PRECISAZIONI RIGUARDO AL VIA DEGLI ABBATTIMENTI DEI MUFLONI DEL GIGLIO PREVISTO PER IL 1° DI OTTOBRE
Facendo seguito alla nota dell’Ente Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano ci teniamo a precisare che il riferimento all'inizio degli abbattimenti dei mufloni all'Isola del Giglio previsto per il 1° di ottobre prossimo venturo, è scaturito dalla lettura della Delibera n. 813 della Regione Toscana del 18.07.2022 (pdf), allegata nel primo paragrafo dell’articolo da noi pubblicato, con oggetto “Piano di prelievo del Muflone per la stagione 2022-2023”.
(Estratto del verbale della seduta del 18/07/2022, Delibera Giunta Regione Toscana n. 813 del 18/07/2022, pag. 6)
Nella tabella allegata a tale documento ufficiale e dispositivo, vigente agli effetti di legge, alla riga dedicata all’area dell’Isola del Giglio (ATC 7), è previsto il prelievo (che in gergo tecnico significa abbattimento) di 37 mufloni così divisi: “9 Maschi ARIETE II III, 4 Maschi BINELLO I, 15 Femmine I II III, 9 AGNELLO (Maschi+Femmine)”.
(Allegato “A” alla Delibera sopra richiamata: “Piano di prelievo del muflone 2022-2023”)
Quindi dal 1° ottobre 2022 al 15 marzo 2023 potranno essere abbattuti 37 mufloni su un totale di circa 40 mufloni stimati ancora presenti all’Isola del Giglio. Tale azione è un contributo più che rilevante all’eradicazione in atto prevista dall’Ente PNAT.
Se invece come asserito dall’Ente Parco, non sono previsti abbattimenti di mufloni dal 1° di ottobre 2022, allora dovrebbe essere richiesta una rettifica della Delibera sopra citata, eliminando dalla tabella e dal testo i riferimenti agli abbattimenti dei mufloni dell’Isola del Giglio. Senza modifiche o rettifiche della stessa Delibera, la data programmata per l’inizio degli abbattimenti degli ultimi mufloni del Giglio rimarrà invariata, come scritta e pubblicata, al 1° di ottobre.
Grazie,
Cesare Scarfo’ per SaveGiglio.org
Si ringrazia Sergio Giorgi per le immagini di copertina
Far passare quelli che erano "abbattimenti selezionati" di esemplari ormai in avanzata età, avvenuti sempre con l'autorizzazione dell'ente parco e svolti per la maggior parte a stagione venatoria conclusa, cioè dopo il 31 gennaio e sotto il rigido controllo dell'allora Corpo Forestale dello Stato presente ad ogni "abbattimento", come una normale attività venatoria in cui ogni cacciatore gigliese se ne poteva tornare a casa liberamente con il suo bel muflone morto sulle spalle è, quantomeno, una forzatura di ciò che avveniva. Per la maggior parte poi questa attività veniva svolta da gente venuta da fuori, specialmente dal viterbese, munita di apposite carabine cal. 22, quelle che normalmente si usano per la caccia al cinghiale e che nessun cacciatore gigliese in pratica possiede. Se ha i nomi di chi poi se li andava a mangiare in "un unico" ristorante gigliese li può fare lei tranquillamente che problema c'è. Il mio non ce lo trova di sicuro. Ma, anche qui, far passare il muflone quasi come il piatto tipico del Giglio !!! E un'ultima cosa. Se lei ci facesse sapere chi è veramente, dove abita, quando capita al Giglio, ne potremmo parlare tranquillamente davanti ad un caffè. Oppure c'è qualche problema in tal senso???
Signor Angelo, dà del fenomeno a me e poi fa il fenomeno lei usando un linguaggio colorito e arrogante, come se questo dovesse rendere più credibile ciò che ci vuol far credere. Se veramente è un cacciatore come dice non può non sapere che il muflone al Giglio viene cacciato da decenni (una decina di capi ogni anno) ai fini di controllo del sovrannumero, prima dalla Provincia e poi dal Parco attraverso i "selecontrollori" che altro non sono che cacciatori, gigliesi e non, istruiti con un corso per quel tipo di caccia. Caccia al muflone consentita e legale su tutto il territorio nazionale. E non può negare che spesso le prede di quelle operazioni erano cucinate in un noto ristorante di Giglio Porto, adesso forse chiuso, anche qualche volta tramite Slow Food! Di questo ci sono numerosi testimoni ... La cosa più interessante è scoprire chi c'era a quelle cene, si informi e poi se ha il coraggio di dirci il nome ci faremo delle grasse risate!
Noi non abbiamo un bel niente da scoprire caro Nume Offeso. A me il bel vivere in mezzo a tanta meravigliosa natura lo hanno insegnato i contadini atavici, quelli che, dopo essere tornati dalla miniera del Campese, si davano una lavata alla fonte dell'acqua selvaggia e poi con l'asino andavano alla vigna o a caccia. Sapesse e vedesse che ecosistema c'era allora! Pensi che quando Lorenza ci portava a casa il latte con la sua capretta non si capiva se la capra era lei o l'animale! Altri tempi altre culture altre civiltà. Meno male che io ho imparato tanto da loro, dai miei gigliesi cari.
Angelo, Cesare, Fiorella... mi ripeto e confermo quanto già scritto ed esternato qualche giorno e mesi fa in merito... certi elementi e loro accoliti, sono senza vergogna e capacità se non quella del tornaconto più basso... a tutto tondo e non certo per il Prossimo, Natura in testa! A coloro non si può non augurare che la sola spesa farmaceutica, la migliore, ovviamente.
Altro fenomeno questo Marino Romoli. Che fino a qualche anno fa i mufloni, perlomeno al Giglio, fossero oggetto della normale attività venatoria da parte dei cacciatori locali e non, e che la loro carne si potesse mangiare tranquillamente in qualsiasi ristorante gigliese, è una stxxxxxxx colossale, definirla bufala sarebbe troppo diminutivo, messa in giro da un certo Sammuri per giustificare la pallottola in fronte che l'ente parco ha messo a diversi esemplari di muflone prima che una mezza sollevazione popolare interrompesse quella vergognosa carneficina. Dopo, solo dopo, sono iniziate le "deportazioni". Angelo Stefanini 35 anni di porto d'armi e di caccia al Giglio. Da questo punto di vista a me, come a tutti i cacciatori gigliesi, queste stxxxxxxx un le racconta nessuno. La caccia al Giglio è sempre e solo stata alla migratoria al coniglio selvatico e a qualche fagiano o pernice che venivano "lanciati" poco prima dell'inizio della stagione venatoria, cosa alla quale sono stato sempre contrario perché sembrava di cacciare una gallina nel pollaio. Quindi che al Giglio il muflone è sempre stato oggetto della normale attività venatoria è, ripeto, una colossale stxxxxxxx.
Signora Fiorella, è emozionante la sua lode all'estensore di questo articolo. Spieghi però al signor Cesare che la delibera regionale di cui parla si riferisce alla caccia fuori dal perimetro del Parco e quindi non c'entra nulla con quello di cui si sta discutendo! Eh si perché, se ne faccia una ragione signora, i mufloni, qualora escano dal territorio del Parco, possono essere uccisi a scopo ludico/venatorio da qualsiasi cacciatore autorizzato a cacciare sull'isola! Ma questo il signor Cesare, così attento, non può non saperlo, altrimenti avrebbe fatto l'ennesima figura barbina o, peggio ancora, fa finta di non saperlo ed allora l'onestà intellettuale di cui lei parla va a farsi friggere!!! Sbaglio o fino a qualche anno fa i mufloni al Giglio li cacciavano tranquillamente e se li mangiavano in qualche noto ristorante? Sarebbe curioso conoscere chi erano i commensali, signora Fiorella, magari riuscisse a scoprirlo ... sarebbe una clamorosa sorpresa!
C'è chi scrive perché ha in mano la penna e chi fa delle asserzioni perché ha in mano i documenti e le fonti. Grazie Cesare per la tua onestà intellettuale.