LA TERRA NEL MARE

“Ci sono luoghi magici e nascosti ...” inizia così una delle più affascinanti avventure di Corto Maltese, il marinaio inventato dall’artista Hugo Pratt.

Ci sono luoghi dove la vita e la sua storia sono affermate da pennellate apparentemente casuali, in realtà sottolineature magistrali di colori trasparenti ed irresistibili, dove l’unico artista è la Natura. Uno di questi luoghi è l’Isola del Giglio.

Ti entra nell’anima con la violenza dolce della bellezza, e là resta, impossibile da cancellare. Non importa se non la vedi per anni, è come incontrare un parente dopo lunghi periodi: il legame superiore del sangue annulla il tempo in una continuità che non conosce stagnazioni né ricordi spiacevoli.

Il “Giglio”, come è familiarmente chiamata l’isola, fa pensare alla dantesca montagna del Purgatorio, con appena due – tre spiaggette che consentono l’approdo ed una improvvisa ascensione di circa 4oo metri. La strada tortuosa che si percorre fa dimenticare il mal di stomaco offrendo panorami da togliere il fiato e porta dritta ad un Borgo fiabesco, intatto dai tempi della Signoria di Firenze.

Il Castello, appunto.

Non è un maniero con ponte levatoio e sala del trono ma un bellissimo e piccolo paese protetto da una formidabile cinta muraria che cela al suo interno, come la rosa il proprio cuore, i resti della fortezza militare attorno alla quale crebbe.

Oggi la “Rocca”, come è chiamata, ingentilisce la severità architettonica delle sue origini grazie all’intelligente politica dell’azienda turistica del Giglio (Pro – Loco, al Porto), ospitando manifestazioni estive come mostre di pittura e fotografia, spettacoli teatrali e concerti.

Dal 15 al 28 luglio 2008 sono stati in mostra i lavori di tre artiste, “isolane” non di nascita ma d’affinità, diversi tra loro ma in qualche modo legati al Giglio.

Marilla Favale, Brigitte Schmid, Alexandra Stefanato: tre modi diversi di vedere la vita.

Marilla Favale ha scoperto il Giglio solo da pochi anni e ne ha fatto il proprio genio ispiratore. Almeno tre dei grandi acquerelli in mostra: l’Aritmetica, la Geometria e la Musica sono nati sull’isola. Insieme al quarto, l’Astronomia, fanno parte di una serie chiamata delle Arti  che illustra la crescita spirituale dell’uomo al cospetto delle scienze maestre di vita. Il quinto, Il Palio di Siena, è ancora la sublimazione di un’esperienza dal forte impatto emotivo come la grande festa senese. Con i suoi quadri, Marilla vuole rappresentare la proiezione dell’osservatore al centro di un mistero, il suo smarrimento di fronte allo stesso e lo sforzo di captare una chiave interpretativa resa attraverso la sintesi concettuale. Si serve di colori tenui spesso distribuiti in modo da creare effetti sorprendenti di contrasto, per sottolineare la natura drammatica o gioiosa di alcuni passaggi.

Enigmatici.

Brigitte Schmid è tedesca ma si innamorò dell’isola alcuni decenni or sono, e nelle sue passeggiate attraverso campagne e sentieri sconosciuti ai visitatori occasionali, raccoglie piccoli oggetti che hanno forme e colori attraenti. Frammenti di vecchie ceramiche, vetri, severe o vezzose conchiglie composti in mosaici che fanno da cornice a specchi oblunghi, strettissimi o rotondi, e più le loro fogge sono stravaganti e sfuggenti più la cornice li imprigiona e definisce. A prima vista sembrano ingenui naif, al secondo sguardo la casualità delle forme si anima in un caleidoscopio ed i risultati intrigano l’occhio, esercitando lo stesso richiamo di multicolori tessuti orientali. Scintillano come perline, nappe ed altri piccoli attributi che parlano sempre di aria aperta, risacche e fiori di primavera cresciuti al vento salmastro.

Irresistibili.

Alexandra Stefanato vive moltissimo del suo tempo all’isola ed ha con essa una lunga liaison da raccontare. Lo fa osservando angoli noti da visuali originali, come un obiettivo che riprenda quasi sempre dall’alto, per poi trasferirli nei suoi quadri ad olio da  paesaggista amabile.    Tuttavia malcela un temperamento passionale visibile nelle pennellate pastose e cariche di colori violenti ma puri con i quali riempie la tela. Dipinge l’immanenza marina in sfumature azzurre e verdi di realistica intensità, e bellissimi angoli fioriti o campi primaverili sempre in primo piano. 
Sono, questi quadri, delle vere strenne per coloro che conoscono il Giglio solo d’estate e non ne hanno mai visto il cielo nelle altre stagioni. Non sanno dove nascano i papaveri oppure i fiori viola, Alexandra lo sa e lo racconta.

Un andante con brio.