LETTERA APERTA DI UN CITTADINO GIGLIESE AI PROPRI CONCITTADINI

Isola del Giglio
Grosseto

Sbarcai per 1a prima volta nel 1954 in quest’angolo di paradiso, e, qui sono restato fino ad oggi pensando di essere in un lembo di terra protetta da Dio. La Concordia ha divelto la Scola proprio davanti a casa mia, quella in cui andavo, pescatore sub, a fare l'aspetto ai dentici.

L'isola misericordiosa, dimenticando il canto delle sirene che invita al disastro i marinai con voci suadenti, ha adagiato nel modo più delicato possibile fra i suoi scogli questa enorme nave, dando soccorso ai naufraghi con la sua gente amorevole ed ospitale.

E‘ stata evitata la folle tragedia che si sarebbe consumata dieci metri più in là. Anche la stagione si è inclinata in giornate meravigliose e improbabili, come se il Dio del mare volesse cristallizzare il tempo, impedendo l'estensione del dolore e ogni forma di inquinamento.

Se una mano pietosa pare aver salvato l'Isola, dandogli una visibilità universale di amore e carità: questo è un miracolo. La Concordia, simbolo di grazia divina, e cippo funerario deve rimanere lì a ricordare agli uomini che anche gli errori si riscattano quando Dio ti ama.

La Concordia bonificata, simbolo, in maniera analoga alla Pietra Nera della Mecca e alla Torre Eiffel sarà anche un enorme affare per l'isola incantata.

Lasciatela dov'è!

Andrea Padelletti