Ortelli: "Altri 5 anni per rilanciare il Giglio"

Apriamo ufficialmente la campagna elettorale delle Amministrative 2014 che vedranno l'isola andare ad eleggere il proprio Sindaco il prossimo 25 Maggio. Daremo la prima pagina ad un articolo di presentazione di ogni candidato sindaco per poi valutare lo spostamento di tutte le discussioni elettorali in un'apposita rubrica.

Iniziamo dunque con la prima presentazione giunta in redazione, l'intervista che il Sindaco uscente Ortelli, in qualità di candidato, ha rilasciato nei giorni scorsi a Guido Fiorni de "Il Tirreno".

sindaco ortelli candidato isola del giglio giglionewsA giugno del 2009, quando vinse le elezioni, pensava di aver di fronte cinque anni di lavoro, ma pur sempre un impegno part time, in un delizioso paese dalle case multicolori affacciato su un mare verde e azzurro, dove sorridere viene naturale.

Un Comune di 1300 anime che vive intensamente 5 mesi all’anno e poi in parte si spopola e in parte si appisola aspettando il ritorno del caldo. Poi c’è stato quel venerdì 13, nel gennaio del 2012, che ha cambiato tutto: per l’isola nulla è stato come prima, sono cambiati i ritmi e le stagioni e in molti hanno smesso di sorridere. E quando quell’ammasso di ruggine se ne andrà, ci sarà da ricostruire l’immagine di una delle perle dell’arcipelago, meta ambita dai turisti di mezzo mondo, ma anche rifugio di tanti affezionati proprietari di seconde case.

È anche per questo che Sergio Ortelli, 57 anni, si candida a fare di nuovo il sindaco del Giglio.

Ha iniziato un lavoro, ha gestito un’emergenza di risonanza mondiale, ora chiede di guidare altri cinque anni il Comune per non lasciare le cose a metà. «Sì ho deciso, mi ricandido – ci dice –. Magari qualcuno lo dava per scontato, però la mia è stata una scelta dettata dalla volontà di concludere un percorso. Da una parte ci sono opere importanti per l’isola da completare, dall’altra ci sarà da gestire il dopo-Concordia. E questo un pochino mi preoccupa. Insomma, ci metto di nuovo la faccia».

Quindi un lavoro su due fronti. «Purtroppo il naufragio ci ha tolto tempo e energie. Ma l’isola ha bisogno di opere importanti, dai parcheggi al recupero di beni ambientali che sono caratteristici, dai palmenti, alle fonti storiche. Abbiamo iniziato un percorso ma, per una burocrazia che è uno dei cancri dell’Italia, ormai un’opera pubblica richiede 3-4 anni per essere realizzata. Di fatto il primo mandato di un sindaco serve a iniziare le cose e il secondo a completarle. E non dimentichiamo che, quando sono diventato sindaco, ho trovato una struttura comunale con molte lacune: non avevamo neppure un ufficio tecnico».

E poi c’è quella nave... «Quella nave ha costretto il Giglio e cambiare le proprie abitudini, perché anche d’inverno molti hanno tenuto le attività aperte. Qui tante famiglie tendono a trasferirsi sulla terraferma, soprattutto perché hanno i figli a scuola alle superiori. Da noi, al momento, si arriva solo alle medie. Questo è uno dei problemi che, come Ancim (Associazione nazionale comuni isole minori, di cui Ortelli è consigliere, ndr), stiamo affrontando. Avevamo un tavolo aperto con il ministro Carrozza per riuscire, almeno, ad avere un biennio, con un aiuto dallo Stato. Io stesso ho due figli che fanno le superiori a Grosseto».

Ma la nave fra giugno e luglio se ne andrà. «Su giugno e luglio ho qualche dubbio. Il programma è questo, è vero, ma l’esperienza mi dice che i tempi potrebbero allungarsi. E io stesso preferirei che si slittasse a settembre: non mi piace l’idea di avere due settimane di lavoro intenso per il trasferimento in piena stagione turistica. Dopo due estati di calo vistoso delle presenze non ce lo possiamo permettere e ho già fatto presente alle autorità questo problema».

Come sarà il dopo-Concordia? «Abbiamo già segnali importanti di un ritorno di turisti fidelizzati, tanti proprietari di seconde case che si erano allontanati. È chiaro che ci sarà da ricostruire l’immagine dell’isola, una bella sfida che voglio portare avanti di persona dopo che abbiamo gestito nel modo migliore l’emergenza. Ci siamo fatti carico del monitoraggio dei lavori e dell’ambiente, dei rapporti con la politica, della comunicazione».

A proposito di turismo, in questi giorni è tornata fuori l’ipotesi di uno spostamento dei traghetti a Talamone. «L’ipotesi non mi dispiace. Anche perché a Porto Santo Stefano non hanno fatto quasi nulla per i gigliesi. Non c’è una sala d’aspetto, una biglietteria di discreto livello, non ci sono parcheggi. Insomma, pare che invece che un’opportunità per l’indotto, il porto per il Giglio sia un fastidio. Talamone, pur avendo 15 minuti di traversata in più, avrebbe il vantaggio di essere a poche centinaia di metri dall’Aurelia e dalla futura autostrada, più comodo di adesso. Ci sono spazi per parcheggi e attività e imprenditori pronti a investire».

Ancora turismo, che succede a Giannutri? «Succede che l’isola è mal gestita da troppo tempo. E che le persone che ci vivono, una decina scarsa in inverno, certo non possono permettersi i costi esorbitanti per acqua, corrente, rifiuti. Noi andiamo avanti con l’intervento pubblico, quantomeno per energia elettrica e rifiuti e abbiamo già realizzato l’elisuperficie per Pegaso. E proprio in questi giorni ho avuto un altro incontro con il ministero per il futuro della villa romana, che può essere una grande attrazione se riaperta».

Giannutri potrebbe essere una risorsa. «Purtroppo, e so bene che il mio amico Giampiero Sammuri non sarà d’accordo (presidente del parco dell’Arcipelago toscano, ndr), il parco è il responsabile dei problemi di questa piccola isola. Di fatto ha bloccato lo sviluppo. La legge del 1996 mette troppi vincoli, è un problema anche per il Giglio. Su questo la mia posizione è chiara».

Voi avete anche un piano strutturale da fare. «Appunto, è la grande sfida del secondo mandato. Era di fatto abbandonato, l’abbiamo ripreso in mano ed è uno strumento decisivo per il Giglio. Dovrà avere la tutela ambientale come faro, ma al tempo stesso dovrà consentire lo sviluppo del turismo, che poi è la nostra unica risorsa. Sarà equilibrato».

Correrà con una lista civica? «Certo, faremo una civica. Ma è chiaro che il modello di sviluppo è alternativo a quello dei nostri avversari. Torno ancora sul parco: al di là dei vincoli eccessivi, è un Ente che toglie potere ai sindaci. E invece proprio i primi cittadini devono essere i primi a seguire il territorio, perché lo conoscono meglio, lo vivono ogni giorno. Per quanto mi riguarda, nel panorama di Centrodestra, ho aderito a Forza Italia».