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No! Caro Compagno Manconi
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NO! CARO COMPAGNO MANCONI

Più e più volte, l'ho scritto: con Fini al “Ponte di comando”, in quel tragico 2001, alla Diaz di Genova, durante il G8, che l’epigono di Craxi, Silvio Berlusconi, con pari manie di grandezza, tanto volle, fortissimamente volle, per dimostrare al Mondo, che l’Italia era diventata la quinta potenza economica, fu perpetrata, come qualcuno disse, una “macelleria messicana”.

Non si fece alcun distinguo, e, con un assalto notturno, furono, brutalmente, bastonati e tradotti in carcere, tutti i “dormienti”, uomini, donne ed anziani, riducendone alcuni al limite della vita ed introducendo, a giustificare l’azione di guerra, armi improprie e molotov confezionate ad arte.

I giovani della L.I.D.U. (Lega Italiana dei Diritti Umani), avamposto laico della tutela delle libertà fondamentali, conclamate dalla Dichiarazione Universale e dalla Costituzione, dopo l’applicazione di blandi provvedimenti punitivi, invocarono, in corrispondenza con quanto, più e più volte, aveva “chiesto” l’Europa, il “varo” d’una severa legge sulla “Tortura”, che, però, non è mai venuta.

Ed oggi Manconi, autorevole uomo politico, nonché emerito “universitario”, marito, tra l’altro, della Berlinguer del TG3, afferma, candidamente, quasi si trattasse di valutare una tesi di laurea in “Psicologia comparata”, che non so se esiste, che, gli Italiani, di fatto, sono affetti da sostanziale “Subordinazione psicologica nei confronti delle Forze dell’Ordine”.

No! caro compagno Manconi, dal cadenzato eloquio sardo, che puntualizza, parola per parola, l’essenza dei concetti, non ci troviamo di fronte a fatti che richiedano, per essere capiti e risolti, sedute psicanalitiche di massa. Che’, nel caso in specie, ed in tant’altri, alla spicciolata, di cui la “cronaca”, via via, riferisce, trattasi di reati belli e buoni, compiuti da cattivi “Servitori dello Stato”, che dello Stato democratico e dei “doveri” d’ogni cittadino poco sanno e poco gli importa.

Pseudoservitori, quindi, che, godendo d’indubbie, quanto purtroppo necessarie, “franchige” di comportamento, a volte, non solo bellamente ostentate, ma pure abusate, fanno strame dei diritti altrui, ben sapendo di poter contare, all’occorrenza, sulla “copertura” di chi immeritatamente li comanda e delle autorità preposte, complici e conniventi indirette.

Se così non fosse stato e tutt’ora così non fosse, in 14 anni, il Parlamento, nelle due fattispecie della Camera e del Senato, avrebbe approvato una qualche legge sulla tortura che, al cospetto degli altri Paesi civili, quantomeno della Comunità Europea, avrebbe guadagnato all’Italia rispetto, invece che disprezzo e condanna.