Lo chef Marchesi tra gli interessati ai nostri fari
E' di pochi giorni fa la notizia della chiusura del bando di gara promosso da Agenzia del Demanio e Ministero della Difesa per la gestione di 11 fari di proprietà dello Stato. Due sono state - lo ricordiamo - le offerte per il faro del Capel Rosso e due per quello del Fenaio, all'Isola del Giglio.
Tra queste sembrerebbe esserci quella dello chef Gualtiero Marchesi che avrebbe inserito - secondo Il Sole 24 Ore - i due fari gigliesi nel progetto di creazione di un circuito gastronomico basato su 7 strutture.
[box type="shadow" align="" class="" width=""]Il “re” degli chef italiani, Gualtiero Marchesi - si legge nell'articolo di Vincenzo Chierchia - ha partecipato alla gara del Demanio: sono 7 i fari che vorrebbe gestire per creare una rete che faccia forza su ricettività e alta cucina. «Filo conduttore del progetto - dice - è la cucina italiana e la riscoperta del territorio. In ogni luogo il microclima detterà i sapori e gli ingredienti da rivalutare. Il pesce, ma non solo. I collegamenti con l'entroterra sono fondamentali. Immaginiamo un percorso da un faro all'altro alla scoperta della cucina italiana specifica di ogni territorio». L’interesse di Marchesi è indirizzato in particolare a quelli di Punta del Fenaio e Punta Capel Rosso sull’Isola del Giglio; Faro di Punta Cavazzi a Ustica, Faro di Capo Grosso a Levanzo, Faro di Punta Imperatore a Ischia, Faro di Muro Porco a Siracusa, Faro di Capo D'Orso a Maiori.
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A mio avviso, affidare 7 Fari ad una persona sola non sembra il modo più adatto per creare un network che distribuisca valore sui territori ma piuttosto l'opportunità di un privato di creare un marchio sfruttando beni demaniali. Non credo fossero questi i principi ispiratori della concessione di valorizzazione demaniale.