche italiane, e vi aggiornerò, nell'ambito delle prossime Giornate Mineralogiche Gigliesi, sulle ultime scoperte.
Ma soprattutto vorrei trovarmi con tutti voi alla Rocca, il prossimo 1° giugno, per ammirare assieme le meraviglie mineralogiche della nostra Isola, definita "L'isola dei tesori" fin dalla fine degli anni Settanta, e brindare - magari con un buon bicchiere di Ansonaco - ai quarant'anni della "Rivoluzione Mineralogica Gigliese".

Un abbraccio a tutti!

* Alessandro Fei
Museo della Mineralogia e della Geologia dell'Isola del Giglio