Parlare di relazione fra chiesa gigliese e Unità d’Italia è impresa un po’ ardua. Si possono fare affermazioni generali come questa: “I cristiani sono stati e sempre saranno protagonisti attivi della storia nazionale nelle sue accelerazioni e nelle sue involuzioni”.

Il giornalista Giuseppe Dalla Torre scriveva proprio domenica scorsa 13 Marzo: “Non deve stupire il fatto che la chiesa sostenga e sottolinei questo 150° anniversario. Il Risorgimento è nato si in ambito principalmente anticlericale, ma oggi sono proprio i cattolici i maggiori sostenitori del 150° dello stato unitario. C’è stato un serio conflitto fra Chiesa e Stato, ma è sbagliato insistervi eccessivamente dimenticando il ruolo di esponenti come il Pellico, il Manzoni, il Rosmini, il Gioberti, oltre al grande contributo di altre personalità cattoliche all’unità politica del Paese”.

Si può dire senz’altro che il Giglio rimase compreso nell'unità politica d’Italia per il fatto che, avvenuto il suffragio universale del maggio 1860, la Toscana fu annessa al nuovo stato italiano del Regno d’Italia, e con essa ovviamente il Giglio della quale faceva parte. Del nuovo stato unitario italiano ora anche il Giglio dovrà rispettare scelte politiche e leggi (non più come al tempo dei granducati dei Medici e dei Lorena).

Una curiosità storica presa dai numerosi volumi che parlano del Giglio: per le votazioni del 1860 al Giglio non c’era il numero sufficiente di elettori per costituire una sezione elettorale (che doveva essere di almeno 40 elettori). D’altra parte, considerando la condizione eccezionale di comune isolano, non sarebbe stato possibile aggregare il comune gigliese ad altre sezioni di altri comuni. E allora il Real Governo della Toscana emanò questo decreto: “Il Comune dell’Isola del Giglio si costituirà in sezione separata e distinta qualunque sia il numero degli iscritti nelle liste, per compiere le operazioni elettorali e trasmetterà lo scrutinio al capo del collegio di Grosseto”.

Un’altra curiosità: fu nel 1861 che fu messo sul campanile il grande orologio pubblico, della Ditta Trebino di Uscio (Genova).

Un'altra curiosità: 10 anni dopo (1871) gli abitanti dell’Unità d'Italia al Giglio erano 655. E c’erano 1013 pecore, 1007 capre, 221 asini. (relazione sul Giglio redatta in quegli anni dal funzionario granducale Virginio Magi).

Ma oggi è un giorno importante anche per la nostra Banda Musicale “Enea Brizzi”. Infatti il sottoscritto, in qualità di presidente della Banda Musicale, ha la soddisfazione di annunciare un prestigioso riconoscimento che le è stato concesso nel mese scorso con il decreto del sen.  Sandro Bondi istituendo il “Tavolo Nazionale per la promozione della Musica Popolare e Amatoriale dal 1861 ad oggi”.

Ebbene: a seguito dell’immediato interessamento e dell’immediata richiesta da parte della nostra Amministrazione Comunale, a seguito del parere favorevole del sottoscritto presidente della Banda: la nostra Banda Musicale è stata riconosciuta come Gruppo di Musica Popolare e Amatoriale a livello di interesse Nazionale.

Gloria e onore quindi al Giglio per merito di questo nostro compaesano Enea Brizzi.
Enea Brizzi, nato nel 1821, mandato dai genitori al Conservatorio musicale di Firenze, studia armonia e composizione e impara a suonare la tromba. Si arruola nella Banda Militare del Carabinieri. Nel 1860 è al seguito di Garibaldi e dei maggiori esponenti garibaldini e mazziniani la cui politica mirava all’Unità d’Italia. Il Brizzi quindi, gigliese, entra di prepotenza nella storia del Risorgimento Italiano.

Don Vittorio Dossi