Maria Agnese lascia la Guardia Medica e ringrazia
Dopo 31 anni di onorato servizio come Guardia Medica sull'isola, la dottoressa Maria Agnese Sturman, gigliese doc, va in pensione e, attraverso le nostre pagine, porge i suoi saluti e ringraziamenti con la bella lettera che di seguito vi proponiamo.
Prima di lasciarvi alle sue parole sentiamo il dovere, anche a nome di tutti i nostri lettori, di ringraziare noi Maria Agnese per il prezioso lavoro svolto al servizio dell'isola, in un ambiente difficile dove la Guardia Medica, così come il medico di base, si trova ad affrontare, soprattutto nella stagione invernale, emergenze e situazioni che in città sono di competenza del servizio 118.
"Carissimi Gigliesi, la notte di domenica 19 novembre è stata il mio ultimo turno di servizio, perché ho raggiunto età e requisiti per la pensione (!) . Devo dire che questo mi rattrista un po’, perché, oltre che per l’età che aumenta e che non fa sconti a nessuno, sono ancora molto legata al mio lavoro e lo svolgo ancora con piacere e passione. Ma la fatica fisica, prima avvertita pochissimo, è ora piuttosto incisiva; così, sia per accontentare le mie richieste anagrafiche, sia per evitare di trascinare un servizio che richiede velocità e prontezza, ho deciso di lasciare, con un atto di onestà sia verso di me che verso tutti voi.
A questo punto è doveroso che io ringrazi diverse persone e istituzioni che nel corso della mia vita lavorativa mi sono state vicine ed hanno facilitato il mio lavoro, chiedendo scusa fin da ora se qualcuno è sfuggito alla mia memoria e a questa lista.
Un ringraziamento sentito:
A tutti i colleghi della guardia medica che, pur con diverse peculiarità, caratteristiche e caratteri, assicurando in tutti questi anni il servizio al Giglio, hanno fatto sì che tra noi ci fosse sempre un reciproco sostegno ed un aiuto nelle diverse esigenze ed eventualità.
Al Dr. Armando Schiaffino che mi ha assicurato sempre la sua disponibilità, così come preziosa è stata sempre la sua reperibilità e la possibilità di scambi e confronti di pareri medici.
Ai vari titolari della farmacia che mi hanno sempre assicurato la loro disponibilità e ai titolari del servizio infermieristico che ci hanno aiutato nell’approvvigionamento dei farmaci.
A tutto il personale della Misericordia e in particolare a tutti gli autisti, tra cui vorrei ricordare i primi autisti delle ambulanze che, ogni volta che c’era un’urgenza, dovevano sobbarcarsi un trasferimento con il traghetto, dal momento che non esisteva ancora l’elisoccorso.
Agli equipaggi dei traghetti Toremar e Maregiglio che non hanno mai esitato a partire, con ogni tempo e a qualunque ora della notte, per aiutarmi a soccorrere un paziente critico.
Agli equipaggi dell’elisoccorso e ai colleghi del 118 che sono intervenuti quando si presentava una seria emergenza.
All’Arma dei Carabinieri e in particolare ai vari Comandanti di stazione che nel tempo si sono succeduti i quali mi hanno supportato nelle più diverse esigenze e alla Polizia Municipale sempre pronta e disponibile ad intervenire.
Al personale amministrativo dell’Asl che ha sempre agevolato lo svolgimento del regolare servizio.
Al personale che si è fatto carico negli anni della cura e delle pulizie della sede e a tutti gli artigiani che sono intervenuti, a titolo gratuito, a riparare e garantire il funzionamento dell’ambulatorio.
E’ ora necessario chiedere anche scusa: in trentuno anni ci saranno sicuramente stati momenti di incertezza e di esitazione che la gestione della salute su un’isola porta con sé ...
Prima di concludere, un grazie, il più grande, lo devo a tutti, tutti i Gigliesi: mi avete accolta nelle vostre case sempre con affetto e fiducia, abbiamo ragionato insieme con tranquillità anche nei momenti più difficili e davanti alle urgenze, mi avete a volte messo a parte di crucci e situazioni che esulavano anche dalle prestazioni mediche.
Grazie per tutte le volte che qualcuno di voi si è preso cura di me presentandosi con una bevanda calda o un caffè. Quando ho raccontato questi episodi a qualche collega della terraferma hanno sempre sgranato gli occhi: evidentemente non conoscevano il cuore gigliese, quello che ti fa “scannare” tra di noi ma è pronto a correre e a dolersi per la malattia e le sofferenze di qualcuno dei miei isolani.
Come dicevo prima sono rattristata nel lasciare il lavoro, ma una cosa però può consolarmi: ora ho probabilmente a disposizione il tempo per godermi un po’ la nostra Isola. Magari, dopo aver rigorosamente lasciato tutti “gli attrezzi” del mestiere a Grosseto, ci potremo incontrare sul molo, al Campese o … al Senato (mi spetta di diritto!!!) molto più spesso di quanto non sia successo finora.
Un abbraccio a tutti voi.
Maria Agnese"
Or che 'sta "Dottora", se ne va, ed i Gigliesi più non curerà, perché, giunta, ormai, alla pensione, dopo decenni d'onesta professione, ch'esercitò colla massima passione, facendo del bene a questo e a quello, al ricco, al più modesto e al poverello, è giusto che 'altri, in vece sua, s'occupino, tosto, d'ogni "bua", che, d'ora innanzi lor capitera', mi viene da pensare, dai saluti, sia dai mandati che dai ricevuti, che, se mi sento dispiaciuto, per non aver, mai conosciuto, nè il suo talento ne' la su' dolcezza, ben mi ritrovo, pure, in allegrezza, ché, allorché, all'isola sono stato, giammai, d'ammalarmi è capitato!
Approfitto di questo spazio per ringraziarti pubblicamente per tutto quello che mi hai insegnato negli anni in cui ho lavorato con la misericordia. Tu Armando e Giuliano mi avete fatto appassionare ad un mestiere nobile che è quello di soccorrere le persone. Al Giglio poi è tutto più difficile perchè spesso ti trovi ad intervenire su un amico, su un parente a volte un genitore e sei molto coinvolto dal punto di vista emotivo. Ma tu con la tua calma e risolutezza mi hai sempre trasmesso quella tranquillità necessaria ad affrontare qualsiasi situazione. Un abbraccio sincero
Che belle parole carissima Maria Agnese! a voce ti direi: ho "l'occhi lucidi": Ti auguro tanto bene per la nuova vita di "ndata in pensione" e spero di incontrarti sempre, ogni anno sul monte della chiesa all'uscita della solenne processione del nostro patrono San Mamiliano; per me è diventato un rito abbracciarti sorridendo dell'evento che ci accomuna. Ti ho vista, sotto le mure, al passaggio, guarda un po', dell'altra processione: quella di San Mamiliano dei Turchi; eri fuori l'ambulatorio e mi hai mandato un bacino col soffio! Ecco, terrò quel bacino leggero come un saluto e addio al tuo lavoro, immagine del sincero affetto paesano che sempre ci ha legato. Ciao.Palma della Barroccia