Pesca, Pellegrini: "Le norme europee danneggiano i pescatori di Maremma e d'Italia. Il mio impegno sarà garantire loro regole giuste"
"I pescatori come i cacciatori sono criminalizzati e lavorano dovendo sottostare alle regole imposte da Spagna e Norvegia. Il mio impegno in Europa sarà per cambiare la situazione e garantire ai nostri operatori del mare condizioni di lavoro giuste" a dirlo Mario Pellegrini, candidato alle elezioni europee nella lista di Fratelli d'Italia.
Gigliese doc e imprenditore di successo nell'ambito turistico, da buon isolano Mario Pellegrini ha una grande passione per il mare e per tutte quelle attività che, grazie alle risorse del mare, creano economie: "I pescatori si spaccano la schiena per mantenere le famiglie - dice il candidato - un lavoro bellissimo, a contatto con il mare e con l'ambiente ma che comporta grande fatica e grande impegno. Confrontandomi con questo mondo ho dovuto, purtroppo, apprendere che, al pari dei cacciatori, anche i pescatori, anche coloro che di pesca vivono, vengono criminalizzati e devono sottostare a norme prive di senso".
"I nostri pescatori - spiega Pellegrini - garantiscono nei nostri mercati pesce di qualità pregiata, ma i mille vincoli a cui sono sottoposti fanno sì che l'80% del pesce che consumiamo sia d'importazione piuttosto che nostrale, mentre in Europa vengono difesi soltanto gli interessi delle grande aziende spagnole e norvegesi mentre l'eccellenza italiana è abbandonata, se non osteggiata. Le politiche in materia di pesca provenienti dalle decisioni dell'Europa hanno messo in grande difficoltà i nostri pescatori: molti pescherecci sono stati dismessi e mettono fermi alle aziende che, in qualche caso, non hanno senso. Questi fermi, qualora legittimi, non devono essere decisi dagli ambientalisti ma concertati con le categorie interessate".
"Inoltre - aggiunge il candidato - viene completamente trascurato il contributo che i pescatori danno nella difesa del mare e del suo ecosistema: sono i primi a raccogliere e smaltire i rifiuti che si trovano in acqua, tra cui le plastiche. Bisogna rivedere quella vecchia concezione che vede i pescatori come dei razziatori del mare e si deve riconoscerne il ruolo importante dal punto di vista sia produttivo che ecologico. I vincoli introdotti dall'Europa è micidiale per la nostra economia della pesca".
"Il mio impegno è modificare questa situazione - conclude Pellegrini - rappresentare questa categoria che non ha voce e non è rappresentata, dobbiamo aiutare queste persone a partire dai costi di produzione, quali il gasolio che, rispetto alla Norvegia, per i nostri pescatori rappresenta un costo elevatissimo, ritornare all'utilizzo di reti che rispettino la biodiversità del mar Mediterraneo, mentre oggi si utilizzano soltanto quelle adatte a pescare i salmoni, le regole sono imposte dall'alto e invece devono essere discusse con i diretti interessati. Bisogna tornare a regole che ci permettano di consumare il nostro pesce che è sano, molto più sano di quello che arriva da altre parti d'Europa e del mondo".
Il Candidato Pellegrini cerca di rappresentare le imprese che vivono sulla pesca, ma forse non sa che le condizioni di salute del nostro mare stanno peggiorando e la fauna ittica subisce una pressione che non ci consentirà in futuro di mangiare pesce di mare se non allevato. Quindi invece di proporre slogan semplicistici, dovrebbe guardare chi ha fatto meglio del Giglio:Capraia isola ha un parco marino regolamentato, possono pescare solo barche piccole e iscritte alla marina locale, permessa la pesca sportiva, due zone soltanto sono interdette a qualsiasi attività e i pescherecci non locali possono operare oltre le tre miglia dalla costa. Mi sembra un ottimo compromesso per economie locali e attrattive turistiche. Al Giglio si ha paura del Parco e non ci oppone o si controlla la pesca intensiva di grandi pescherecci che predano con reti e strumenti elettronici fin oltre il limite consentito di soli 50 mt. Di profondità. Caro Pellegrini, forse prima di candidarsi, dovrebbe conoscere, approfondire e avere una “visione” futuribile. Si chiamerebbe fare “politica”.
Il tofu con la salsa di soya se lo possono mangiare giapponesi et similia Da noi da sempre si mangiano altri prodotti ittici, ed e' bene che continuiamo a farlo Meglio, molto meglio, se questi prodotti sono pescati dalla nostra gente, nelle nostre acque
Buongiorno sinceramente io non capisco che cosa ci entra la Norvegia non facendo parte del UE. Comunque come ho visto durante le mie numerose nuotate, anche se non sono andata mai al largo del mare, qui non c'è più niente da pescare. Gli organismi acquatici grandi e piccoli non si potranno mai rigenerare se l'abuso non smetterà. Mangeremo il Tofu con un pò di Salsa Soya.
I pescatori professionisti sono gli unici responsabili della desertificazione del mediterraneo, e in particolare dei mari italiani. La maggior parte delle coste italiane, tutte le zone più belle, sono oramai infestate dalle cosiddette "aree marine protette", che in realtà sono delle riserve di pesca per professionisti, liberi di pescare tonnellate di pesce dove un privato non può nemmeno tirar su un saraago per cena. In alcune zone "protette" gli è persino consentito fare lo strascico, mentre una mostruosa regolamentazione ostacola o impedisce di fatto attività ricreative belle e innocue come le immersioni in apnea. Le aree più belle sono di fatto espropriate alla fruizione pubblica, essendo completamente vietato l'accesso con qualsiasi mezzo, persino a nuoto, mentre cento metri più in là i professionisti possono tranquillamente tirar su i pochi pesci che ancora sono sfuggiti alle loro fameliche reti. E' una inciviltà tutta italiana. Qualcuno dovrebbe accendere un faro sia sugli effetti e i numeri reali della pesca professionale, sia sulla qualità degli allevamenti. Mangio da molto tempo solo pesce d'allevamento per non essere complice della desertificazione, ma se poi il mangime è pescato triturato si cade dalla padella nella brace.