Magister Paulus è tornato al Giglio
Il Quinconce
È passato un anno da quando un cosmatesco apparve all’Isola del Giglio. Discendente degli antichi marmorari del XII secolo, Paolo racchiude in sé tutte le caratteristiche dei suoi avi. Anche lui ha una bottega, in cui coopera con i propri figli e con altre maestranze. Anche lui lavora nel Lazio e nella limitrofa Toscana. Osservare il maestro e gli allievi mentre intarsiano la pietra limra, e tagliano onice, lavagna e rosso indiano - veri sarti del marmo - si viene attratti dal misticismo delle forme. I minerali, quali l’indiano rosso e il verde egeo, vengono sbriciolati in un'amalgama di colori che richiama lontane maestranze bizantine. Eppure siamo all'oggi, alla progettazione computerizzata, dove niente si produce se non con la precisione a laser, con gli impulsi satellitari, con la micro e macrotecnologia. La rimozione della Concordia ne è un esempio: assisteremo a un’impresa titanica di livelli altissimi di ingegneria navale, e non solo. Lo sbarco sulla luna, di lontana memoria, in confronto, forse, è stato un evento “da niente”.
Ma solo con la mano guidata dalla pietas e dall'umanitas si può innalzare l’edificio dell’anima.
Cinque cerchi a formare il labirinto della vita. Quattro rondelle disposte intorno a una quinta rondella, a simboleggiare la vita e il potere, dai secoli più profondi della vita dell’umanità, sono il risultato dell’ultimo capolavoro della bottega dell’ultimo cosmato per un giardino al Giglio. L’arte ci fa ancora una volta tornare alle nostre origini migliori. La tecnologia, invece, ci aliena l’anima e ci sconvolge la mente, rendendoci sempre più piccoli e impauriti, nel suo Niente.
Fiorella Colosi
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