I contenuti dei post nella rubrica "Dite la Vostra" di questo giornale sono opinioni personali ed informazioni non verificate provenienti direttamente dai rispettivi autori che se ne assumono totalmente la propria responsabilità. La redazione GiglioNews si dissocia preventivamente dai contenuti che dovessero offendere o ledere la dignità di soggetti terzi, fermo restando il diritto di rettifica ai sensi della legge n. 47/1948. (n.d.r.)
Niente quotidiani a Giglio Campese
Spettabile Redazione, mi permetto di sottoporre alla Vostra attenzione il problema della totale assenza di quotidiani a Giglio Campese. Arrivati da pochi giorni sull'Isola per un periodo di vacanza, abbiamo appreso, con disappunto, che i quotidiani non sono più disponibili a Giglio Campese dal 15 Settembre.
Ora, non entro nel merito di chi sia la responsabilità della mancata fornitura di quotidiani in questa località isolana. Mi permetto però di sottolineare che tale carenza per il turista rappresenta un grave disservizio. Forse i vacanzieri di Settembre sono turisti di serie B per il Giglio? A volte anche piccole cose fanno riflettere sulla opportunità di tornare a trascorrere le ferie sull'isola che, pur bellissima, in termini di costi e di servizi offerti non appare in realtà una meta così appetibile.
QUESTIONE DEI GIORNALI A CAMPESE ED AL CASTELLO: “UN SERVIZIO INNOVATIVO” Confesso che alle soglie dei 60 anni d’onorata attività giornalistica ad ogni livello professionale (non ho mai ricevuto una denuncia), mi si stringe il cuore a leggere che a Campese, così come, nei mesi scorsi, al Castello i turisti, per comprare i giornali debbono recarsi al Porto. E questo non solo perché la possibilità d’essere informati sotto le varie fattispecie è una delle prerogative e delle fondamenta d’un vivere civile e democratico (non a caso le dittature, allorché s’insediano, la prima cosa che fanno è quella di mettere “”la mordacchia” alla stampa), ma anche perché in un isola che vive soprattutto di Turismo a costi non indifferenti, sia per i visitatori giornalieri sia per quelli che vi soggiornano per più o meno lunghi periodi, l’acquisto dei giornali deve essere sostanzialmente garantito dalla Comunità, che complessivamente ne fruisce e se ne avvantaggia. Ragion per cui, se questo non vien fatto attraverso la singola iniziativa commerciale di chi intende esercitare, in tempo di vacche grasse e di vacche magre, questo specifico tipo di commercio, ritengo sia dovere del Comune provvedervi. Già in altra occasione (quella del Castello, che, addirittura in piena Estate, denunciava il “fenomeno”) ho fatto sentire la mia voce sollecitando il Sindaco ed ipotizzando, di primo acchito, qualche soluzione. Ebbene, visto che il “disagio” si ripropone, ci rimetto “bocca” cercando di esplicitare e giustificare le mie idee. E’ lapalissiano che nessuno, al cospetto, contestualmente, d’un prezzo fissato per legge e per convenzione editoriale dei prezzi dei quotidiani e dei magazines, e d’una scarsa clientela, non può, esercitando un libero commercio, essere obbligato a tenere “aperta bottega”, rimettendoci anziché guadagnarci. Di converso, è pur vero che chi (trovandosi a risiedere al Castello od a Campese), tiene a tenersi informato al punto di voler ”apprendere” più in dettaglio della televisione e della radio le notizie di questo mondo, si trova costretto, per forza di cose, ad andare a comprare al Porto i giornali. Ebbene, sic rebus stantibus, perché mai, il Sindaco, chiedendo, in materia “speciale” franchigia (non so bene a quale autorità superiore) non concede uno specifico “patentino” (o, se a lui non compete, impegni comunque l’amministrazione a farglielo ottenere) a qualche giovane nullafacente, che sia disposto, spostandosi con un proprio mezzo di locomozione a recarsi, sia d’Estate che d’Inverno, giorno per giorno e ad orari fissi, al Castello ed a Campese, a vendere (e, magari, anche a prendere specifiche ordinazioni per il giorno od i giorni successivi), presso una specifica edicola, in legno o muratura, opportunamente attrezzata sul suolo pubblico, giornali e riviste ad un prezzo maggiorato, quantomeno nella misura di almeno il 50% del costo del biglietto di andata e ritorno dei bus, che effettuano il servizio locale. Ritengo che tecnicamente non sia impossibile, mantenendo le potestà di vendita e di resa in capo al “giornalaio” del Porto, che aumenterebbe certamente il numero dei clienti, e lasciando a disposizione del giovane il “soprassoldo” (quasi si trattasse d’una mancia) incassato, a copertura dei consumi del proprio mezzo di trasporto e delle poche ore messe a disposizione per tramitare e vendere (in nome e per conto dell’edicolante) dal Porto alle altre due frazioni giornali e riviste. Naturalmente il Comune, dovrebbe anche periodicamente informare, tramite avvisi o quant’altro, turisti e cittadinanza di questo servizio”innovativo”.